DE GREGORIO, IL GUARDIANO DEL PRETORIO, LANCIA “PIZZINI” - “QUESTA E’ L’ULTIMA CACCIA DEI PM DI NAPOLI A BERLUSCONI”- “QUANDO USCII DALL’IDV RACCOLSI UNA SPINTA DI FORTISSIME PREOCCUPAZIONI INTERNAZIONALI. L’AMBASCIATORE SPOGLI MI CONSULTAVA IN CONTINUAZIONE SULLA QUESTIONE DELLA BASE NATO A VICENZA, LE COPERTURE IN MATERIA DI SICUREZZA E DIFESA. NON RIUSCIVA A CAPIRE COME 21 AGENTI DELLA CIA FOSSERO INSEGUITI DA ORDINANZE PER IL RAPIMENTO DI ABU OMAR …”

Fabrizio d'Esposito per Il Fatto

Per Sergio De Gregorio, è una questione di proporzioni: "Le mie sono pipì nell'angolo che vengono scambiate per alluvioni. Ma adesso basta. Ho chiuso, ho finito con la politica. Sto p. Nella prossima legislatura non ci sarò. L'ho mandato a dire anche ai magistrati di Napoli, tramite il mio avvocato". In mezzo secolo di vita spericolata, il senatore napoletano ha accumulato acrobazie di ogni genere, nonostante la mole.

Scoop da giornalista prodigio; l'amicizia fraterna con il faccendiere e ricattatore di B. Valter Lavitola; un tour spregiudicato nei partiti: socialista, berlusconiano, democristiano, dipietrista, di nuovo berlusconiano; due mancati arresti: riciclaggio nel 2009 ma il gip di Napoli disse no, truffa e bancarotta nello scorso giugno, ma il Senato ha votato no.

Senatore, lei è stanco.
Non ce la faccio più, lascio la politica. La caccia a De Gregorio fa notizia da Bolzano a Canicattì. Il mio amico Pollari me lo disse: ‘Sergio tu sei selvaggina pregiata'.

Anche morbida e prelibata.
Hanno cominciato a devastarmi per il mio progetto politico, da dentro e da fuori il Pdl.

Italiani nel mondo: una tv e un manifesto tipo Sopranos. Eravate lei, Di Girolamo e altri tre.
Ho aperto sedi in tutto il mondo, persino a Teheran. Ho investito milioni.

Quanto?
Un'enormità.

Lavitola ha detto che lei si fuma i milioni come sigarette, peggio di Tarantini.
A Roma vivo in affitto e quando mi serve un'auto la noleggio alla Maggiore. Io ho creato un'organizzazione nazionale e internazionale che ha avuto fino a 130 dipendenti. Chi dice che io spendo e spando fa una palla corta, come si dice a Napoli.

Nei suoi pranzi della domenica a Napoli ha avuto fino a 3500 commensali.
Io ho fatto un sacco di bene.

Clientelismo.
Era gente che non poteva mangiare. Io vengo dalla scuola craxiana, non so fare diversamente.

Lei renderà orfani i suoi elettori.
Se la vedano loro, gli scienziati che arriveranno nel prossimo Parlamento. Io ho chiuso, i magistrati mi danno la caccia in maniera aperta.

Ventitré milioni di soldi pubblici per l'Avanti!. Truffa e custodia cautelare.
I magistrati possono mettere in discussione tutti i giornali di partito e tutti i giornali riuniti in cooperative, ma a questo punto prima apriamo la discussione sul sistema e poi facciamo il processo.

Non tutti fanno fatture false.
C'è la presunzione. Ma tutti, ribadisco tutti, fanno le vendite in blocco.

L'Avanti! era affamato di copie e di soldi.
Due milioni e 700mila di copie all'anno. Abbiamo fatto le cose in grande. Il giornale doveva trovarsi ovunque. Eravamo megalomani. Fu Bettino Craxi che mi volle alla guida del progetto.

Arrivò Lavitola: il socialismo fa sempre gola.
Aveva ereditato un po' di soldi dal papà. Venne da me e mi disse: ‘Mi vuoi dare il giornale? Ti tolgo tutti i debiti'.

Lei aprì le porte al salvatore.
Sì, ma gli dissi che rimanevo come principale fornitore di servizi.

