SESSO, RICATTI E BUGIE: DUE ANNI FA SCOPPIAVA IL CASO STRAUSS KAHN DOVE CI HANNO GUADAGNATO TUTTI TRANNE DSK

Beatrice Borromeo per il "Fatto quotidiano"

Il 12 maggio di due anni fa, Dominique Strauss-Kahn, in visita a Washington, è ancora uno degli uomini più potenti della finanza internazionale. Manca solo un giorno alla partenza per New York, dove vive la figlia Camille, studentessa alla Columbia University. 48 ore dopo, l'uomo che i francesi già acclamavano come futuro presidente, viene arrestato all'aeroporto JFK. Ma che fine hanno fatto, oggi, i protagonisti dello scandalo che ha cambiato i destini dell'Eliseo e del Fondo Monetario Internazionale?

LA FINE DI UN RE
Giovedì scorso, DSK era in Marocco (dove ha passato i primi dieci anni di vita) per parlare a una conferenza sulla crisi dell'euro organizzata dall'Università privata di Marrakech. Chi c'era ha raccontato che l'ex direttore del FMI si è soffermato sulla recessione greca con il guizzo dell'oratore esperto e la competenza che l'ha portato a guidare più volte i dicasteri economici nei governi socialisti.

Ma la reputazione conta più del talento, e ancora oggi Strauss-Kahn fatica a trovare un lavoro proporzionato alle sue capacità. Tanto che, quando la stampa francese rende noto che DSK è in trattative con la banca d'affari Arjil, l'istituto di credito (membro del gruppo Altium e specializzato in fusioni e acquisizioni) si affretta a chiarire che i candidati sono parecchi, e l'ex ministro è uno dei tanti. Eppure tutti i suoi guai giudiziari, almeno sulla carta, sono archiviati. A partire dal più grave: l'accusa di aver stuprato una donna a NY.

MANETTE IN VOLO
I sogni politici di Strauss-Kahn svaniscono il 14 maggio 2011, per via di una relazione sessuale con la cameriera Nafissatou Diallo nell'ormai celebre suite 2806 del Hotel Sofitel, a Manhattan. Le accuse della 32enne vengono ritenute abbastanza gravi e credibili da spingere lo Stato di New York ad arrestare l'allora direttore del FMI, quando già si trova su un volo Air France diretto a Parigi. La stampa internazionale scrive che DSK è stato catturato mentre fuggiva, anche se - si scopre più tardi - l'uomo aveva un appuntamento a Berlino con Angela Merkel (fissato tempo prima) per il giorno successivo. Quattro giorni dopo, con la foto dell'arresto che fa il giro del mondo, Strauss-Kahn lascia la presidenza del Fondo Monetario Internazionale.

SOLTANTO 12 MINUTI
Il Dipartimento di Stato Americano decide che l'immunità diplomatica di Strauss-Kahn non regge, la libertà su cauzione (all'inizio) viene negata, e DSK - che ha rischiato una pena fino a 70 anni di reclusione - passa tre mesi con la paura di poter morire in carcere. Poi, nel giro di 12 minuti, il 23 agosto 2011, il caso viene chiuso: la procura, sapendo che le prove sono deboli e confidando sempre meno nella test chiave, si limita a dire: "Non ci opponiamo al rilascio". Il giudice Michael J. Obus archivia. E Strauss-Kahn, come niente fosse, torna libero.

IL FILM DI ABEL FERRARA
L'ultima novità è che Nafissatou Diallo non interpreterà se stessa nel film che Abel Ferrara sta girando sull'affaire DSK. A svelare le trattative in corso era stata Isabelle Adjani, scelta per affiancare Gerard Depardieu (DSK) nel ruolo della moglie, Anne Sinclair. E se Nafissatou ha deciso di rinunciare al (probabile) lauto compenso per far parte del film, è anche perché, lo scorso novembre, lei e DSK avrebbero raggiunto un accordo in gran segreto.

