LA SENTENZA SLITTA A DOMANI? “NON ABBIAMO PROBLEMI AD AGGIORNARCI”, DICE IL PRESIDENTE DEL COLLEGIO


Da www.repubblica.it

E' ripresa l'udienza in Cassazione per il processo Mediaset, che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi, condannato in appello a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Interdizione che la Procura generale della Cassazione ieri ha chiesto di ridurre a 3 anni. Il sostituto procuratore Antonello Mura, dopo aver definito Berlusconi "l'ideatore del meccanismo delle frode fiscali", ha infatti chiesto il rigetto dei ricorsi della difesa degli imputati, ma il ricalcolo della sanzione accessoria per il Cavaliere e l'ex manager di Mediaset, Daniele Lorenzano.

La seconda giornata di udienza, è dedicata alle arringhe degli avvocati difensori, al termine delle quali, i giudici si ritireranno in camera di Consiglio. Il verdetto potrebbe arrivare già stasera, o al più tardi, domani. "Io e il professor Coppi parleremo nel pomeriggio - ha spiegato Niccolò Ghedini - ed é possibile che la decisione della Cassazione arrivi in serata".

Possibile però che il verdetto slitti. "Prendo atto della vostra richiesta di stringere i tempi, ma noi non abbiamo problemi: la camera di Consiglio la possiamo iniziare stasera e poi possiamo anche aggiornarci a domani", ha detto, infatti, il presidente della sezione feriale Antonio Esposito, prendendo atto della decisione delle difese degli imputati di accelerare i tempi delle arringhe.

Le altre sette cause calendarizzate prima del processo Mediaset sono state, invece, tutte già decise ieri, inclusa la lettura delle sentenze.

"INTERDIZIONE? DECIDA CASSAZIONE" - "L'ultimo a parlare oggi sarà l'avvocato Franco Coppi, che interverrà dopo il collega Ghedini. "Non credo di parlare due ore, parlerò circa un'ora e mezza", ha spiegato il legale che poi si è soffermato sulla requisitoria del Pg: "Non mi pare abbia preso di petto i nostri motivi di ricorso, ha più che altro ripercorso il processo", ha rilevato il legale, che sulla rimodulazione dell'interdizione dai pubblici uffici ha aggiunto: "Dal punto di vista tecnico dovrebbe scattare un rinvio alla Corte d'Appello di Milano, ma per buon senso è più logico che lo faccia la Cassazione". Su un eventuale rinvio in appello il legale ha precisato: "L'eventuale prescrizione che dovesse venire non sarebbe certo colpa nostra". Esclusa la presenza in aula dell'ex premier: "Berlusconi qui? No, non si farà vedere, non ha motivo di venire qui".

LE ARRINGHE DIFENSIVE - A prendere la parola per primo in aula, questa mattina, è stato l'avvocato Luca Mucci, difensore di Lorenzano, condannato in appello a tre anni e otto mesi di reclusione con l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Lorenzano sta viaggiando verso L'italia per "eventualmente costituirsi", ha resto noto il suo difensore. "Secondo l'accusa - ha continuato il penalista - lui è un consulente che trattava direttamente i diritti dei film e dava a berlusconi i soldi. Questo è un quadro che non sta in piedi".

Ha preso poi la parola l'avvocato di Frank Agrama, Roberto Pisano. E' presente una "chiara contraddittorietà" - ha detto il legale - tra la sentenza d'appello e gli atti presenti nel processo. "Su tutti i temi fondamentali di questa vicenda, pur apprezzando i toni e la ricostruzione, non possiamo condividere le conclusioni della procura generale", ha aggiunto.

GLI SCENARI - Due i possibili scenari alla luce della requisitoria della procura generale. Nel caso in cui la Cassazione decidesse di rimodulare 'motu proprio' la pena accessoria, l'interdizione dai pubblici uffici scatterebbe subito dopo il via libera parlamentare. L'ultima parola spetta infatti alla Giunta per le elezioni e per l'immunità e poi all'Aula di Palazzo Madama. Nel caso dessero il via libera il Cavaliere decadrebbe dal ruolo di parlamentare e potrebbe tornare a ricandidarsi o a ricoprire una carica pubblica solo dopo il 2016, trascorsi i tre anni dell'interdizione. Applicazione immediata, invece, della pena di 4 anni (3 anni coperti dall'indulto, un anno con le opzioni degli arresti domiciliari o dei servizi sociali).

Nel caso in cui la Suprema Corte dovesse decidere di accogliere la richiesta del pg sulla rideterminazione dell'interdizione, affidando però il compito all'appello di Milano, si allungherebbero i tempi e Berlusconi potrebbe continuare a svolgere il suo ruolo da parlamentare fino alla nuova decisione. Non cambia la situazione per quanto riguarda la pena dei 4 anni, se la Cassazione dovesse decidere di confermare l'impianto emerso nei primi due gradi di giudizio.

LE ALTRE IPOTESI - I giudici della sezione feriale potrebbero confermare la condanna d'appello o annullare in toto la sentenza impugnata e assolvere l'ex premier. Ulteriore decisione possibile è quella di un appello bis, nel caso la Suprema Corte dovrebbe accogliere qualche rilievo tecnico, tra i 47 sollevati dalla difesa del Cavaliere.

 

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