luigi di maio dario franceschini

SÌ SÌ, C'È TANTO ''SPIRITO DI COALIZIONE'', INTANTO IO MI PIAZZO A PALAZZO - FRANCESCHINI MARCA CONTE CON UN UFFICIO A PALAZZO CHIGI: I 5 STELLE SI SONO PRESI IL SOTTOSEGRETARIO MA IL ''CAPO DELEGAZIONE'' METTE IL SUO PIEDONE NELLA PORTA - QUANDO SUL TAVOLO DEL CDM ARRIVERANNO I DOSSIER CALDI (MANOVRA, GIUSTIZIA, RAPPORTI CON LA UE, INFRASTRUTTURE E GRANDI OPERE, NOMINE) TOCCHERÀ A SU-DARIO, UFFICIALE DI COLLEGAMENTO TRA IL GOVERNO E ZINGARETTI, FARE PRESSIONE SU CONTE

Fabrizio Nicotra per ''Il Messaggero''

 

 

roberto gualtieri dario franceschini

La sentinella del Pd a palazzo Chigi si chiama Dario Franceschini. E a chi Nicola Zingaretti e il Nazareno potevano affidare il compito di marcare a uomo Giuseppe Conte, se non al tessitore dell'alleanza rosso-gialla, al più navigato tra i ministri dem in questo esecutivo? Il titolare dei Beni culturali e del Turismo avrà un ufficio proprio a palazzo Chigi: insomma, se premier, sottosegretario alla Presidenza (Fraccaro) e ministro per i Rapporti con il Parlamento (D'Incà) sono tutti targati 5Stelle, Franceschini dovrà provare a riequilibrare i rapporti di forza, a vigilare su eventuali fughe in avanti dei grillini, a far sentire la voce del Pd sull'agenda del nuovo esecutivo.

franceschini

 

Accusato dai nemici (che non di rado poi tornano amici) di essere stato protagonista di tutte le trame e i complotti di partito e di Palazzo degli ultimi quindici anni, Franceschini è il capodelegazione dem nel governo e oltre al lavoro che lo attende al ministero di via del Collegio romano a lui spetta il compito, tutto politico, di orientare (lato Pd) l'azione di governo.

 

Abilità tattica ed esperienza non gli mancano, i rapporti nemmeno: gode della stima di Zingaretti, la sua corrente nel Pd pesa da sempre, ha uomini sparsi in tutte le altre componenti del partito, il filo diretto con il Quirinale non si è mai interrotto, conserva un canale privilegiato con il presidente della Camera Roberto Fico e con il ministro per le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora (molto vicino a Luigi Di Maio), coprotagonista della trattativa che ha portato alla nascita del Conte bis. Senza contare che a Bruxelles e Strasburgo ci sono i suoi amici Paolo Gentiloni, prossimo commissario Ue, e David Sassoli, presidente dell'Europarlamento.

 

nicola zingaretti dario franceschini

LA SFIDA

Dopo il giuramento al Quirinale ieri mattina, Franceschini dedica il suo esordio da ministro all'antifascismo (così come fece quando diventò segretario del Pd nel 2009 e ministro nel 2014) e visita il Museo Storico della Liberazione a Roma: «Quando si indicano le persone come nemiche per il colore della pelle o per la loro religione, si sta prendendo una china pericolosa, allora è giusto ripartire da un luogo come questo». E citando una frase di Benito Mussolini del 1919 («Dobbiamo trasformare le paure in odio»), il ministro ha un pensiero per Salvini: «Al Viminale ha seminato odio. Noi ripristineremo un clima di convivenza civile». E poi: «Con la Lega sono stati fatti passi indietro sui valori dell'antifascismo». E con i grillini? «Con i grillini no».

giuseppe conte stringe la mano a luigi di maio

 

Attento, fin dalle prime battute, a fare in modo che la navigazione della barca rosso-gialla sia la più piana possibile, Franceschini illustra ai suoi colleghi dem e M5S (durante il Consiglio dei ministri di ieri) quella che ritiene la ricetta giusta per durare e per fare bene: «Collaborazione e non competizione, dovremo trovare una sintesi tra di noi. Questo governo nasce con lo spirito di una coalizione». Insomma, «tra noi non ci dovrà essere un braccio di ferro continuo».

 

In realtà le partite che aspettano il Conte bis sono talmente importanti che la competizione ci sarà, eccome. E al Nazareno, per prevalere, contano su Franceschini: quando sul tavolo del Cdm arriveranno i dossier caldi (manovra, giustizia, rapporti con la Ue, infrastrutture e grandi opere, nomine) toccherà al ministro dei Beni culturali, ufficiale di collegamento tra palazzo Chigi e Zingaretti, fare pressione su Conte. Sarà inoltre lui a battagliare con i grillini Fraccaro e D'Incà per orientare il traffico, per decidere quali provvedimenti portare in Parlamento e quando. Insomma, un compito piuttosto complesso. «Dario - racconta un alto dirigente del Nazareno - dovrà essere un vicepremier senza i galloni, ha una mission decisiva che gli è stata affidata dal partito.

 

sergio mattarella giuseppe conte 9

Se avrà successo, sarà una vittoria per lui e per il Pd. Se l'operazione dovesse fallire, sarà una debacle per lui e per tutti i dem». E sarà proprio nel suo nuovo ufficio a palazzo Chigi che Franceschini preparerà le prossime battaglie: e sempre in quella stanza, destinata a diventare una vera e propria war room, riunirà la delegazione ministeriale dem prima degli appuntamenti più importanti.

giuseppe conte

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)