melania e hillary

1. SELVAGGIA: “DAL VOTO USA LE DONNE SONO USCITE A PEZZI. E NON È COLPA DEGLI UOMINI” 2. ‘’LE ELETTRICI HANNO VOTATO IN MASSA UN UOMO CHE PARLA DELLE DONNE COME BETTARINI. HILLARY È UNA CHE PUR DI RIMANERE FIRST LADY HA PERDONATO UN FEDIFRAGO MULTIPLO” 3. “LA VERA RIVOLUZIONE SAREBBE STATA HILLARY CHE MOLLA UN PRESIDENTE IN CARICA E ANNI DOPO SI CANDIDA CON LA SUA DIGNITÀ INTONSA NEL CELLOPHANE COME LA GONNA DELLA LEWINSKY O UNA MELANIA CHE SFANCULA DONALD IN CAMPAGNA ELETTORALE''

Selvaggia Lucarelli per Il Fattoquotidiano - Estratto

SELVAGGIA LUCARELLISELVAGGIA LUCARELLI

 

Se dovessi farmi venire in mente un passaggio della storia recente da cui le donne siano uscite più malridotte che dalle ultime elezioni presidenziali americane, farei molta fatica ad individuarne uno. E questa volta non è tutta colpa degli uomini.

 

Le elettrici hanno votato in massa un uomo che parla delle donne come Bettarini. (....)

La candidata Hillary è una che pur di rimanere first lady ha perdonato un presidente fedifrago. Melania, per diventare first lady, ha perdonato un quasi presidente fedifrago. E sì, le due generose consorti l’hanno chiamato “perdono”, ma “perdono”, quando c’è di mezzo la Casa Bianca, è solo un altro modo per dire “ambizione”.

Melania Trump  03--.pngMelania Trump 03--.png

 

al smith dinner donald trump hillary clinton  4al smith dinner donald trump hillary clinton 4

La vera rivoluzione sarebbe stata Hillary che molla un presidente in carica e anni dopo si candida con la sua dignità intonsa nel cellophane come la gonna della Lewinsky o una Melania che sfancula Donald in piena campagna elettorale dichiarando: “Falla fare a quella che ti volevi scopare fuori dal negozio di mobili la first lady”. E invece è finita che le due donne agli antipodi si sono incontrate a metà strada, la trafficatissima strada della convenienza. (...)

 

Poi ci sono le giornaliste d’assalto, soprattutto quelle dei femminili, per cui fino a ieri Melania Trump era un’ignorata e rifatta ex modella moglie di un volgare milionario con parrucchino e oggi è improvvisamente “un’icona di stile”.

al smith dinner donald trump hillary clinton  15al smith dinner donald trump hillary clinton 15

 

Ora sappiamo che veste Ralph Lauren, che al suo incontro con Michelle aveva della Laboutin ai piedi, che per i capelli predilige i castani caldi e tutta una serie di particolari di cui a nessuno frega una beata minchia ma che contribuiscono a smarcarla dal ruolo di burina arricchita e a cucirle addosso quello di elegante first lady che alle giornaliste piace tanto.

 

la statua di donald trump a union square foto e selfie la statua di donald trump a union square foto e selfie

E allora se è muta, per la stampa diventa una che parla poco sì, ma “perché molto riservata”, non “perché magari non ha una mazza da dire”, che al momento pare l’ipotesi più plausibile. Se dice “Mio marito è un gentleman, tratta bene le donne” è “una moglie solidale”, non una “gran cazzara” e così via.

 

Addirittura c’è chi riferisce che non è mondana e “dopo un evento preferisce ritirarsi a casa”, che non s’è capito cosa voglia dire. Cosa dovrebbe fare una dopo un evento? Procurarsi un finto passaporto e sparire in Canada?

 

statua di hillary clinton a manhattanstatua di hillary clinton a manhattan

Nel frattempo, a loro volta, ci sono le sostenitrici di Hillay che “Come si fa a votare uno schifoso sessista come Trump” e poi sono lì, assieme a tutta la stampa che disprezza il volgare Trump, a ricamare su qualche vecchia foto di Melania nuda, cosa che invece col sessismo non c’entra nulla.

Famiglia BerlusconiFamiglia Berlusconi

 

E poi naturalmente c’è Melania, ex modella rampante che a 28 anni conosce Trump e si innamora della sua cultura, del suo fascino, del suo stile frugale. La classica donna “Cerco un uomo che mi faccia ridere” sottintendendo “da Chanel”. Una che alla domanda “E’ mai ricorsa alla chirurgia plastica? risponde con fermezza “No” ma solo perché il no si pronuncia a bocca chiusa e non scuce i punti del lifting.

Melania Trump --.pngMelania Trump --.png

 

clinton trump kennedyclinton trump kennedy

Una che parla quattro lingue e l’unica volta in cui ne parla una in pubblico legge un discorso scopiazzato da Michelle Obama. Una che la campagna di Michelle contro l’obesità la risolverà con più liposuzioni per tutti. Una che in curriculum ha “disegnatrice di gioielli e madrina di enti benefici”, che poi sono le attività preferite da tutte le mogli di milionari fancazziste del globo. Insomma, se Trump è un po’ Flavio Briatore, Melania è un po’ la consorte di Flavio. E’ un po’ un’ Elisabetta Gregoraci che si ritrova dal fare le previsioni del tempo nel tg di Emilio Fede a fare il bello e il cattivo tempo negli equilibri mondiali.

 

bill clinton hillary e donald trumpbill clinton hillary e donald trump

Infine, c’è l’unico uomo della storia, Donald Trump. Uno che ama particolarmente le donne, infatti dice di apprezzare la moglie perché “sta al suo posto, la sera io torno tardi dopo aver lavorato tutto il giorno, non voglio lavorare anche per la mia relazione”. Già che c’era poteva prendersi un gatto, che almeno si risparmiava pure il “ciao” e se la cavava con un tiragraffi nuovo ogni tanto.

 

berlusca figliberlusca figli

Uno che ama così tanto le figlie femmine che alla proclamazione sul palco ha voluto accanto a sé il maschio di dieci anni con l’aria scoglionata, mentre le sue ragazze sorridevano un po’ più in là nel seguente ordine di apparizione: Ivanka, quella carina sposata con l’editore giusto più vicino lui e Tiffany, quella con nome e aria da shampista, a tre metri di distanza.

 

I TRUMP CON I CLINTONI TRUMP CON I CLINTON

E qui si torna alle analogie con Silvio Berlusconi. Ivanka, Barron e Tiffany sono un po’ i figli di ultimo letto di di Berlusconi: Barbara, quella su cui lui punta, è Ivanka. Eleonora, quella che non fa una cippa, è Tiffany. Barron, quello che sbadiglia, vorrebbe chiamarsi Brambilla e migrare in Argentina, è Luigino.

 

Insomma, queste elezioni hanno riportato la donna indietro di qualche decennio, col milionario volgarotto “Re dello spoglio” alla presidenza e la donnina decorativa  “regina delle spogliate” accanto. Non so se tutto questo mesto spettacolo farà grande l’America, di sicuro, fino ad ora, ha reso un po’ più piccole le donne. (again)

silvio berlusconi con veronica lario la ex moglie di putin e i figlisilvio berlusconi con veronica lario la ex moglie di putin e i figli1 berlusconi figli chi1 berlusconi figli chi

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....