putin gas russia

SANZIONIAMO LA RUSSIA MA PORTIAMO A PUTIN 800 MILIONI AL GIORNO PER AVERE PETROLIO E GAS (ALLA FINE LA GUERRA IN UCRAINA GLIELA STIAMO FINANZIANDO NOI) - CON I PREZZI DELLE MATERIE PRIME ALLE STELLE, L'EUROPA NEL 2022 VERSEREBBE ALLA RUSSIA CIRCA 260 MILIARDI DI EURO PER COMPRARE GLI STESSI VOLUMI DI GAS, PETROLIO E CARBONE IMPORTATI NEL 2020 (SE I PREZZI TORNASSERO QUELLI DI INIZIO GENNAIO VERSEREMMO COMUNQUE 130 MILIARDI) - PER NOI E’ IMPENSABILE RINUNCIARE DI COLPO A TUTTO IL GAS RUSSO, CHE VALE UN TERZO DEI CONSUMI EUROPEI, SENZA CHIUDERE LE FABBRICHE E SPROFONDARE IN RECESSIONE. E QUESTO PUTIN LO SA…

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

putin gas

Lo choc energetico della guerra si sta riversando sull'Europa come uno tsunami partito non appena il primo stivale russo ha calpestato il suolo ucraino. Ora il continente e l'Italia sono alle prese con una cascata di implicazioni: economiche, finanziarie, ma anche politiche ed etiche, perché i Paesi dell'Ue si trovano di fatto a co-finanziare l'aggressione di Vladimir Putin a Kiev pagando a Mosca le forniture di gas, petrolio e carbone a prezzi esorbitanti in moneta forte e al riparo dalle sanzioni che essi stessi hanno appena stabilito.

 

le vie del gas russo

Che questo equilibrio non possa reggere a lungo risulta chiaro però dall'esplosione delle quotazioni in queste ore. Ieri il prezzo del gas europeo sul mercato di Amsterdam è rincarato del 42,2%, su valori più che doppi rispetto ai livelli già altissimi di inizio anno. Il carbone ha fatto registrare un balzo del 33% e ormai tratta al triplo dei prezzi del primo gennaio; quanto al petrolio (Brent), è cresciuto del 6% e scambia ai massimi dal 2014. Il detonatore nelle ultime ore è stato proprio il pacchetto di sanzioni alla Russia, benché le materie prime fossili restino fuori.

 

guerra russia ucraina 23

«Il mercato ha iniziato da solo ad applicare un embargo sugli idrocarburi russi», spiega Simone Tagliapietra, ricercatore di Bruegel e docente della Cattolica di Milano. «Gli intermediari non vogliono più trattare il gas siberiano o il petrolio degli urali, perché temono nuovi divieti». La Russia oggi vale un decimo delle esportazioni mondiali di greggio e quasi il 40% delle importazioni di metano in Europa, quindi i rischi di scarsità delle forniture nel futuro prossimo mettono istantaneamente le ali ai prezzi.

guerra russia ucraina 11

 

Ma anche senza contare il balzo delle ultime ore, si sta verificando una torsione paradossale: proprio mentre cerca di paralizzare le fonti di finanziamento del regime putiniano, l'Europa lo sta finanziando come non mai. Lo si può stimare dai dati della Bp Statistical Review of World Energy. Nell'ipotesi di una proiezione sul 2022 dei prezzi di martedì - prima dei picchi di ieri - l'Europa quest'anno verserebbe alla Russia circa 260 miliardi di euro per comprare gli stessi volumi di gas, petrolio e carbone importati nel 2020 durante la profonda recessione pandemica.

 

putin e il gasdotto south stream

È una somma pari a un quinto del prodotto interno lordo russo. Nell'ipotesi invece di prezzi medi dell'energia simili a quelli meno elevati di inizio gennaio, i Paesi dell'Unione verserebbero a Mosca circa 130 miliardi di euro. Mai accaduto prima. Eppure queste somme in valuta pregiata diverrebbero liberamente fruibili dal governo di Mosca mentre commette crimini di guerra, anche perché da Bruxelles è arrivata una decisione che ha creato sorpresa: dal pacchetto di sanzioni contro Mosca sono escluse Sberbank e Gazprombank, prima e terza banca russa, entrambe controllate strettamente dal governo. Entrate del Cremlino Forse anche per questo Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato le sanzioni con tono di sfida: «L'economia russa sta subendo seri colpi - ha riconosciuto -. Ma rimarrà in piedi perché c'è un certo margine di sicurezza».

 

COME ARRIVA IL GAS IN ITALIA

Impossibile dire oggi se, alla fine del 2022, i governi europei avranno contribuito con cento o duecento miliardi di euro al bilancio del regime che oggi bombarda Kiev, Kharkiv e Mariupol. Di certo il blocco da parte di Bruxelles della parte in euro delle riserve della banca centrale di Mosca vale circa 185 miliardi, ma rischia di essere controbilanciato dalle entrate del gas e del petrolio in breve tempo. Certo è anche quanto accade in questi giorni, nelle stime di Simone Tagliapietra di Bruegel: ai prezzi di ieri l'Europa versa a Mosca 800 milioni di euro al giorno, dei quali quasi 80 vengono dall'Italia.

 

guerra russia ucraina 13

Austerity sui consumi Districarsi in breve tempo da questa contraddizione è impossibile, perché essa è il frutto della miopia strategica dell'Europa almeno dal primo attacco all'Ucraina nel 2014. Impensabile rinunciare di colpo a tutto il gas russo, che vale un terzo dei consumi europei, senza chiudere le fabbriche e sprofondare in recessione. Eppure il disgusto nell'opinione pubblica per i crimini di Putin e la stessa tensione dei prezzi imporranno presto una svolta: su tutte le fonti fossi l'Europa è di gran lunga il primo cliente di Mosca e deve cercare di sottrarsi il più possibile.

 

UCRAINA - ATTACCO DEI RUSSI A KIEV

Propone Chicco Testa, presidente di Assoambiente: «Iniziamo a comprare almeno carbone e petrolio da altri Paesi e a ridurre i consumi non essenziali di gas». Diminuzione delle temperature in casa, meno illuminazione notturna, limiti di velocità ridotti e ora legale prolungata sono le prime misure possibili. Chi non vuole provarci per scelta morale o politica, dovrà adeguarsi per far tornare i conti.

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…