salvini marine le pen

MA SALVINI, CHE IN ITALIA FA IL DRAGHIANO EUROPEISTA, E’ LO STESSO CHE HA FIRMATO IL MANIFESTO DEI SOVRANISTI EUROPEI? CON IL CAPITONE E MELONI ANCHE LE PEN E ORBAN - ACCANTONATA L’USCITA DALL’EURO E DALLA UE, I FIRMATARI PUNTANO ALLA NASCITA DI UN GRUPPO UNICO AL PARLAMENTO EUROPEO E SI SCAGLIANO CONTRO MACRON (PRINCIPALE ALLEATO DI DRAGHI) E “L’IDEOLOGIA TECNOCRATICA” DI BRUXELLES – LA BATTAGLIA INTERNA ALLA LEGA TRA SALVINI E GIORGETTI, PIU' INTERESSATO A...

Stefano Montefiori per corriere.it

 

MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

Marine Le Pen annuncia la nascita dell’«Unione dei patrioti europei» con una dichiarazione comune sull’avvenire dell’Unione europea firmata da lei stessa, gli italiani Giorgia Meloni e Matteo Salvini, l’ungherese Viktor Orban, il polacco Jaroslaw Kaczynski, il leader spagnolo di Vox Santiago Abascal e da altre dieci forze politiche europee. Non si parla più di uscire dall’Europa ma di darle un altro indirizzo, opposto «al percorso federalista che la allontana inesorabilmente dai popoli che sono il cuore vibrante della nostra civiltà», scrive Marine Le Pen.

 

La dichiarazione comune è firmata da partiti e responsabili politici che nei Paesi rispettivi sono «forze dominanti o in ascesa, e presto maggioritarie grazie alla volontà popolare», sostiene la leader del Rassemblement national, che peraltro domenica scorsa ha patito una dura sconfitta alle elezioni regionali in Francia, non riuscendo a conquistare alcuna presidenza di regione, neanche nella Provence-Alpes-Côte d’Azur dove il suo candidato era dato per favorito.

SALVINI LE PEN-3

 

 

I firmatari vogliono difendere l’idea di un’Europa «rispettosa dei popoli e delle nazioni libere», giudicando inaccettabile che «i popoli siano sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana».

 

Si tratta di temi da sempre cari alle forze politiche sovraniste, ma viene accantonata la retorica dell’uscita dall’Europa o dall’euro. L’obiettivo non è più distruggere l’Unione europea ma «riformarla» pesando di più sul dibattito politico, e secondo Marine Le Pen «l’accordo di oggi è il primo passo verso la costituzione di una grande alleanza al Parlamento europeo».

 

SALVINI LE PEN-2

«Le nazioni si sentono lentamente spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani» è scritto nel documento. Il quale poi così prosegue: « L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un Superstato europeo è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza. L’iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi anni nelle istituzioni della Ue ha portato allo sviluppo di una pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico. Siamo convinti che la cooperazione delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa . Riaffermiamo la nostra convinzione che la famiglia è l’unità fondamentale delle nostre nazioni. La politica a favore della famiglia dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa».

 

matteo salvini e giorgia meloni

L’avversario designato è Emmanuel Macron, «il principale rappresentante in Francia dei mondialisti e degli europeisti che, lanciando la Conferenza sul futuro dell’Europa, vogliono accrescere il potere delle istituzioni europee». Il posizionamento politico di Marine Le Pen è chiaro e tutto sommato coerente in Francia e in Europa: rivale di Macron nella corsa all’Eliseo della primavera 2022, e avversaria «patriota» del presidente europeista anche a livello continentale.

 

salvini draghi

La formalizzazione dell’alleanza con Marine Le Pen, Orban e Kaczynski in funzione anti-Macron e anti-europeista rende invece più visibile la situazione peculiare della Lega di Matteo Salvini: in Italia parte del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, salvatore dell’euro e oggi più stretto alleato di Macron, e al tempo stesso in Europa parte di una nuova e rafforzata alleanza sovranista assieme a Giorgia Meloni (che invece è fuori dal governo) e che ha per maggiori avversari gli stessi Macron e Draghi.

 

La nascita dell’alleanza dei patrioti punta a formare un gruppo parlamentare sovranista che potrebbe contare all’incirca su 115 deputati a Strasburgo, diventando la terza formazione dopo i popolari e i social-democratici. La riorganizzazione del campo sovranista è stata permessa dall’uscita dell’ungherese Orban dal Partito popolare europeo. Fino ad allora, Orban e il suo partito Fidesz era legati ai Républicains dell’ex presidente Sarkozy e rifiutavano l’alleanza con Marine Le Pen.

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

 

Rotti gli indugi e abbandonato il PPE, Orban può adesso perseguire apertamente l’unione con i lepenisti in Francia, e Meloni e Salvini in Italia. E’ quest’ultimo adesso a trovarsi in una situazione politicamente delicata, visto anche che il suo più importante ministro nel governo Draghi, Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico, sembra attento alle ragioni dell’imprenditoria settentrionale più interessata a tutelare e stringere il legame con l’Europa.

 

Più o meno negli stessi minuti dell’annuncio della nascita dell’«Unione dei patrioti europei» con le Pen, Orban e Salvini, per coincidenza il quotidiano anglosassone Financial Times ha pubblicato un nuovo articolo della serie «A pranzo con il FT» nel quale il giornalista Miles Johnson racconta l’incontro con il leader della Lega in un ristorante di Piazza Navona, a Roma.

 

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

Si sottolinea il passato no-euro di Salvini, le simpatie per Putin e Trump, e il suo riallineamento attuale sull’europeista Draghi, la Nato e il presidente americano Biden. Salvini si è trasformato? E’ diventato un uomo dell’establishment?, chiede il Financial Times. «Il mondo è cambiato, l’Europa è cambiata, gli Stati Uniti sono cambiati, le dinamiche economiche sono cambiate. Abbiamo certi valori e quelli rimangono», risponde Salvini, che poco dopo aggiunge «la mia idea è un’Europa del popolo, non un superstato ma una unione delle diversità e delle comunità».

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

 

L’articolo si conclude così: «Mi chiedo quale versione di Salvini io abbia incontrato – scrive il giornalista del FT -. Forse ha ragione, il mondo sta cambiando e lui cambia con esso. Oppure, più probabilmente, non ho davvero incontrato l’uomo ma solo un altro dei suoi costumi».

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