bossi salvini

SI PUO' CACCIARE IL FONDATORE? - SALVINI E’ FURIBONDO PER LA DECISIONE DI UMBERTO BOSSI DI VOTARE PER FORZA ITALIA ALLE EUROPEE - C'E' ANCHE L'IPOTESI CHE IL SENATUR POSSA ESSERE ESPULSO DALLA LEGA: “FACCIAMO CALMARE LE ACQUE, POI VALUTEREMO PERCHÉ SI TRATTA DI UNA VALUTAZIONE POLITICA” - POTREBBE ESSERE SILURATO PAOLO GRIMOLDI, EX DEPUTATO ED EX SEGRETARIO DELLA LEGA LOMBARDA, DA TEMPO IN ROTTA DI COLLISIONE CON SALVINI. LUI RIBATTE: “E PER CHE COSA DOVREI ESSERE ESPULSO? PER AVERE RIPORTATO IL MESSAGGIO DI BOSSI?"

1 - IL SEGRETARIO «SECCATO» I SUOI: SPEZZATO UN LEGAME MA È DIFFICILE L’ESPULSIONE

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera” - Estratti

bossi salvini

 

«Con Bossi si è spezzato un legame. È stato tirato dentro a un gioco che gli ha fatto soltanto danno». Igor Iezzi è il vicecapogruppo vicario della Lega alla Camera e dà voce al sentimento dominante tra i salviniani doc.

 

Molti di loro si descrivono addirittura «choccati» dalla dichiarazione di voto di Umberto Bossi. Che a urne già aperte, sabato sera, ha incaricato Paolo Grimoldi di «far sapere al mondo» che lui avrebbe votato per il suo antico capogruppo, Marco Reguzzoni. Dettaglio: alle Europee Reguzzoni correva con Forza Italia.

 

I salviniani sostengono che non sia stato un fulmine a ciel sereno: «Sapevamo che qualcosa si andava preparando. Ma nessuno si attendeva una sortita di tale portata». Curiosi anche i tempi della sortita: il messaggio di Bossi è stato riportato soltanto sabato sera.

SIAMO UOMINI O CAPORALI - MEME BY MACONDO

 

Se si fosse voluto il massimo danno, la cosa sarebbe stata annunciata alcuni giorni prima, in modo da far montare la polemica sui media e rendere universalmente nota la dichiarazione.

 

Matteo Salvini, ieri mattina, non ha lasciato cadere la cosa: «Dovrò ascoltare i militanti. È evidente che se qualcuno dice che vota per un altro partito manchi di rispetto non solo al segretario in carica ma all’intera comunità». In realtà, nessuno pensa che Umberto Bossi sarà effettivamente espulso.

 

umberto bossi e matteo salvini

Anche se, accanto al segretario, c’è chi lo descrive come «mai così seccato e determinato». In ogni caso, «ora facciamo calmare le acque, poi valuteremo tutto». Perché si tratta di «una valutazione politica, non tecnica». Un riferimento al fatto che l’articolo 29 dello statuto leghista specifica che la militanza «è incompatibile con l’iscrizione o l’adesione a qualsiasi altro partito o movimento politico».

 

Molti ritengono che invece possa esser espulso Paolo Grimoldi, ex deputato ed ex segretario della Lega lombarda, da tempo in rotta di collisione con Salvini. «E per che cosa dovrei essere espulso? — ribatte lui —. Per avere riportato il messaggio del presidente federale del partito?». Racconta Grimoldi di aver ricevuto una prima telefonata da Bossi per dirgli di passare tra i militanti la sua dichiarazione di voto.

 

(...)

 

2 - BOSSI A RISCHIO ESPULSIONE E LA DISFATTA DI PONTIDA IL CARROCCIO PERDE I SIMBOLI

Claudia Guasco per “il Messaggero” - Estratti

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI

 

Un manciata di ore, dalla notte all'alba, permettono di portare a casa il risultato. La Lega si attesta al 9,01% alle europee, benché non riesca ad agganciare Forza Italia, lasci sul terreno 400 mila voti rispetto alle politiche del 2022, a Milano venga superata anche da Azione e non mostri particolare smalto al Nord dove ha le sue radici.

 

Alle nove e mezza di mattina il segretario Matteo Salvini traccia il consuntivo e guarda al bicchiere mezzo pieno: «Contano le percentuali. Abbiamo dovuto affrontare avversari esterni e interni, non è mai successo in nessun partito che il fondatore a urne aperte annunci di votare per altri. Insomma, siamo andati a dormire con l'8% ci svegliamo al 9 ed è una bella giornata di sole. Ci avrei messo non una, ma tre firme. Non sono uno che si accontenta, vedrò dove lavorare di più e meglio».

