elisabetta belloni mario draghi rino formica

ANCHE FORMICA, NEL SUO PICCOLO, SI INCAZZA! - L’EX MINISTRO SOCIALISTA: “CON MATTARELLA AL QUIRINALE È STATO BLOCCATO UN TENTATIVO DI INVOLUZIONE DEMOCRATICA. SE FOSSE STATO ELETTO DRAGHI AVREMMO RISCHIATO DI SMENTIRE NEI FATTI L’ESSENZA DELLA DEMOCRAZIA” - “LA BELLONI? QUANDO SI È MAI VISTO UN CAPO DEI SERVIZI CHE DIVENTA CAPO DELLO STATO? CHI DIRIGE I SERVIZI NON PUÒ E NON DEVE DIVENTARE PARTE DEL GIOCO POLITICO” - “I LEADER DI PARTITO SONO SVOGLIATI E INADEGUATI. MA ALMENO SI SONO SOTTOPOSTI AL VOTO. I TECNICI CI PROPONGONO LA LORO SPOCCHIA ELITARIA SENZA NEANCHE CHIEDERE UN GIUDIZIO ALLA SOCIETA? CHE GOVERNANO. SONO LA CASTA NON ELETTA”

Riccardo Barenghi per “TPI - The Post Internazionale”

 

rino formica

Rino Formica e un uomo, un socialista, che ha vissuto da protagonista tutta la nostra storia politica, dal dopoguerra in poi. E stato un dirigente del Psi di primo piano, piu volte ministro, con sei presidenti del Consiglio (allora non si chiamavano premier): Cossiga, Spadolini, Andreotti, Craxi, Goria e De Mita, deputato e senatore per decenni. Oggi che ha 95 anni segue quotidianamente le vicende italiane, politiche e non solo. E ha qualcosa da dire.

 

discorso di sergio mattarella per il giuramento bis

Allora Formica, e contento della rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale?

«Contentezza e felicita sono sentimenti che attengono alla sfera personale, non alla politica. Politicamente sono soddisfatto che sia stato rieletto un uomo che appartiene alla storia, la cultura e la tradizione del cattolicesimo democratico, una storia che e stata fondamentale per la costruzione della democrazia italiana. Con Mattarella al Quirinale e stato bloccato un tentativo di involuzione democratica».

 

sergio mattarella con mario draghi e ugo zampetti sulla lancia flaminia

Addirittura?

«Certo, anzi dico di piu: abbiamo rischiato la disgregazione del sistema politico, sociale ed economico del Paese, che avrebbe portato a uno sbocco autoritario. Causato dalla concentrazione dei poteri nelle mani di un solo uomo».

 

Sta parlando di Mario Draghi?

sergio mattarella giuliano amato

«Esattamente. Non nutro un’ostilita personale verso il premier, ma se fosse stato eletto, avremmo rischiato di smentire nei fatti l’essenza della democrazia, che e pluralita, equilibrio e divisione dei poteri sotto la guida del Presidente della Repubblica, da una parte, e della Corte costituzionale (oggi presieduta da uno serio e bravo come Giuliano Amato) dall’altra, che vigila sulla costituzionalita degli atti legislativi».

MARIO DRAGHI MEME

 

Invece con Draghi?

«Intanto c’e da notare con rammarico che tutto il governo, tutti i ministri si sono trasformati in un partito politico, appunto il partito di Draghi. Indipendentemente dalla loro appartenenza originaria.

 

Si sono perfettamente amalgamati con la componente tecnocratica del governo, composta da Draghi e dagli altri ministri tecnici. Si tratta di una degenerazione profonda: il governo che si fa partito, palazzo Chigi che diventa un centro politico della gestione dell’elezione del Presidente della Repubblica.

LUIGI DI MAIO E ELISABETTA BELLONI A PRANZO

 

Prima con la candidatura dello stesso premier e poi con quella di Elisabetta Belloni: ma quando mai si e visto un capo dei servizi segreti che diventa Capo dello Stato?».

 

Pero tutti la stimano, tutti hanno detto che e una persona adatta a quel ruolo.

 «Non la conosco e non dubito che sia una persona straordinaria. Tuttavia chi dirige i Servizi deve garantire la neutralita, deve tutelare il Paese da interventi esterni. Non puo e non deve diventare parte del gioco politico. Magari poi si sarebbe comportata benissimo, ma e l’origine che conta».

mandraghi

 

E mai capitato nella nostra storia qualcosa di analogo?

