scruton meloni

CHE ROTTURA DI SCRUTON – MIRELLA SERRI SCATENATA SU ROGER SCRUTON CITATO DALLA MELONI COME PRINCIPE DEL PENSIERO CONSERVATORE BRITANNICO – DAGLI STRALI CONTRO "LA FALSA EUROPA TIRANNICA" ALL’IDEA DI NAZIONE E FAMIGLIA, "I PRINCIPI BASILARI DEL PENSIERO DEL FILOSOFO INGLESE SE FOSSERO STATI EVOCATI DALLA PREMIER NEL SUO PRONUNCIAMENTO ALLA CAMERA, SAREBBERO SUONATI COME PROVOCAZIONI" – LA POSIZIONE "ANTI-ILLUMINISTA E ANTIFRANCESE" DI SCRUTON, "QUALCOSA DI ASSAI SCOMODO" PER DONNA GIORGIA ALLA RICERCA DI UN DIALOGO CON MACRON...

Mirella Serri per “la Stampa”

 

SCRUTON

Nel suo discorso di insediamento il/la presidente Giorgia Meloni ha citato il nome dell'accademico, editore, avvocato, giornalista, romanziere, compositore, ma soprattutto filosofo conservatore, Roger Scruton, autore di oltre 50 volumi, romanzi e liriche inclusi, sulle materie più disparate.

 

Il «principe del pensiero conservatore britannico», come la premier ha definito Scruton nella sua autobiografia, è stato però evocato quasi en passant da Meloni nel suo intervento alla Camera, indicandolo come il portavoce dell'ecologismo conservatore: «Sappiamo che ai giovani sta particolarmente a cuore la difesa dell'ambiente naturale», ha detto la presidente del Consiglio, «e, come ebbe a scrivere Roger Scruton "l'ecologia è l'esempio più vivo dell'alleanza tra chi c'è, chi c'è stato e chi verrà dopo di noi"». Utilizzando Scruton, ha così attaccato l'«ambientalismo ideologico».

 

SCRUTON COVER

Ma il filosofo - le cui opere vanno dal Manifesto dei conservatori (ristampato da Raffaello Cortina con la prefazione di Giuliano Ferrara) a La bellezza (Vita & Pensiero editore) a Il bisogno di nazione (Le Lettere) - è in realtà per Meloni molto, ma molto più che un predicatore ecologista, è l'architrave, il faro del suo stesso pensiero conservatore o reazionario che dir si voglia.

 

Sir Roger Vernon Scruton è scomparso nel 2020. Era nato a Buslingthorpe nel 1944 e nel Sessantotto era stato un ribelle coi fiocchi, un contestatore e un ammiratore del Maggio francese che visse nel Quartiere Latino. Salì sulle barricate per difendere le rivendicazioni degli studenti, ma ne ridiscese rapidamente e passò dall'altra parte, rinnegando i suoi trascorsi: dal 1971 al 1992 fu docente e professore di estetica al Birkbeck College, presso l'Università di Londra. In seguito insegnò negli Stati Uniti, sempre cercando di difendere a spada tratta quelle che lui definiva senza esitazione «le conquiste della cultura occidentale», le stesse che aveva cercato di demolire qualche anno prima.

MIRELLA SERRI 2

 

Si cimentò in pamphlet e saggi di veementi critiche all'antirazzismo, al disarmo nucleare, al multiculturalismo, all'egualitarismo e al femminismo. Si entusiasmava per Margaret Thatcher, la monarchia e la caccia alla volpe. Questo filosofo dotato di aplomb, amante dei pullover di cachemire girocollo, della casa di campagna con caminetto acceso, la presidente Meloni l'aveva conosciuto circa due anni prima della sua scomparsa.

«Tardi, troppo tardi», si rammarica. Lo aveva incontrato al Partito dei Conservatori e Riformisti europei, di cui Meloni ha la guida. Uno scrittore che «mi ha aiutato a disegnare i tratti di quello che faccio più di molti autori letti in gioventù», racconta la leader di FdI, «poiché non c'è partito che possa definirsi di destra in Occidente che non sia debitore di Scruton».

