DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”
DAGOREPORT
A che serve quel filo-putiniano di Salvini? Serve eccome a Giorgia Meloni per apparecchiare, al di là delle frontiere, il miracolo del Camaleontismo senza limitismo.
Se in casa la Lady Macbeth de’ noantri getterebbe quel rompicojoni della Lega dal balcone di Palazzo Chigi, in politica estera il copione cambia e il suo disprezzo si trasforma in amore.
GIORGIA MELONI VOLODYMYR ZELENSKY
C’è da votare in Parlamento il decreto sulla fornitura di armi a Kiev? Ed ecco che l’ostilità dichiarata del leader del Carroccio al sostegno dell’Ucraina diviene un perfetto pretesto per la Ducetta per rinviare il provvedimento all'ultimo consiglio dei ministri dell'anno, quello del 23 dicembre.
In cuor suo, la Premier alla Fiamma sotto sotto è felice come una Pasqua per il secco rifiuto del “moscovita” padano a votare il decreto, agitando la solita minaccia di una crisi di governo.
Sul decreto la Ducetta ha fatto lo struzzo (“Sarà fatto entro la fine dell’anno in ogni caso perché serve. Non vuol dire lavorare contro la pace. Vuol dire che finché c'è una guerra aiuteremo l'Ucraina a potersi difendere da un aggressore.
C'è più di un Consiglio dei Ministri che lo consente e quindi cerchiamo sempre di spalmare i provvedimenti del Consiglio dei Ministri in maniera tale da lavorare su quello che è più urgente. È una questione logistica"), mentre Salvini ha agitato lo spauracchio di una crisi di governo: “Ne parliamo tra venti giorni.
antonio tajani ursula von der leyen manfred weber donald tusk
Dipenderà dal contesto, per esempio dallo sviluppo delle inchieste di corruzione. E soprattutto dal negoziato portato avanti da Trump".
(A proposito di Trump, dimenticavamo la “special relationship” della Giorgia dei Due Mondi con l’aspirante al Nobel della Pace Trump, che aveva assicurato il mondo intero, già al momento di far il suo ingresso nella Casa Bianca, che nel giro di 24 ore avrebbe risolto tutte le guerre, Ucraina compresa.)
Quando poi riciccia il famigerato Mes Salva-Stati, si scapicolla la Lega per togliere le castagne dal fuoco al Camaleonte della Sgarbatella. È bastato che quel budino dal volto umano di Antonio Tajani, da Bruxelles, annunciasse l’ipotesi di utilizzare il Meccanismo Europeo di Stabilità (cui manca da tre anni solo la ratifica del governo di Roma), a garanzia dei rischi che potrebbero derivare dall'utilizzo degli asset russi congelati, per scatenare l’inferno.
Subito si straccia le vesti il responsabile economico della Lega, il no-euro Alberto Bagnai (lo stesso che si adoperava per far sloggiare i consiglieri di Mps, contrari all’Opa su Mediobanca):
“È uno strumento obsoleto. Riteniamo che il fondo vada liquidato: ieri il Mes "sanitario", oggi il Mes "bellico" o "postbellico", domani magari il Mes "climatico" o "energetico". Per la Lega, è illogico pensare di ricorrere a questo meccanismo per garantire prestiti legati agli asset russi congelati’’.
ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina. foto lapresse
Anche qui la posizione anti-europeista del "patriota" orbaniano Salvini si rivela un ottimo schermo per la Melona per giustificarsi con Ursula von der Leyen e agli amici del PPE, piagnucolando: ‘’Non è colpa mia se non sostengo gli aiuti a Kiev o non firmo la riforma del Mes: purtroppo ho un alleato di governo come Matteo Salvini che è un pazzo irriducibile e non posso correre il rischio di far cadere il governo…bla-bla-bla”
Supercazzole di camaleontismo senza frontiere che funzionano per chi ha la memoria corta e si è dimenticato quanto i Fratelli d’Italia abbiamo sempre detestato il trattato del Mes. La stessa Meloni accusò in Parlamento Giuseppe Conte e il suo governo di aver firmato nel 2021, con "il favore delle tenebre", la riforma del Mes da dimissionario e “contro il parere del Parlamento”…
GIORGIA MELONI NO EURO
GIORGIA MELONI PER L ITALEXIT NEL 2018



