matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

SALVINI LANCIA L’ASSALTO ALLA MANOVRA: SI ANNUNCIA UNA NUOVA GUERRA CON TAJANI – IN VISTA DELLA LEGGE DI BILANCIO D’AUTUNNO, IL LEADER DELLA LEGA PROMETTE LA “PACE FISCALE” CON LA NUOVA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE (“QUESTA LA PORTIAMO A CASA”) E CHIEDE DI ESCLUDERE LA PRIMA CASA DAL CALCOLO DELL’ISEE – FORZA ITALIA RIBATTE PRETENDENDO IL TAGLIO DELL’IRPEF PER LA CLASSE MEDIA, PROPOSTA RIMASTA SULLA CARTA DA DUE ANNI – GIORGETTI PROVA A FARE IL POMPIERE: LA COPERTA È CORTA, I PALETTI DEL PATTO DI STABILITÀ SONO STRINGENTI E I DAZI TRUMPIANI PESERANNO SUL PIL…

Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per “Domani”

 

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI

Come da copione, un copione consolidato nel tempo, Matteo Salvini è / tornato a promettere la «pace fiscale», cioè la rottamazione delle cartelle, cioè l’ennesimo condono. «Sono convinto che questa volta la porteremo a casa», ha detto il leader della Lega inaugurando a modo suo i lavori di quello che viene definito, con logora metafora, il cantiere della manovra d’autunno.

 

Il tormentone salviniano ci accompagnerà a lungo e servirà anche da rullo propagandistico in vista delle prossime elezioni regionali d’autunno.

 

CARTELLE ESATTORIALI

Nelle intenzioni di chi la propone, la sanatoria dovrebbe servire a sgravare «milioni di lavoratori italiani» dal peso dei debiti col Fisco, che negli anni si sarebbero moltiplicati non per cattiva volontà dei contribuenti, ma per via delle difficoltà economiche di cittadini e piccole imprese. Anche qui siamo alle solite: tutta colpa dell’evasione per necessità.

 

Favori agli evasori

A questo punto vale quindi la pena citare l’ultima Relazione della Corte dei conti sul Rendiconto generale dello stato dove si legge che nel 2024 sono state emesse cartelle esattoriali, sotto forma di iscrizioni a ruolo per un valore di 40,7 miliardi.

 

evasione fiscale 3

Una somma che però è stata recuperata solo in minima parte. Come segnalato ieri dal sito del Sole 24 Ore, gli incassi non hanno superato 1,3 miliardi, cioè appena il 3,1 per cento di quanto dovuto. [...]

 

Andrebbe impostata un’azione di recupero incisiva ed efficace, che però, al momento non si vede. Così l’arretrato si accumula anno dopo anno anche perché, come sottolinea la Corte, tra i furbetti delle tasse ci sono «radicate aspettative di successive rottamazioni». Aspettative che le proposte di Salvini non fanno altro che rafforzare, in un circolo vizioso che finisce per garantire una sostanziale impunità agli evasori.

 

Lega contro Forza Italia

ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI

Va poi considerato che l’ennesima rottamazione avrebbe un costo elevato per le casse dello stato, almeno tre miliardi, secondo le stime più prudenti.

 

Non solo. La nuova edizione della cosiddetta pace fiscale va a sbattere contro l’idea, cara a Forza Italia, di alleggerire le imposte sul ceto medio con la riduzione dell’aliquota intermedia dell’Irpef, quella del 35 per cento che si applica ai redditi annui tra i 28mila e i 50mila euro. Da due anni l’ipotesi viene puntualmente rilanciata dai forzisti, ma è rimasta fin qui sulla carta per mancanza di risorse.

 

[...]

 

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO

In ogni caso il nuovo intervento sull’Irpef, dopo la riduzione da quattro a tre degli scaglioni varata nel 2024, andrebbe finanziato con tre-quattro miliardi nella prossima manovra.

 

Costi che si sommerebbero alle risorse da destinare alla pace fiscale rilanciata da Salvini. Già che c’era, il leader leghista in questi giorni ha riproposto un altro suo vecchio cavallo di battaglia come l’innalzamento a 100mila euro, dagli 85mila attuali, del limite per la flat tax dei lavoratori autonomi.

 

Secondo il ministro delle Infrastrutture nonché vicepremier andrebbe rivisto anche l’Isee, l’indicatore delle condizioni socioeconomiche delle famiglie in base al quale viene dato accesso, per esempio, all’assegno unico, ai bonus bollette, alle riduzioni delle rette per gli asili. Salvini vorrebbe escludere dal calcolo la prima casa, perché così com’è, dice lui, l’Isee è ancora troppo «socialista».

 

Giorgetti pompiere

GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI

Questa raffica di proposte si escludono l’una con l’altra per mancanza delle risorse necessarie a finanziarle tutte, anche solo in parte. Tanto più che il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, già entrato in modalità pompiere di fronte ai fuochi d’artificio dei partiti della maggioranza, dovrà prima di tutto trovare il modo di finanziare il taglio del cuneo fiscale (costo 11 miliardi) e mantenere le tre aliquote Irpef, due misure previste dall’ultima manovra, ma solo per un anno.

 

Le entrate tributarie, invece, nel primo semestre sono aumentate rispetto all’anno scorso e nelle speranze del governo proprio da qui dovrebbero arrivare i fondi destinati alle misure per ridurre la pressione fiscale.

 

GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI

[...] C’è un dato, però, che giustifica i timori di molti analisti e dello stesso governo per il futuro prossimo. Nel secondo trimestre dell’anno il Pil si è ridotto dello 0,1 per cento rispetto al 2024 e in una fase in cui le prospettive dell’economia globale sono a dir poco incerte, non va escluso un ulteriore rallentamento.

 

È un rischio concreto per la tenuta dei conti pubblici, anche per via dei possibili effetti sulle entrate. Se aziende e cittadini guadagnano di meno, anche i proventi delle tasse sono destinati a calare. E allora addio tesoretto.

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