sandro bondi berlusconi

LO SMEMORATO DEL VENTENNIO - DOPO AVER PASSATO ANNI A DEDICARE POESIE AL CAV, SANDRO BONDI SI SVEGLIA: “BERLUSCONI PENSAVA SOLO AI SUOI INTERESSI. CI DISSE DI SOSTENERE IL GOVERNO MONTI PERCHÉ CONVENIVA ALLE SUE AZIENDE”

Paola Zanca per il “Fatto Quotidiano”

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO GASPARRI SANDRO BONDI SANTANCHE MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO GASPARRI SANDRO BONDI SANTANCHE

 

Un tempo, a Silvio, dedicava poesie. Ora a Sandro Bondi, di lirico, sono rimaste solo le citazioni: quando pensa a Berlusconi, all' ex fedelissimo, adesso viene in mente il dantesco Conte Ugolino, quello che mangiava il cranio dei suoi figli. Nel girone dei traditori della Patria, Bondi mette proprio il pluri-presidente del Consiglio, leader del centrodestra per un ventennio, di cui è stato consigliere e adulatore fino a nove mesi fa.

 

Ieri, l'ex coordinatore del Pdl ha partorito tutta la sua amarezza in un' intervista a Repubblica. Ha ripercorso gli anni al fianco del Caimano, confessato alcuni errori e ammesso la piaggeria di quei giorni. E poi ha svelato quello che, per la verità, si sospettava un po' dovunque: a Berlusconi importava più dei suoi affari che delle sorti dell' Italia. Quei figli di cui ora divora la testa, li lasciava "giocare con la politica e le idee", riconosce Bondi, fino a che non sfioravano i suoi interessi, le sue aziende, le sue tasche.

SANDRO BONDI SANDRO BONDI

 

Snocciola esempi, il vecchio amico: una volta, ricorda, osò parlare di un canale pubblico, senza pubblicità, da dedicare alla Cultura, di cui allora era ministro. Fedele Confalonieri, alias Mediaset, lo "redarguì bruscamente". Chi l' avrebbe mai detto. Eppure, c' è una pagina del berlusconismo, quella sulla sua fine, che è interessante ricostruire con gli occhi del senatore ora accasato con Denis Verdini. Racconta Bondi che il via libera al governo tecnico presieduto da Mario Monti - che subentrò a B., senza elezioni, nel novembre del 2011 - arrivò durante una riunione a palazzo Grazioli.

 

SANDRO BONDI E SILVIO BERLUSCONI jpegSANDRO BONDI E SILVIO BERLUSCONI jpeg

Lo stato maggiore del Pdl era stato convocato nella casa romana dell'allora premier e lui, alla vigilia della sua decapitazione, fece ascoltare in viva voce ai fedelissimi l' opinione di Ennio Doris (Mediolanum) e di Alberto Nagel (Mediobanca). I banchieri amici consigliarono Silvio, e lui non se lo fece ripetere due volte. Ora sembra strano rileggerlo, ma l'appoggio al governo in loden fu accompagnato da un tifo disarmante. Diceva lo stesso Bondi: "Si innescherà una dinamica virtuosa, al termine del quale non solo l' economia ma anche il bipolarismo potranno beneficiare degli effetti positivi di un benefico chiarimento".

 

SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI

Confessa oggi il poeta di un tempo, che all' epoca né lui né gli altri godevano di alcuna "autonomia politica", tanto che uno come Angelino Alfano, per dire, viene descritto come un campione di indipendenza e coraggio. E non c' è da stupirsi che passato l' entusiasmo iniziale, a Berlusconi facesse comodo cambiare strategia. Virava Bondi, solo 120 giorni più tardi. "In questi ultimi mesi hanno agito forze nazionali e internazionali per colpire il presidente Berlusconi e isolare il Popolo della Libertà. La storia ci dirà in che modo torbido e non trasparente hanno agito queste forze".

 

SANDRO BONDI SANDRO BONDI

Che fossero Doris e Nagel, gli esponenti di quella "aristocrazia" che ha legittimato il "tecnocrate", lo apprendiamo con certezza solo ora che a Bondi è tornata la memoria. Altri tempi, ben diversi da quelli in cui "sempre e solo con i voti di Berlusconi" Sandro Bondi era "deputato, senatore, coordinatore del partito, ministro". Giovanni Toti, oggi governatore della Liguria con Forza Italia, ricorda quegli anni e soprattutto che "la gratitudine non è della politica", considerato che anche oggi Bondi mette "in tasca lo stipendio di Palazzo Madama ancora una volta grazie ai voti di Berlusconi".

 

Sandro Bondi sul balcone di Palazzo Grazioli Sandro Bondi sul balcone di Palazzo Grazioli

Il deputato Simone Baldelli aspetta che il senatore-poeta scriva "A Matteo", il capogruppo al Senato Paolo Romani torna sul tema della riconoscenza perché "siamo tutti debitori" anche "in termini di incarichi, responsabilità e prebende, a una sola persona: al presidente Silvio Berlusconi". È un coro di fischi contro l' ex compagno di avventure. "Che pena provo per Bondi - dice Simone Furlan, leader dell' Esercito di Silvio -: lo ricordo solo un anno fa quando gareggiava con Dudù a chi scodinzolava di più di fronte a Berlusconi. Almeno Dudù era sincero".

 

 

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