GLI SCOOP ALLA ROVESCIA DI “REPUBBLICA” - FRANCESCO MERLO SCRIVE CHE SANREMO VERRA’ RINVIATO E LA RAI CONFERMA LE DATE! - NEL SERMONE CAMUFFATO DA EDITORIALE, TRABOCCAVANO RETROSCENA SUL “FOGLIO D’ORDINE” CON CUI BERLUSCONI AVREBBE CONVINTO IL CDA DELLA RAI A FAR SLITTARE LA MANIFESTAZIONE - “IL GIORNALE”: “L’EDITORIALE È STATO ABBATTUTO DAL PLOTONE D’ESECUZIONE DELLE NOTIZIE (QUELLE VERE)”…

Alessandro Gnocchi per "il Giornale"

«Spostato Sanremo, i comici fanno paura». Così era titolato ieri, sulla prima pagina di Repubblica , l'editoriale di Francesco Merlo. Grande scoop. La notizia infatti è una esclusiva del quotidiano diretto da Ezio Mauro. Nell'articolo, Merlo rivela i retroscena che hanno portato alla decisione della Rai. Il Festival della canzone è stato rimandato per ordine di Silvio Berlusconi, preoccupato dalla presenza nel cast di Luciana Littizzetto.

Sì, le battute della comica e la «perfida bonomia» del conduttore Fabio Fazio, scrive l'editorialista, «spaventavano Silvio Berlusconi più di Bersani e più dei giudici». Sì, la tenzone canora fra gli Almamegretta e i Marta sui tubi,scrive l'editorialista, sembravano a Silvio Berlusconi «come il congresso dei Soviet o la Comune di Parigi».

L'articolo spiega come sono andate le cose: «Con un foglio d'ordine, Berlusconi ha dunque trasformato il consiglio d'amministrazione della Rai che, con la complicità del governo dei tecnici, ancora controlla come una caserma, in un plotone di esecuzione contro le canzonet-te ». Rat-tat-tat. Una raffica ha spedito al camposanto «il festival dell'identità nazionalpopo-lare ». Berlusconi ha trattato Sanremo come un covo di subdoli nemici, «come Israele tratta la striscia di Gaza».

Il pezzo, però, non solo è pieno di notizie croccanti. C'è anche una parte meditabonda sulle sorti del Cavaliere e della nazione. Berlusconi è allergico alla critica, alla satira, alle vignette sul «suo fisico posticcio e malridotto» e «nutre un odio ormai invincibile» verso la risata «contundente». Ecco, Sanremo non fa per Silvio: «il suo sogno, la sua vera meta, la sua ambizione di intrattenitore d'Italia è diventata il suo incubo, la sua nemesi. Non è mai riuscito a conquistarlo e dunque ora vuole abolirlo: muoia Sansone con tutti i filistei».

Le parole di Merlo vibrano d'indignazione civile. La situazione è grave più che mai. La discografia è in pericolo. La comicità ha i giorni contati. Il tiranno è impazzito. Il foglio d'ordi-ne è stato consegnato. La Rai è in ostaggio. Il plotone d'esecuzione è pronto a far fuoco. Povera Sanremo, povera Italia: «Quello che sta accadendo è fuori da ogni fantasia, peggio dell'editto bulgaro che aveva una sua odiosa logica repressiva, mentre è un tic da nevrosi to-talitaria, un dispotismo da regime in agonia vedere in ogni comico un comunista e in ogni ri-sata un oltraggio».

Un articolo da antologia dell'antiberlusconismo, all'apparenza. Ma, accidenti, c'è qualcosa che non torna. Lasciamo stare che l'ipotesi di rinvio del Festival fosse dovuta al possibile contrasto con gli obblighi informativi imposti dalla legge sulla par condicio, come aveva spiegato la Rai, e non alle oscure trame del satrapo di Arcore.

Qui c'è un altro problema: lo scoop è una bufala. Ieri mattina, proprio mentre i lettori di Re-pubblica si gustavano il Merlo di giornata, la Rai ha comunicato che il Festival di Sanremo del 2013 si svolgerà nelle date previste, dal 12 al 16 febbraio. Nessuno spostamento. Non c'è regolamento che vieti alla Littizzetto di dire quello che le pare: a ridosso delle elezioni, si crede prevarrà il buonsenso. Giancarlo Leone, direttore di Raiuno , e Fabio Fazio ieri cinguettavano felici la buona novella su Twitter , seguiti a ruota dalle agenzie di stampa. Così, all'improvviso, l'editoriale di Francesco Merlo è stato abbattuto dal plotone d'esecuzione delle notizie (quelle vere) e sepolto dalle risate (non contundenti).

 

 

francesco merlo SILVIO BERLUSCONI jpegPIERLUIGI BERSANIGiancarlo Leone

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