«Per fortuna no. Vi immaginate cosa sarebbe successo, dopo la malattia di Segni, se il generale De Lorenzo si fosse presentato in Parlamento chiedendo di essere eletto al Quirinale? Ecco, pochi giorni fa stava per succedere che la Belloni incontrasse i gruppi parlamentari per discutere della sua candidatura.

 

sergio mattarella giuramento (bis)

Se non ci fossero stati Renzi, Forza Italia e qualche giornalista, avremmo visto tutta la politica in ginocchio di fronte alla responsabile dei Servizi segreti, pronta a eleggerla al Quirinale. E dopo quasi 80 anni di vita democratica...

 

Io sono di una generazione che sa cosa vogliono dire la perdita della democrazia e la sua riconquista. La perdita avviene in un attimo e ha un effetto immediato, la riconquista invece e difficile, lunga e spesso sanguinosa. La nostra storia sta li a ricordarcelo».

 

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

La democrazia, almeno quella italiana, si basa anche sui partiti politici, che oggi sono in profonda crisi. E una crisi irreversibile?

«No no, nulla e irreversibile, perche quando la politica si trova faccia a faccia con la societa la reazione arriva.

 

Almeno si spera. Ma la crisi piu grave e quella delle nomenklature dei partiti, basta vedere come si sono comportate durante la settimana di passione per l’elezione del Presidente. Ed e una crisi che portera ad abbattere simboli e frontiere, nulla insomma sara come prima».

 

Ma cosa intende quando parla di “societa”?

matteo salvini giorgia meloni meme by carli

«Intendo la questione sociale. La crisi colpisce tutti, tranne i profittatori piccoli e grandi, e quando parlo dei grandi mi riferisco agli istituti finanziari mondiali. Ma il resto della societa e in sofferenza, il lavoro e le imprese operose.

 

Costrette a ricorrere a sussidi pubblici, nonostante si siano sempre dichiarate contrarie a questa forma di aiuto pubblico. Il potere politico non e stato in grado di gestire questa situazione, ma si e limitato al paternalismo fatto di ristori e bonus oppure all’imposizione antidemocratica che rischia di sfociare nella limitazione della liberta di tutti».

RINO FORMICA CRAXI

 

Insomma, per citare una sua frase famosa, la politica oggi e piu merda che sangue?

«Io intendevo dire sangue e passione, ma oggi non vedo passione nelle classi dirigenti, che non sono capaci di capire quanto sia grave la sofferenza delle masse popolari».

 

Invece in passato ne sono state capaci?

«Direi di si, quando uscimmo dalla guerra le forze repubblicane sono state in grado di accompagnare le masse popolari, che provenivano da un regime monarchico-fascista, nella nuova era democratica, di farle partecipare alla costruzione dello Stato nella cornice della Costituzione.

paolo cirino pomicino rino formica foto di bacco

 

Ovviamente non sono mancati i conflitti politici e sociali, ma erano conflitti che si autoregolavano. Smussando gli angoli piu acuti che avrebbero potuto portare a esiti imprevedibili e molto pericolosi. Invece negli ultimi trent’anni questo ruolo delle clas- si dirigenti e totalmente mancato».

 

Perche trent’anni?

«Perche abbiamo assistito a una dissociazione tra sviluppo politico e sviluppo sociale. Perche lo Stato non si e organizzato per intervenire nei conflitti sociali attraverso altri mezzi che non fossero la promozione o la punizione».

 

Puo spiegarcelo meglio?

«Negli ultimi trent’anni e stato abolito l’intervento pubblico nell’economia, drasticamente smantellato il rapporto virtuoso tra il mondo delle imprese, quello del lavoro e quello della politica. E proprio quando siamo di fronte a una crisi globale, e le aziende liberalizzano i loro capitali investendoli dove vogliono, nella finanza o nei paesi nei quali il costo del lavoro e molto piu basso che da noi, la politica non fa da argine. Ma le lascia fare».

CARLO AZEGLIO CIAMPI E MARIO DRAGHI

 

Neanche questo governo di unita nazionale sara in grado di risolvere una situazione cosi critica? «Si tratta di un governo anomalo, mai esistito in Italia...».

 

Nella seconda meta degli anni Settanta c’e stato un governo simile.

«Neanche per sogno, a quell’epoca c’era una maggioranza parlamentare di unita nazionale, che sosteneva il governo. Ma il governo era comunque di parte. Non c’erano ministri comunisti per fare un esempio. La differenza con quello di oggi e sostanziale».

luigi di maio mario draghi

 

Insomma, non sembra cosi radicale questa differenza.