Una coppia di segugi megalomani.
Se leggeste gli atti, per tabulas sapreste che il mio rapporto con Lavitola si interrompe nel 2006. Ho avuto 7 milioni per dieci anni di servizi forniti, compresa la distribuzione.

Poi c'è il milione di B. per lasciare Di Pietro e l'Unione. Lavitola ha parlato di una trattativa più estesa per far cadere il governo.
Vanto un'inchiesta già archiviata, per quanto mi riguarda. Quei soldi furono un versamento legittimo a Italiani nel mondo, tramite vari bonifici.

Soldi di Berlusconi?
Soldi di Forza Italia. Il mio movimento è stato poi tra i cofondatori del Pdl.

Resta la trattativa per mandare Prodi a casa: "Operazione libertà", la chiama Lavitola.

Questa è l'ultima caccia dei pm di Napoli a Berlusconi. Il capitolo cui stanno girando intorno.

Potrebbe esserci un nuovo filone di riciclaggio per lei e Lavitola, secondo un'indiscrezione.
I debiti non si riciclano. Un pentito ha detto che avrei soldi all'estero. Facciano pure le rogatorie. Io non ho nulla. Sono trasparente. Con la storia dei miei container hanno fatto una brutta figura ma nessuno lo scrive.

Sono stati aperti?
Si aspettavano il tesoro di San Gennaro. Sono uscite vecchie masserizie e scrivanie.

Lei sopporta, ma si è stancato.
Non si può banalizzare una vita, la mia vita, riducendomi a un mariuolo qualunque.

E Giuda, come gridò Di Pietro il tradito.
Scriverò la verità nel mio prossimo libro.

Quasi tempo di memorie.
Quando uscii dall'Italia dei Valori raccolsi una spinta di fortissime preoccupazioni internazionali. L'Unione di Prodi aveva grandi problemi di politica estera.

Gli americani.
L'ambasciatore in Italia Ronald Spogli mi consultava in continuazione: la questione della base Nato a Vicenza, le coperture in materia di sicurezza e difesa. Non riusciva a capire come 21 agenti della Cia fossero inseguiti da ordinanze per il rapimento di Abu Omar.

Gli Stati Uniti si fidano di lei.
Ho avuto un tributo d'onore dal Congresso e tanti riconoscimenti, anche da Rick Santorum.

E lei ritornò a casa, da Berlusconi, prendendo il taxi di Di Pietro. La politica a tutti i costi.
Non ero convinto di andare con l'Italia dei Valori. Tanto è vero che ponevo condizioni su condizioni e Di Pietro diceva sempre sì. Cercavo di farmi dire di no, ma non ci riuscivo.

Capolista al Senato per l'Idv nel 2006.
Un amico personale che faceva la lista mi mostrò un appunto di Di Pietro.

Che c'era scritto?
‘Fare lista debole'. Dopo avermi cercato, voleva fregarmi. Poi sarei io il Giuda. Ma presi 136mila voti. Quelle elezioni Berlusconi le perse in Campania a causa mia. Gli sarebbero bastati 32mila voti per superare l'Unione.

Vi siete ritrovati, per un milione di motivi.
Io ho portato tanta gente a Berlusconi. Una volta a Napoli organizzai una manifestazione e lui mi chiese: ‘Vuoi una mano? Devo far venire gente?'. Gli dissi di stare fermo. C'erano 7mila persone, tutto videoregistrato.

L'amicizia tra B. e Lavitola è finita in altro modo: ricatti e minacce di spaccare il culo.

Io ho conosciuto Valter che non aveva una lira ma faceva la bella vita. A Napoli lo chiamavano ‘Ciociò', gli ho fatto da compare di cresima.

Lo sente più?
Due telefonate negli ultimi anni, mai con lui latitante però. Mi chiese un consiglio sullo scoop della casa di Montecarlo del cognato di Fini.

Lei consigliò?
Dissi: ‘Valter se hai notizie devi pubblicarle, non fare l'estorsore'. Poi chiamai il finiano Italo Bocchino, tuttora mio amico, e lo avvertii: ‘Guarda che in questa storia io non c'entro'.

Sempre generoso.
Io stimo Fini.

 

 

 

DE GREGORIO - DI PIETRODe Gregorio Lavitolayteo25 spogli teodori finiSergio de gregorio

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...