 

Dopo la parentesi libertaria, Scruton, innamorato dell'Italia, pugnace sostenitore della bellezza, cambia registro: così una delle opere che conquista la futura premier è il saggio How to Be a Conservative, la Bibbia in cui Scruton spiega che «i conservatori fanno propria la visione della società di Burke credono nell'associazione civile fra vicini, piuttosto che nell'intervento dello Stato; e ammettono che la cosa più importante che un vivente può fare è di insediarsi, farsi una casa e passarla poi ai propri figli».

 

roger scruton

Seguendo Scruton, la battaglia ecologica per Meloni si trasforma in sinonimo di nazionalismo, autarchia, valori spirituali, difesa della casa, delle proprie cose, lotta all'immigrazione, tutela dei confini della patria e antieuropeismo, anche in virtù della conservazione del patrimonio artistico degli italiani.

 

Il riferimento di Scruton a Edmund Burke non è casuale: precursore del romanticismo inglese, Burke fu chiamato il Cicerone britannico e fu soprattutto un critico della rivoluzione francese: la sua riflessione politica e filosofica è stata utilizzata da Scruton come un manganello contro chi esalta l'Illuminismo e i principi di libertà, fraternità e uguaglianza. Questo connotato di polemica anti-illuminista e antifrancese, che appartiene a Burke e a Scruton, oggi potrebbe rivelarsi una miccia, qualcosa di assai scomodo per Meloni nell'alleanza con i francesi governati da Emmanuel Macron, assai orgoglioso dell'eredità dei pensatori illuministi de l'«Encyclopédie».

SCRUTON MELONI

 

Roger Scruton, sostenitore della Brexit, è stato il maestro anche della Meloni antieuropea.

 

L'opera del pensatore britannico ha messo in guardia Giorgia dai pericoli della «falsa Europa», ovvero dall'Europa che è «utopica e potenzialmente tirannica», che minaccia le nazioni con la morsa soffocante di un'ideologia che è come una gabbia e una prigione. I cittadini del Vecchio Continente, secondo Meloni, odiano questa Europa così difficile da digerire.

 

Un'insofferenza radicale, che i Soloni dell'europeismo fanno finta di non sentire e di non vedere, al punto da volere «più Europa» e per i quali «la risposta alle crisi è sempre una maggiore cessione di sovranità a Bruxelles». Queste prese di posizione attualmente non fanno più parte del patrimonio culturale di Meloni che le ha pubblicamente rinnegate. Ma fino a pochissimo tempo fa lastricavano la strada maestra della sua riflessione politica-culturale.

roger scruton

 

Infine il pensiero di Scruton, sposato più volte, ha guidato la leader di Fratelli d'Italia anche nella difesa ad oltranza della famiglia più tradizionale: «La vera ragione per cui le persone sono conservatrici è che sono attaccate alle cose che amano e vogliono preservarle da abusi e decadimenti», ragiona Scruton, fermamente impegnato a salvaguardare la veneranda istituzione famiglia dall'attacco di un'ideologia «globalista». La sua discepola glossa: «Se ci fate caso, tutti i presidi identitari, tutto ciò che ci distingue è avversato con ogni mezzo: la famiglia, come la nazione, l'identità di genere come la religione».

giorgia meloni ride alle battute di renzi in senato 3

 

Questi principi basilari del rapporto Scruton-Meloni, se fossero stati evocati dalla premier nel suo pronunciamento alla Camera, sarebbero suonati come provocazioni. L'esternazione avrebbe mandato a carte e quarantotto il castello di equilibrismo costruito dalla presidente per riposizionarsi in Europa e nelle relazioni internazionali. In ogni caso, non è detta l'ultima parola. La presidente potrebbe in futuro recuperare l'intero patrimonio di cui è debitrice a Scruton. Il tempo, si sa, è galantuomo.

roger scrutonroger scrutonroger scrutonroger scrutonroger scruton

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...