L'ammontare del risarcimento rimane confidenziale, anche se per la stampa francese si tratta di circa sei milioni di dollari, cifra subito smentita da William W. Taylor III, avvocato di Strauss-Kahn ("le notizie sono completamente false. Sarebbe sproporzionato"). Anche perchè le accuse di Nafissatou, una dopo l'altra, sono crollate come un castello di carte. E così, dopo il caso penale, si è chiuso anche quello civile.

Cresciuta nella zona di Labè in Guinea (Africa occidentale), e figlia di un mercante della tribù Peule (che rappresenta circa il 40 per cento della popolazione: in tutto sono circa dieci milioni), Nafissatou ha seguito il marito in America nel 1998. Dopo il divorzio, ha cresciuto la figlia quindicenne nel Bronx con l'aiuto di una sorella che vive a Harlem.

Lavorava all'hotel Sofitel già da tre anni quando DSK ha prenotato la suite al 28esimo piano. Che tra i due un rapporto sessuale ci sia stato, l'ammette anche Strauss-Kahn, che in un'intervista rilasciata mesi dopo l'ha definito un "errore" e un "fallimento morale" che rimpiangerà tutta la vita. Il rapporto, però, "è stato consensuale". Ma passano mesi prima che l'opinione pubblica si convinca che non si è trattato di stupro.

Il 14 maggio 2011, la cameriera lo accusa di averla obbligata a praticare sesso orale e di aver tentato di violentarla. Ma l'investigatore privato assunto da Benjamin Brafman - il brillante avvocato di DSK che difende celebrity e mafiosi (divenuto famoso dopo aver fatto assolvere il rapper P. Diddy) - comincia a scavare nel passato e nelle contraddizioni di Nafissatou.

E scopre che non è affatto credibile: non è nemmeno la prima volta che denuncia una violenza mai avvenuta. Aveva sostenuto di essere stata vittima di uno stupro di gruppo in Guinea e di aver chiesto l'asilo politico per questo (anche se nella domanda per vivere negli Usa non ne fa cenno). Anche l'accusa riconosce le falle nell'inchiesta: Nafissatou cambia versione dei fatti piu' volte, e le prove erano si' consistenti con un rapporto sessuale, ma nulla indicava che non fosse consensuale.

CARRIERE AVVIATE
A parte DSK, tutti gli altri protagonisti di questa storia hanno guadagnato qualcosa. L'avvocato della Diallo, Kenneth P. Thompson, nonostante abbia perso il caso, ha annunciato l'intenzione di candidarsi per il ruolo di procuratore capo a Brooklyn. L'avvocato, che aveva scavato nel passato di DSK per trovare altri casi di molestie, continua a sostenere che la sua cliente è una vittima, rimanendo così nel cono di luce abbastanza a lungo da poter sperare in un buon pacchetto di voti.

Non è andata male neanche a Cyrus R. Vance Jr., che ha deciso di arrestare DSK quando aveva assunto la carica di procuratore di Manhattan da appena un anno e mezzo. Nonostante il flop di Vance - figlio del segretario di Stato all'epoca di Jimmy Carter - la stampa statunitense (NYTimes in testa) gli ha riconosciuto di aver rispettato la procedura alla lettera e di aver agito per tutelare, in linea con lo spirito americano, i diritti dei più deboli.

Mentre Anne Sinclair, che nei giorni dello scandalo difendeva ferocemente il marito, ha deciso che l'ennesima indagine su DSK - accusato a Lille, in Francia, di aver organizzato un giro di prostituzione, poi archiviato - era un po' troppo. Per la giornalista, che aveva rinunciato a una carriera in ascesa per un futuro da premier dame, la fine del matrimonio ha coinciso con la rinascita della professione. Separata da Strauss-Kahn, guida l'edizione francese dell'Huffington Post. Ma per chiarire ogni dubbio e definire dettagli ancora sfumati, basta aspettare che il film esca al cinema.

 

 

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