
SALVINI, IL RE DEI GUASTAFESTE PER GIORGIA MELONI - IL LEADER LEGHISTA HA INIZIATO LA SUA CAMPAGNA D’AGOSTO, CON UN OCCHIO ALLE PROSSIME REGIONALI E SI E’ MESSO PANCIA A TERRA PER OTTENERE VISIBILITA’ – E ALLORA AVANTI CON LA RIVENDICAZIONE DEL PONTE SULLO STRETTO, SFRUTTANDO LA PROSPETTIVA DI APRIRE I CANTIERI GIÀ TRA SETTEMBRE E OTTOBRE; IL COUNTDOWN CELEBRATIVO DELL’OLIMPIADE MILANO-CORTINA; IL LEITMOTIV DELLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE – SUL VENETO HA RILANCIATO LA “LISTA ZAIA”, DEFINITA “UN VALORE AGGIUNTO”, ESALTANDO “LA FORZA DIROMPENTE DELLA LEGA”: UN DITO NELL’OCCHIO AGLI ALLEATI, VISTO CHE FRATELLI D’ITALIA E FORZA ITALIA NON GRADISCONO L’IPOTESI…
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
Nemmeno il tempo di mettersi comoda, per iniziare le vacanze, che Giorgia Meloni ha dovuto fare i conti con il progetto politico estivo del suo alleato, Matteo Salvini: un agosto di guerriglia politica con lo sguardo al lungo autunno elettorale che attende la politica italiana. In mezzo si è inserita un’altra tappa, quella delle regionali in Calabria, con il voto fissato […] il 5-6 ottobre.
[…] Operazione agosto Il mirino del vicepremier leghista è però puntato sul Veneto, una partita decisiva per rafforzare la propria leadership. Un fatto è ora chiaro: l’opzione di una «lista Zaia» non è una ricostruzione giornalistica, si tratta di un’idea concreta. Salvini, intervenendo al direttivo regionale leghista, ha ricordato: «Il partito conta su 11.000 iscritti e più di 160 sindaci. E in vista delle regionali ha già raccolto 158 disponibilità alla candidatura. Potrebbero garantire la costruzione di addirittura tre liste».
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Con questi numeri ha voluto esaltare «la forza dirompente della Lega in Veneto», sottolineando che «l’eccellente amministrazione garantita negli ultimi anni con la guida di Luca Zaia non va dispersa». Da qui il rilancio su una lista personale del presidente uscente, definita «un valore aggiunto» che sarà proposto. Un dito nell’occhio agli alleati: Fratelli d’Italia e Forza Italia non gradiscono l’ipotesi.
Se non è una minaccia, quella di Salvini è qualcosa che ci va molto vicino: o un candidato della Lega, con il deputato Alberto Stefani principale “indiziato”, o una lista personale di Zaia a fare concorrenza a FdI. Per capire chi ha davvero più voti. Un presidente meloniano uscirebbe azzoppato già al momento dell’elezione.
Il Veneto è un mattoncino dell’estate salviniana, che non ha alcun Papeete in programma, senza alcuno strappo definitivo. Ma l’idea di mettere al centro l’agenda leghista, consapevole che nel tempo fermo di agosto c’è più spazio per ottenere visibilità. E allora avanti con la rivendicazione del Ponte sullo Stretto, sfruttando la prospettiva di aprire i cantieri già tra settembre e ottobre, il countdown celebrativo dell’Olimpiade Milano-Cortina, il leitmotiv della rottamazione delle cartelle, e così via fino all’all-in sulle pensioni, già annunciato da Claudio Durigon, sottosegretario e potente numero due di Salvini.
Se non si potrà superare la legge Fornero, si deve trovare una via alternativa. Dalla Grecia ad Almasri Meloni, insomma, ha staccato per qualche giorno, con tappa in Grecia come anticipato dal Foglio, ma subito ha dovuto fare i conti con una delle questioni messe in stand-by nelle scorse settimane: il confronto con gli alleati, Salvini in testa, sul Veneto. […]
MELONI SALVINI
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