«Invece lo e, eccome. Perche nel governo di unita nazionale la partecipazione degli avversari politici richiede una grande fusione di intenti e di comportamenti per sostenerlo.

 

Qualsiasi ministro, da qualsiasi partito provenga, diventa automaticamente responsabile di tutti gli atti dell’esecutivo. La maggioranza e un’altra cosa, uno puo votare la fiducia al governo ma poi dissentire su questo o quel decreto. In quel caso i partiti mantengono la loro autonomia politica, cosi come fece il Pci 45 anni fa».

matteo salvini e il bis di mattarella meme

 

E secondo lei questo governo riuscira a reggere nei prossimi mesi?

«Mah, non saprei prevederlo. Certamente scontera la presenza di ministri che appartengono a partiti diversi e tra loro conflittuali. Vedrete cosa accadra quando in primavera si andra a votare per i referendum e l’anno prossimo per le elezioni politiche. Con alcuni ministri che sono stati mobilitati nel partito di Draghi, il quale poi pero non e riuscito a prendere il potere».

 

Palazzo Chigi durante il voto per il Colle si e trasformato in un centro politico per la candidatura del premier. Mai vista una degenerazione cosi profonda guardato, e ancora riguarda, la legge elettorale. Lei preferisce il proporzionale o il maggioritario?

RINO FORMICA 2

«Possiamo anche adottare il maggioritario, che pero rischia di diventare una semplice aggregazione tra diversi, che subito dopo le elezioni si spacca come e gia successo in passato».

 

Meglio il proporzionale?

«Certo, in teoria e virtuoso. Ma se poi finisce che in Parlamento entrano cento partiti dell’un per cento ognuno, allora...».

 

Siamo bloccati allora?

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

«Bisogna tornare al pensiero politico: i nostri attuali leader ce l’hanno un pensiero politico? A me non pare siano all’altezza, cosi come non lo e la societa civile che loro rappresentano. Sono tutti svogliati e inadeguati. Ma almeno loro si sono sottoposti al voto degli elettori.

 

I tecnici invece ci propongono la loro spocchia elitaria senza neanche chiedere un giudizio alla societa che governano, dimostrando un razzismo imbarazzante. Sono la casta non eletta».

 

Veramente e ancora il capo del governo...

giorgia meloni applaude mattarella

«Certo, ma Draghi sta a palazzo Chigi, che dipende dal Parlamento e che puo sfiduciarlo quando vuole. Se fosse riuscito a farsi eleggere al Quirinale invece, sarebbe stato inamovibile per sette anni».

 

A proposito, lei e favorevole a un cambio radicale del nostro sistema istituzionale, pensa che dovremmo diventare una Repubblica presidenziale?

«Prima mi devono spiegare bene, possibilmente utilizzando un pensiero politico, le ragioni per superare la democrazia parlamentare. Che non e un abito, oggi lo metto e domani lo cambio. Ma e la nostra struttura ossea. E allora se un osso si spezza, puoi mettere una protesi, ma mi devono dire che si e spezzato. Altrimenti, se l’osso e sano, non si mette una protesi».

 

RINO FORMICA

Ed e sano?

«E ovvio che c’e una degenerazione del sistema, ma bisogna capire quali sono stati i fattori che l’hanno provocata. Invece nessuno si cimenta nell’analisi della crisi, si va avanti per tentativi tecnici senza riflettere sul motivo per cui qualcosa non ha funzionato».

 

Uno dei tanti tentativi tecnici ha riguardato, e ancora riguarda, la legge elettorale. Lei preferisce il proporzionale o il maggioritario?

«Possiamo anche adottare il maggioritario, che pero rischia di diventare una semplice aggregazione tra diversi, che subito dopo le elezioni si spacca come e gia successo in passato».

enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlo

 

Meglio il proporzionale?

«Certo, in teoria e virtuoso. Ma se poi finisce che in Parlamento entrano cento partiti dell’un per cento ognuno, allora...».

 

Siamo bloccati allora?

«Bisogna tornare al pensiero politico: i nostri attuali leader ce l’hanno un pensiero politico? A me non pare siano all’altezza, cosi come non lo e la societa civile che loro rappresentano.

 

Sono tutti svogliati e inadeguati. Ma almeno loro si sono sottoposti al voto degli elettori. I tecnici invece ci propongono la loro spocchia elitaria senza neanche chiedere un giudizio alla societa che governano, dimostrando un razzismo imbarazzante. Sono la casta non eletta».

Rino Formica MATTEO SALVINI MEME

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)