grasso

GRASSO SUPERFLUO – “SÌ A UN GOVERNO CON PD E FORZA ITALIA”, IL LEADER DI “LIBERI E UGUALI” NON FA IN TEMPO AD APRIRE A UN GOVERNO DI SCOPO (E SCOPONE) CHE I SINISTRATI LO INFILZANO – DA SPERANZA A FRATOIANNI UN CORO DI NO ALLE LARGHISSIME INTESE - E RENZI, INTANTO, SI DICE PRONTO A FARE OPPOSIZIONE…

grasso

Carlo Bertini per la Stampa

 

«Noi siamo una forza di sinistra responsabile di governo, se ci dovesse essere questo scopo e il presidente Mattarella ce lo chiedesse noi saremmo disponibili». Nemmeno finisce di parlare a Porta a Porta, Piero Grasso, che i cellulari dei compagni cominciano a friggere al solo leggere questa uscita rilanciata dalle agenzie: a tre giorni dalle urne, dire che Leu è disponibile a un governo di scopo con Renzi e Berlusconi non pare a nessuno il miglior viatico per conquistare consensi.

 

Tanto che lo stesso Grasso, di lì a poco, è costretto a raddrizzare la forma della sua dichiarazione: «Voglio essere chiaro: Liberi e uguali non è disponibile a nessun governo di larghe intese. Se non ci sarà una maggioranza coesa, l' unico scopo possibile per un governo è cambiare la legge elettorale e tornare al voto».

ROBERTO SPERANZA - PIERO GRASSO - NICOLA FRATOIANNI

 

S p eranza lo stoppa subit o Ma sull' ipotesi di sedere al governo con l' ex Cavaliere e con l' odiato Renzi si apre una crepa a sinistra. I suoi generali non la pensano affatto così.

 

Anzi. «La legge elettorale la fa il parlamento. Noi mai al governo con Berlusconi e Renzi», lo stoppa Roberto Speranza da un palco di Piombino. Stizzito dopo aver impostato gli ultimi fuochi della campagna su un attacco a Renzi e Berlusconi che vogliono governare insieme. «Disponibili a discutere della legge elettorale con tutti, senza alcun bisogno di partecipare a governi», taglia corto su Facebook Nicola Fratoianni. Consapevole, come tutti a sinistra, della circostanza che quando un governo parte si occupa di tutto e non solo della legge elettorale. Gli uomini del leader di Leu gettano acqua sul fuoco, «perché abbiamo sempre detto che se non c' è maggioranza per far nascere un governo vero, siamo una sinistra responsabile e quindi diremmo sì a un governo del presidente per avere una nuova legge e andare subito al voto».

 

grasso corbyn

Nessuna novità.

Estremisti al governo E se Grasso si tiene aperte tutte le porte, a cominciare da un governo di scopo con M5S ma anche con il Pd e Forza Italia, pure Renzi evoca tutti gli scenari, puntando il dito sul peggiore di tutti.

 

«Il rischio di un governo estremista c' è, non escludo nemmeno un governo tra Grillo e la Lega. Ecco perché dico voto utile, voto utile, voto utile», invoca il leader Pd. Il quale per la prima volta annuncia che «il Pd è pronto ad andare all' opposizione». «Quello che accadrà dopo il 5 di marzo si capirà solo con i numeri chiari, perché non è detto che non ci sia una maggioranza. Per me è fondamentale che ci sia il Pd davanti.

 

GRASSO BOLDRINI

Se non sarà così, non è che ce l' ha detto il dottore di andare al governo». Parole che svelano una prima cauta ammissione che le cose possono andare diversamente da quanto sperato, magari con un centrodestra vittorioso e un Pd ai minimi termini. E Renzi esorcizza pure questo scenario sdrammatizzando la prospettiva di un ripiegamento nelle retrovie dell' opposizione.

 

Dualismo Gentiloni-Renzi Ciò che pare certo in quel caso è un a formidabile resa dei conti nel Pd, di cui già si vedono i presupposti. Un Pd scosso da un dualismo evidente tra Gentiloni e Renzi. Dopo Napolitano, Prodi, Veltroni, Bonino, arriva infatti al premier l' endorsement di Enrico Letta su Twitter: «Mi auguro che Gentiloni esca rafforzato dal voto, con la coalizione che lo sostiene». E se questa uscita è una chiara presa di distanza da Renzi, le parole di Letta vengono lo stesso benedette dai renziani Lotti e Martina. Contenti del sostegno al Pd, affatto scontato, dell' ex premier: che non cederà dunque alle sirene di Leu. E già si odono i primi tuoni ai piani alti.

 

GRASSO

«Gentiloni è in grado di tenere insieme una coalizione più articolata», scandisce ad un comizio tra gli applausi il capo dell' opposizione Andrea Orlando, indicando nel premier il futuro punto di ripartenza del Pd. «Lui non ha mai cercato il conflitto fine a sé stesso. Una certa arroganza, autosufficienza e prepotenza non credo abbia aiutato nei risultati il Pd». Renzi è avvisato .

ROBERTO SPERANZA - PIERO GRASSO - PIPPO CIVATI - NICOLA FRATOIANNI

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…