unita santanche ferrari vukic

DEMOCRATICI IN ROSSO - L’EDITORIA TRASCINA A PICCO LE FINANZE DEL PD: SBRIGATEVI A CHIUDERE ‘’L’UNITA’’’ PRIMA CHE ‘’L’UNITÀ’’ CHIUDA IL PD - IL DIRETTORE LANDÒ SBATTE LA PORTA IN FACCIA ALLA SANTANCHÉ: “IL GIORNALE FONDATO DA GRAMSCI MAI NELLE MANI DI UN EDITORE DI DESTRA”

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

1. LANDÒ REPLICA ALLA SANTANCHÉ

Da “La Repubblica

 

«Questo giornale è della sinistra»: è il titolo dell’editoriale con cui Luca Landò, direttore dell’ Unità, ieri è tornato in prima pagina sul futuro del quotidiano, che rischia la fine delle pubblicazioni dal 30 luglio, e sulla manifestazione di interesse avanzata da Daniela Santanchè. «L’Unità non finirà mai nelle mani di un editore di destra: perché se ciò dovesse accadere finirebbe “L’Unità”

 

2. I DEBITI DELL’"UNITÀ" MANDANO A FONDO IL PD

Franco Bechis per "Libero Quotidiano"

 

santanche statista santanche statista

È di nuovo il rosso il colore principale del Partito democratico. Rosso per il buco di bilancio certificato nei conti del 2013. Rosso perché come non accadeva da anni è di nuovo l’editoria a trascinare a picco le finanze dell’erede del vecchio partito comunista. Il risultato di esercizio firmato dal nuovo tesoriere Francesco Bonifazi, ma quasi totalmente responsabilità del suo predecessore Antonio Misiani, evidenzia una perdita di 10,8 milioni di euro, superiore quasi del 50% al buco di 7,3 milioni dell’anno precedente.

 

Scendono i contributi pubblici (compensati però integralmente dall’aumento dei contributi privati), ma soprattutto aumentano le spese. In maniera sensibile quelle per servizi e ancora di più i contributi girati ad associazioni: 14,6 milioni di euro trasferiti in gran parte alle strutture territoriali del partito. Il campanello d’allarme suona non solo per quel consistente rosso - per altro simile al buco dei principali partiti politici nel 2013 - ma per l’ormai quasi totale erosione del patrimonio netto a disposizione: restano solo 5,4 milioni, la metà della perdita registrata l’anno scorso, e con la riduzione delle entrate sarà davvero un’acrobazia non dovervi attingere in questo 2014.

 

LUCA LANDOLUCA LANDO

Anche il denaro in cassa ormai scarseggia: restano 8,8 milioni di euro con debiti da pagare di 5,4 milioni. L’anno precedente la liquidità in cassa ammontava a 18,5 milioni di euro. La sorpresa nel bilancio viene proprio dal peso che è tornato a mostrarsi sui conti del principale partito della sinistra italiana per le disavventure dell’editoria di area. È soprattutto l’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci a creare come accadde un tempo una discreta emorragia.

 

La società editrice oggi è in liquidazione, e si sta attendendo un salvatore in extremis per consentire il prosieguo delle pubblicazioni. Si sono fatte avanti Daniela Santanchè e Paola Ferrari De Benedetti, ma sono state respinte dalla redazione. Si vagheggia di un’offerta dei costruttori Pessina di Milano, ma al momento si è concretizzato poco. Per il partito guidato da Matteo Renzi la soluzione non è proprio indifferente.

 

paola ferrari twitta una sua foto photoshoppatissima paola ferrari twitta una sua foto photoshoppatissima

Nei conti d’ordine infatti figurano sia una fidejussione da 1,5 milioni di euro rilasciata nel 2013 a favore della società editrice dell’Unità con scadenza al 31 ottobre 2015. Se la società non trova il suo cavaliere bianco, il rischio è che quella fidejussione venga alla fine escussa e quindi la somma perduta. Ma il Pd ha anche acceso un pegno da 500 mila euro in un conto corrente presso la Banca popolare di Milano a garanzia di un finanziamento che l’istituto di credito ha concesso alla società editrice dell’Unità.

 

E sono due milioni di euro. La terza zavorra editoriale si trova a sorpresa proprio nell’elenco degli oneri della gestione caratteristica del partito, dove figura nel 2013 una spesa di 2.845.122 euro per «acquisto copie Unità/Europa». Quasi 5 milioni in tutto in favore dell’Unità per un partito i cui conti rischiano di affogare sono un peso certo non indifferente.

 

Funziona meglio invece il rapporto con un altro media di casa, quella Youdem che trasmette in streaming tutte le direzioni e le assemblee del Pd. Era diretta da una fedelissima di Pierluigi Bersani come Chiara Geloni, ora è passata in mano ai renziani. La proprietà è del partito attraverso una società controllata, Eventi Italia srl, che ha chiuso il bilancio 2013 con un piccolo utile di 6.656 euro.

Daniela Santanch Paola Ferrari Daniela Santanch Paola Ferrari

 

Ma per fare quadrare i conti si è tagliato buona parte del fatturato garantito dal partito (così il valore della produzione è sceso da 1,8 a 1,1 milioni di euro) e parte dei conti (ad esempio lo stipendio del direttore) sono stati trasferiti sulle finanze del partito. Il piccolo utile quindi è in realtà una perdita per il Pd, che ha dovuto allargare il suo piccolo esercito di dipendenti.

 

Al 31 dicembre 2013 risultavano in carico così 16 giornalisti (3 in aspettativa): 1 direttore, 5 caporedattori, 1 vice caporedattore, 2 vice caposervizio, 6 redattori ordinari e 1 redattore ordinario a tempo parziale. Ci sono poi 176 dipendenti di cui 30 in aspettativa non retribuita (scaricati sulle tasche dei contribuenti italiani nei ministeri o nei palazzi della politica).

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?