renzi cantone -656055_tn

ROTTAMAZIONE ANCHE PER BANKITALIA E CONSOB, SARA’ IL SOLITO MAGISTRATO CANTONE L’ARBITRO DEI TRUFFATI – CONTINUA LA CAMPAGNA “DUE NEMICI AL GIORNO” DEL DUCETTO DI RIGNANO CHE SCARICA LO SCANDALO ETRURIA SUL GROPPONE DI VEGAS E VISCO (MA IL DECRETO SALVA-BANCHE PORTA LA FIRMA DEL GOVERNO RENZI)

RENZI CANTONERENZI CANTONE

Francesco De Dominicis per “Libero Quotidiano”

 

banca boschibanca boschi

Da Autorità anticorruzione a organismo di tutela del risparmio. È il magistrato Raffaele Cantone, a sorpresa, l' arbitro voluto dal governo Renzi per selezionare i risparmiatori che avranno diritto al rimborso dopo il soccorso a Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e PopEtruria.

CANTONE RENZICANTONE RENZI

 

In ballo ci sono 10.500 soggetti che avevano acquistato le obbligazioni subordinate degli istituti «risolti». La dote stabilita dall' esecutivo è di 100 milioni di euro che coprono solo in parte i 500 milioni azzerati col salvataggio d' emergenza. In realtà, il governo vorrebbe circoscrivere la faccenda ai 2.494 consumatori che avevano investito tutto nei bond spazzatura, coi risarcimenti che si ridurrebbero a soli 120 milioni.

renzi cantonerenzi cantonefotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  1fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 1


Fin qui i numeri. La questione merita di essere analizzata anche sotto altri punti di vista.
Chi si aspettava che l' incarico fosse affidato alla Consob di Giuseppe Vegas o alla Banca d' Italia di Ignazio Visco (più competenti in materia finanziaria) è rimasto deluso. La scelta fatta da Renzi non è casuale e ha un paio di ragioni.

CANTONE RENZICANTONE RENZI


La prima è d' immagine: Cantone rappresenta una risposta efficace alla figuraccia provocata dal decreto «salva banche». Ma dietro la designazione dell' Anac c' è pure un dissapore, che viene da lontano, con le authority finanziarie e con Bankitalia in particolare.


Raccontano che le prime tensioni siano state registrate in Bankitalia, che con Renzi a Palazzo Chigi avrebbe avvertito una progressiva esclusione dai dossier più caldi. A cominciare dalla riforma delle banche popolari arrivata al consiglio dei ministri del 20 gennaio senza che via Nazionale fosse stata preventivamente informata e consultata. E siccome Renzi non può contare su funzionari di fiducia a Palazzo Koch e qualcuno ha annusato aria di rottamazione.

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas con la moglie Premio Guido Carli Giuseppe Vegas con la moglie


Fatto sta che poche settimane più tardi - e qui siamo alla cronaca dell' 11 febbraio - Visco firma e spedisce al Tesoro l' atto di commissariamento della Popolare dell' Etruria, l' istituto oggi al centro delle polemiche visto che vicepresidente era Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme. La banca era decotta da un pezzo, ma a palazzo Chigi c' è chi ha messo in fila gli eventi guardando con sospetto il calendario.

 

Ignazio Visco con la moglie Ignazio Visco con la moglie

E adesso si fa un altro ragionamento, secondo il quale il decreto del 22 novembre - quello che ha dato il la al «fallimento pilotato» delle quattro banche - sarebbe una sorta di polpetta avvelenata preparata a via Nazionale. Un fatto non è passato inosservato: l' azzeramento del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate non era indicato nel provvedimento approvato dal cdm, ma solo in un comunicato «tecnico» che Bankitalia ha pubblicato successivamente.

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  12fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 12


Qui va raccontato un giallo.
La nota di via Nazionale è apparsa attorno alle 18 sul sito internet dell' istituto centrale, quando la riunione del governo non era ancora terminata; poi è sparita per riapparire solo dopo le 20. Se ne sono accorti esperti delle banche e dell' Abi che quella domenica pomeriggio stavano compulsando i siti di Palazzo Chigi e Palazzo Koch a caccia dei testi ufficiali.

 

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  11fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 11

Secondo una versione maliziosa, l' obiettivo sarebbe stato mantenere segreta, fino all' ultimo minuto, la botta su azionisti e obbligazionisti che avrebbe poi aperto un caso e battaglie politiche, peraltro ancora infuocate a distanza di settimane. Di qui la minaccia di Renzi che ora vuole far pagare il conto al nemico. Rottamando, magari con fusioni, controllori e vigilanti dei mercati finanziari.

 

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…