
LA SCONFITTA A GENOVA E RAVENNA È UNA SVEGLIA PER GIORGIA MELONI, IN VISTA DELLE REGIONALI DI AUTUNNO: LA DESTRA TEME DI PERDERE 4 REGIONI SU 5 (CIOÈ TUTTE TRANNE IL VENETO, CHE DOVREBBE RESTARE ALLA LEGA). TOSCANA E PUGLIA SONO DATE PER PERSE, NELLE MARCHE IL TURBO-MELONIANO ACQUAROLI È IN AFFANNO E IN CAMPANIA LE COSE POTREBBERO METTERSI MALE SE DE LUCA ADERISCE AL CAMPO LARGO – GLI SCAZZI SUL TERZO MANDATO E SALVINI CHE NON PARE TROPPO CRUCCIATO: IERI ERA PIÙ IMPEGNATO A METTERE MI PIACE A UNA FOTO DELLA CANALIS IN JUMPSUIT – FESTA ROVINATA PER ARIANNA MELONI: LA SORELLA D’ITALIA DOMENICA FESTEGGIAVA 50 ANNI…
ALLARME MAGGIORANZA IN VISTA DELLE REGIONALI “MA NON ERA UN TEST”
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
Il caffè è amaro. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani sono insieme a pranzo, a Palazzo Chigi, quando i cellulari dei tre cominciano a trillare: sono arrivati i primi exit poll, informalissimi, sulle comunali.
Che la partita fosse in salita, era chiaro. Ma la sveglia stavolta è più forte del previsto. Così è una débâcle.
Soprattutto a Genova: il leghista, in tutti gli ultimi comizi liguri, aveva azzardato addirittura una vittoria al primo turno del suo uomo, Pietro Piciocchi. Invece stravince la sinistra, senza nemmeno bisogno del ballottaggio. Come a Ravenna.
silvia salis selfie dopo la vittoria
Pure a Taranto e Matera la maggioranza insegue. In coda al pasto, si parla di questo, nel vertice tra i leader del centrodestra. E certo, nei commenti ufficiali si cerca di ridurre un po’ la portata del danno, «a Ortona vanno al ballottaggio due dei nostri», «spiace per Genova, ma non è un test nazionale», detta la linea Giovanni Donzelli.
A taccuini chiusi, però, per diversi big l’analisi è decisamente più spiacevole: «È andata peggio di quanto pensassimo». Soprattutto, l’esito di questa tornata nelle città accende una spia d’allarme seria sulle regionali d’autunno.
La destra adesso teme di perderne 4 su 5. Cioè tutte le partite tranne il Veneto (che dovrebbe restare alla Lega, ormai rinunciataria sul terzo mandato, con i Fratelli che potrebbero riavere la Sicilia, ma va convinta FI). Toscana e Puglia sono date per perse. In Campania, dove un pezzo di FdI vuole candidare Edmondo Cirielli e un pezzo spinge per ripescare Gennaro Sangiuliano, le cose rischiano di mettersi male, se i deluchiani non corressero in solitaria e si saldasse il campo largo su Roberto Fico.
Nelle Marche invece i sondaggi interni danno Francesco Acquaroli in affanno.
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
Si parla anche delle regionali, dunque, nell’ora e mezza di confronto a Chigi. Meloni parte dal Trentino, dove la Lega si è irritata per l’impugnativa del governo sul terzo mandato per Maurizio Fugatti. «Aspettiamo che la Consulta si esprima anche sulle regioni a statuto speciale », è la linea della premier, che chiede intanto al Carroccio di evitare ritorsioni (la vice-presidente di FdI è stata appena fatta fuori).
Si discute pure di legge elettorale nazionale. Con FdI che ha in testa un proporzionale con premio di maggioranza, sgradito alla Lega, a cui non dispiacciono gli uninominali attuali. A tavola si affronta anche l’attivismo di Salvini sul ponte sullo Stretto. In particolare lo scontro con il Quirinale sui controlli antimafia, alimentato dal capo del Mit.
Meloni, secondo fonti di maggioranza, avrebbe esplicitato al vice di non avere gradito le tensioni con il Colle, peraltro nell’anniversario di Capaci. Il leghista non pare troppo crucciato, però. Proprio nelle ore del confronto, dal suo profilo Instagram compare un “mi piace” a una foto di Elisabetta Canalis in jumpsuit aderente.
[…] L’ennesima bizza, nel giorno dell’amarezza elettorale. Che rovina un po’ la festa ad Arianna Meloni: la sorella della premier, capo-segreteria di FdI, ha spento le 50 candeline a casa alla vigilia, domenica notte, con la sorella e l’ex compagno Lollobrigida. Il brindisi a via della Scrofa è rimandato a oggi (o domani).
MELONI ORA TEME L’EFFETTO DOMINO, INCUBO 4 A 1 ALLE REGIONALI D’AUTUNNO
Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “La Stampa”
[…] Non sono mancate frecciate tra la premier e Tajani, al termine di settimane convulse sul piano internazionale: dalla scelta della premier di non volare a Kiev con i Volenterosi, alla sua esclusione dalla telefonata di Tirana tra i leader Ue e Trump.
La formula è di prassi: «Scambio franco». In realtà, si tratta del solito braccio di ferro tra alleati, stressati da giorni difficili e dal timore che i risultati delle urne preannuncino un autunno caldo.
Tolta la Valle d’Aosta, che fa storia a sé, sono cinque le Regioni che potrebbero andare al voto (condizionale d’obbligo, vista la richiesta della Lega di rinviare al 2026). Sorvolando sull’incognita veneta, che comunque dovrebbe risolversi restando nelle mani del Carroccio e aprendo ad un passaggio della Sicilia a FdI (azzurri permettendo), in quattro di quelle alle urne il centrodestra rischia la sconfitta. In Puglia e Toscana, dove non sarebbe una novità. Idem per la Campania, segnata da fratture interne.
GENNARO SANGIULIANO IN DIRETTA DA PARIGI - DIRETTA DEL TG1 SULLA MORTE DI PAPA FRANCESCO
Non ultima quella causata dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano. Secondo fonti meloniane, «fa il diavolo a quattro» per imporsi come capolista e puntare allo scranno di Vincenzo De Luca, scatenando l’ira del viceministro Edmondo Cirielli.
Ma il vero cruccio per Meloni rischiano di essere le Marche. I sondaggi riservati sulla tenuta del governatore Francesco Acquaroli sconfortano FdI, preoccupata di perdere uno dei pilastri elettorali del partito, insieme a Lazio e Abruzzo. Dissimulare, in quel caso, sarebbe più complicato.
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani
silvia salis elly schlein
SALVINI - TAJANI - MELONI - SANTANCHE - MEME BY EMILIANO CARLI
silvia salis dopo la vittoria
silvia salis