 

matteo salvini e umberto bossi

La disamina di Salvini parte dai numeri positivi: il 15% dei voti conquistati in Friuli-Venezia Giulia, il 9,2% in Calabria, «con la constatazione nei fatti che la scelta nazionale è quella del futuro», il partito che ha superato i 2 milioni di voti, il grande successo del generale Roberto Vannacci «da tutti contestato e vituperato». E un governo che, «tra i pochi casi in Europa, ne esce rafforzato». Poi ci sono le zone d'ombra, dai subbugli tra i militanti del Nord Est all'alzata di testa di Umberto Bossi, che a votazioni in corso ha fatto sapere che la sua preferenza sarebbe andata a Forza Italia.

 

Una presa di posizione che non resterà senza conseguenze: «Io non voglio male a nessuno e a Bossi ho intitolato anche il mio libro - premette Salvini - Non sono permaloso di natura, ma sicuramente dovrò ascoltare i militanti. Non ha mancato di rispetto al segretario in carica, bensì a tutta la comunità. Sia Zaia che Giorgetti hanno votato Lega, con le preferenze che hanno voluto. Il problema è di chi non vota Lega, non di chi fa le sue scelte sulle preferenze».

 

matteo salvini umberto bossi

Dietro le quinte di via Bellerio si fa notare che l'impennata del Senatur non ha modificato l'andamento dei consensi, perché alla fine chi avrebbe dovuto essere penalizzato sarebbe stato Vannacci e così non è stato. Ma la presa di posizione del fondatore del Carroccio è uno strappo doloroso, che il segretario manifesta con una delusione sotto cui serpeggia una notevole arrabbiatura. «Io sono abituato a confrontarmi con gli avversari esterni, dover fare i conti con chi all'interno rema contro è complicato - afferma - Non mi piacciono i fuggiaschi e coloro che tradiscono». Resta da decidere il da farsi.

 

(...)

 

Paolo Grimoldi

Altro grattacapo per Salvini è la tenuta del partito, che lo espone a critiche da parte della leadership interna già infastidita per la candidatura del «non leghista» Vannacci. In Veneto il Carroccio è stato triplicato da Fratelli d'Italia, scende al 13,16% dal 14,5% delle politiche, scongiura il sorpasso di FI tuttavia resta relegato a terzo partito. In Piemonte arretra al 10,3% (dal 37,1% delle europee 2019), in Lombardia al 13,1% (dal 43,38%) dove, dopo vent'anni di dominio, perde il feudo simbolo di Pontida: il sindaco uscente Pieguido Vanalli si ferma al 32,3%, battuto da Davide Cantù (lista civica) con il 52,71%.

 

 Segnali che agitano e tra chi manifesta insofferenza c'è il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. «Il fatto che FI ci abbia sorpassato, anche se di poco, indubbiamente induce a delle riflessioni. Bisogna farle attentamente e negli organismi competenti», dice. «Sono convinto che occorra riguadagnare territorio, rafforzare la nostra base, stare più vicino ai nostri amministratori». La carta Vannacci è stata «un'importante operazione di marketing politico», «una grande intuizione di Salvini».

 

LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI

Ma attenzione alla deriva, avverte: «Lega nazionale sì, senza dimenticare le proprie origini. La questione settentrionale è un tema che deve ritrovare la giusta enfasi».

L'assessore regionale veneto leghista Roberto Marcato non va per il sottile: «Se vogliamo mantenere il consenso nel Veneto e provare a mantenere anche la Regione, dobbiamo tornare a una Lega che faccia dell'autonomia la sua bandiera. Per me Salvini può rimanere segretario anche per i prossimi duecento anni, però esigo il congresso perché voglio sapere in che razza di partito milito, altrimenti c'è Fratelli d'Italia».

 

salvini al congresso della lega

Il leader rassicura la base, garantisce che «questa settimana abbiamo in calendario l'autonomia, un'opportunità di sviluppo, crescita è modernità per tutto il Paese». A stretto giro, il confronto: «Entro l'estate si terranno tutti i congressi regionali che ancora mancano, in autunno quello federale. L'Italia ha bisogno di un governo solido, se qualcuno non ha voglia non siamo una caserma». Quindi liberi tutti.

Paolo Grimoldi PAOLO GRIMOLDI

salvini cornuto da isoardi il commento di bossibossi salvini maroni

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA