SBIRRO O PREFETTO? IL NUOVO CAPO DELLA POLIZIA POTREBBE ESSERE UNA DONNA (NAPOLITANO NON MOLLA MAI)

Alberto Custodero per "La Repubblica"

È alla stretta finale la trattativa per il capo della Polizia. Ieri sera c'è stata una "triangolazione" tra il presidente della Repubblica, il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il presidente del Consiglio Enrico Letta. E spunta a sorpresa il nome di una donna: si tratta del prefetto Elisabetta Belgiorno, Commissario antiracket e antiusura.

Una candidatura outsider, forte per la sua passata esperienza come capo della segreteria del ministero dell'Interno quando era retto da Giorgio Napolitano. Ricoprì lo stesso ruolo quando Marco Minniti, attuale viceministro con delega ai servizi segreti, fu numero due del Viminale nel governo Prodi. Durante il governo Monti, era capo del Legislativo per qualche tempo.

Ieri circolavano con insistenza voci sulla nomina del capo della Polizia già oggi al consiglio dei ministri, ma resta più probabile un ulteriore slittamento alla prossima settimana.

Del resto è in corso un vero e proprio scontro tra due "scuole di pensiero": da una parte chi vuole alla guida della Polizia un esponente proveniente dai ranghi operativi. Dall'altra chi invoca, invece un Prefetto. Ma a rendere più complicata la trattativa è una serie di veti incrociati dei vari partiti. La candidatura del capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ad esempio, sponsorizzato dal centrosinistra, sembra tramontata per il veto del centrodestra.

Non va sottovalutata, inoltre, una guerra strisciante in corso fra due cordate degli uomini in divisa: quella che ha guidato il Viminale negli ultimi dieci anni che faceva capo a Gianni De Gennaro. E quella che sta nascendo attorno alla nuova guardia dei funzionari di polizia.

Il prefetto di Milano, Pecoraro, spinto da una parte del Pdl, è dato in calo per il fatto di essere un prefetto di carriera. Per lo stesso motivo (è "solo" prefetto) sembra escluso dai giochi Giuseppe Procaccini, il capo di Gabinetto del ministero dell'Interno.

In salita, invece, il capo del Dipartimento territoriale del Viminale, Alessandro Pansa che, provenendo dai ranghi della polizia, potrebbe rappresentare con la sua persona sia i prefetti, sia i poliziotti. Per superare lo stallo dovuto allo scontro fra "filo-sbirri" e "filo-prefettizi", si potrebbe optare per una soluzione istituzionale, ovvero per la promozione dell'attuale vicario Alessandro Marangoni, che rappresenta la continuità col suo predecessore Antonio Manganelli. Gradito dalla base, gode anche della stima del Quirinale.

Sul tavolo di queste trattative entra in gioco anche la nomina del prefetto di Milano, diventata urgente dopo l'escalation della criminalità. E qui un ruolo lo svolge anche il Governatore Roberto Maroni, ex ministro dell'Interno. La carica lombarda è stata offerta anche a Gabrielli, che, però, ha preferito per ora declinare.

In ballottaggio ci sono l'attuale capo dei vigili del fuoco, prefetto Francesco Tronca. E anche in questo caso c'è una proposta "rosa", quella dell'ex prefetto di Venezia Luciana La Morgese, attuale capo del Personale del Viminale.

 

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