
CON LA RUSSIA IN GINOCCHIO E DIPENDENTE DALLA CINA, PUTIN È PIÙ DISPERATO E PERICOLOSO CHE MAI – DOPO TRE ANNI E MEZZO DI GUERRA, 250 MILA RUSSI MORTI E OLTRE 500 MILIARDI DI DOLLARI SPESI NEL CONFLITTO, “MAD VLAD” È AGGRAPPATO A PECHINO, CHE COMPRA GAS E PETROLIO RUSSO AL PREZZO CHE DECIDE DA SÉ, IMPONE DI USARE LO YUAN E COLONIZZA MOSCA SUL PIANO INDUSTRIALE – FEDERICO FUBINI: “PUTIN VOLEVA RICOSTRUIRE UN IMPERO, SI RITROVA NEI PANNI DEL VASSALLO DI UN ALTRO IMPERO. SE LA RUSSIA FOSSE UNA DEMOCRAZIA, ANCHE AUTORITARIA, IL POTERE DI PUTIN SAREBBE IN PERICOLO. QUESTO DEVE METTERE IN GUARDIA GLI OCCIDENTALI, ORA CHE SI APRE UNA FASE VITALE DEI NEGOZIATI. PUTIN NON PUÒ USCIRE DALLA GUERRA COSÌ…”
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
la stretta di mano tra putin e trump ad anchorage, alaska. foto lapresse
Mettetevi nei panni di Vladimir Putin. Avete scatenato un’invasione tre anni e mezzo fa puntando una fila di blindati lunga 60 chilometri contro Kiev. Volevate conquistare il sistema politico dell’Ucraina (“denazificarlo”) e mettere il Paese alla vostra mercè (“smilitarizzarlo”). […]
E avete fallito: dopo un mese, le vostre truppe si sono ritirate. Allora avete concentrato gli attacchi sulla parte orientale dell’Ucraina. In tre anni e mezzo avete speso le vite di 250 mila o più russi, oltre a un numero di feriti che ormai si avvicina al milione: una quindicina di volte più di quanti l’Unione sovietica ne avesse persi in Afghanistan negli anni ’80, avvicinando la propria dissoluzione.
xi jinping e vladimir putin - parata militare a mosca per il giorno della vittoria
Avete speso 500 miliardi di dollari non in educazione, sanità o tecnologie per la Russia, ma in distruzione del Paese vicino. Per sostenere un simile sforzo siete piombati nell’isolamento e nelle sanzioni dei Paesi avanzati e avete dovuto mettervi nelle mani della Cina.
Ormai è Pechino che vi detta i termini: compra il vostro gas e petrolio al prezzo che decide da sé, vi impone di usare lo yuan, vi colonizza sul piano industriale. […]
Volevate ricostruire un impero, vi ritrovate nei panni del vassallo di un altro impero. Ma cosa avete ottenuto per questo prezzo? L’Ucraina non è «denazificata» (niente cambio di governo), in compenso è «militarizzata» molto più di prima. Certo, avete conquistato il 12% del Paese, oltre al 7% che occupavate già il 24 febbraio del 2022; ma quel territorio ha bisogno di investimenti per centinaia di miliardi di dollari per tornare a essere vivibile.
E una parte importante della popolazione se n’è andata: in alcune aree occupate metà degli abitanti sono fuggiti, in altre il 95%; nel complesso si stima che dei 10 milioni di abitanti dell’Ucraina orientale potrebbe esserne rimasta poco più della metà. Avete combattuto ferocemente per una landa desolata.
Se la Russia fosse una democrazia, anche autoritaria, il potere di Putin sarebbe in pericolo. Un leader che ha commesso una serie così catastrofica di errori — lasciamo stare per ora i crimini — non potrebbe restare. Ma la Russia non è una democrazia.
donald trump vladimir putin anchorage alaska foto lapresse
Tutto questo deve mettere in guardia gli occidentali, ora che si apre una fase vitale dei negoziati. Putin non è sazio, non può uscire dalla guerra così: chiederà la levata delle sanzioni, qualche forma di riconoscimento delle proprie pretese sulla Crimea e il resto dei territori occupati; soprattutto, resisterà a qualunque forma di garanzia di sicurezza per l’Ucraina che sia credibile ed efficace.
Putin farà di tutto per trascinare la trattativa «di pace» per settimane e mesi, dopo aver strappato a Donald Trump la concessione più subdola: nel frattempo, non occorre nessuna tregua.
A quel punto getterà ancora più uomini nel tritacarne per cercare di piegare a proprio favore la situazione sul terreno, quindi per far pesare quest’ultima ai tavoli di pace. Spererà che le democrazie, mentre negoziano, si concentrino sulle trattative e non nel sostegno militare all’Ucraina.
xi jinping al cremlino con vladimir putin 3
Ovviamente Putin non vuole incorrere nelle ire di Trump e metterà massima cura nel camuffare il fatto che l’unico ostacolo al congelamento del conflitto è lui. Quanto a Trump, ha messo a disposizione la copertura aerea americana in un sistema di garanzie di sicurezza per Kiev.
Ha detto che profonde tutto questo impegno solo perché vuole «andare in paradiso», o magari gli basterebbe anche il Nobel per la Pace. Eppure Putin sembra averlo incantato e avviluppato nelle sue spire su due punti essenziali.
vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse
[...] c’è anche l’altra pretesa, che le presunte «garanzie di pace» ricalchino quelle del fallito negoziato di Istanbul del 2022: un certo numero di Paesi, fra cui la Russia e la Cina, avrebbe ciascuno un diritto di veto sulla difesa dell’Ucraina in caso di attacco.
In pratica l’aggressore, Putin stesso, avrebbe diritto di paralizzare qualunque garanzia a favore dell’aggredito. La sua strategia ormai è chiara: attaccare perché nessuno gli chiede più una tregua e nel frattempo porre richieste impossibili che prolunghino il negoziato di «pace».
Probabilmente conta ancora su un anno di energie finanziarie, economiche, industriali e demografiche della Russia, prima che lo sforzo di guerra obblighi anche il Cremlino a una pausa. La fase più drammatica comincia ora.
XI JINPING VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP - ILLUSTRAZIONE THE NEW YORK TIMES
XI JINPING - DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN