mario draghi e joe biden 3

"SENZA TRUMP L'ALLEANZA È PIÙ FORTE" - PURE DRAGHI SGANCIA UNA BORDATA SU "THE DONALD" DOPO IL VERTICE DEL G7 IN CORNOVAGLIA: "LA PRIMA VISITA DI BIDEN È STATA IN EUROPA, VI RICORDATE QUALE FU QUELLA DEL SUO PRECEDESSORE?" - RESTA IL PROBLEMA CON ERDOGAN, CHE DOPO ESSERE STATO CHIAMATO "DITTATORE" NON HA VOLUTO INCONTRARE SUPERMARIO - E PER IL DOPO STOLTENBERG ALLA GUIDA DELLA NATO ANCHE PALAZZO CHIGI VUOLE GIOCARSI LA PARTITA...

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

 

mario draghi e joe biden 4

Alle quattro e un quarto del pomeriggio Mario Draghi esce dalla zona off-limits riservata ai capi di Stato e di governo e per una volta, sotto le immense vetrate del nuovo quartier generale della Nato, rallenta il passo per rispondere fuori protocollo a un giornalista.

 

mario draghi e joe biden 3

«Com'è andata? Bene, molto bene. Incontro importante, in cui tutti i leader hanno riaffermato la centralità dell'Alleanza Atlantica alla luce delle nuove sfide globali. La Nato si sta rafforzando dopo il periodo di debolezza dell'era Trump».

 

Trump

Per Draghi, reduce dal vertice del G7 in Cornovaglia, il summit dell'Alleanza Atlantica è un altro debutto. Il segretario generale Jens Stoltenberg lo accoglie con calore: «Mario è la tua prima volta qui, sono sicuro che tutti ti ascolteranno con molto interesse».

 

L'ex presidente della Bce parla tre minuti esatti, attento a non sforare. Parte dalla crisi globale innescata dal Covid, «una delle più gravi della storia contemporanea». Sottolinea come la sicurezza sia un «presupposto necessario» per rafforzare le democrazie e conferma il pieno sostegno dell'Italia al processo «Nato 2030», che punta a rendere sempre più centrale «l'Alleanza più potente e vincente della storia».

 

mario draghi e joe biden 1

E la Cina, filo rosso del summit? Nelle conclusioni del vertice sarà scritto che la crescente influenza e le ambizioni del Dragone presentano «sfide sistemiche all'ordine internazionale».

 

E il premier sprona gli alleati «ad essere pronti ad affrontare coloro che non rispettano le regole» dell'ordine internazionale e «sono una minaccia per le nostre democrazie». Una formula sfumata, che autorizzerà qualche commentatore a pensare che Joe Biden non abbia ottenuto da Roma, Parigi e Berlino quella union sacrée contro le autocrazie di Pechino e Mosca che era tra gli obiettivi del suo tour.

 

I LEADER AL G7

Per l'Italia il rafforzamento della cooperazione tra Nato e Ue ha «importanza cruciale», il che però nulla deve togliere alla «autonomia strategica della Ue». Sottolineatura importante quella del premier, che parlando di «complementarietà» dell'architrave europeo per rafforzare la Nato cerca di cucire assieme la linea di Merkel e Macron con quella di Biden, il qualche non può guardare con favore alla suggestione di una difesa militare europea.

 

I LEADER AL G7

Quanto alla difesa della Nato, Draghi spinge perché si attui con una strategia «ad ampio spettro», dalla regione indo-pacifica a un «focus costante sull'instabilità della regione mediterranea».

 

E qui, in asse con Macron, il capo del governo italiano chiede agli alleati di concentrare l'attenzione sui territori e i dossier che allarmano l'Europa, a cominciare dalla Libia e dal dramma dei migranti. Il problema ha un nome che il capo dell'esecutivo italiano però non pronuncia: Recep Tayyip Erdogan.

 

mario draghi joe biden al g7 6

Non solo tra gli alleati non c'è accordo sulla linea da tenere con la Turchia, ma resta il gelo con Draghi, che l'8 aprile in conferenza stampa lo aveva chiamato «dittatore». Il giudizio innescò un incidente diplomatico, non ancora risolto: Erdogan ha avuto bilaterali con Biden, Macron, Merkel, Sánchez, Johnson e Mitsotakis, ma con Draghi no, con lui si è fatto solo la foto di famiglia.

 

mario draghi joe biden al g7 1

E chissà che il mancato incontro non sia una delle ragioni che hanno convinto lo staff di Palazzo Chigi ad annullare la conferenza stampa programmata per le 16.15. La spiegazione ufficiale è stata che «questo summit è la continuazione del G7» e che non c'era dunque molto altro da dire, dopo che Draghi a Carbis Bay aveva risposto a ogni curiosità della stampa: dalla Via della Seta di Giuseppe Conte al caos vaccinale, questione cruciale che sta creando non pochi imbarazzi al governo.

 

mario draghi joe biden al g7 2

Arrivando in tarda mattinata al quartier generale, Draghi aveva concesso a sorpresa una breve dichiarazione informale: «Pensate che la prima visita del presidente americano è in Europa. Provate a ricordarvi quale fu la prima visita di Trump».

 

Maggio 2017, Arabia Saudita. Un modo per rilevare l'importanza della mission europea di Biden, al quale Draghi ha rinnovato «l'impegno incrollabile» dell'Italia a contribuire alle missioni Nato: «Una Ue più forte significa una Nato più forte».

 

mario draghi al g7

I capi di Stato e di governo hanno parlato (sottovoce) anche di chi sarà, dopo Stoltenberg, il prossimo segretario generale della Nato. La candidatura forte di Theresa May riduce le speranze italiane, ma il pressing di Draghi per un impegno sul fronte Sud autorizza a pensare che Palazzo Chigi non rinuncerà a giocare la partita.

mario draghi e joe biden 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”