
“SIAMO PRONTI A GOVERNARE SENZA HAMAS” - ABU MAZEN LANCIA L’AMO DURANTE IL SUO VIDEOMESSAGGIO ALL’ONU E SPERA CHE TRUMP ABBOCCHI: “HAMAS NON AVRÀ ALCUN RUOLO NEL GOVERNO E DOVRÀ CONSEGNARE LE SUE ARMI. GAZA È PARTE INTEGRANTE DELLO STATO DI PALESTINA E SIAMO PRONTI AD ASSUMERCI LA PIENA RESPONSABILITÀ DEL SUO GOVERNO. RESPINGIAMO CIÒ CHE HAMAS HA COMPIUTO IL 7 OTTOBRE: TALI AZIONI NON RAPPRESENTANO IL POPOLO PALESTINESE NÉ LA SUA GIUSTA LOTTA PER LA LIBERTÀ E L’INDIPENDENZA” - “THE DONALD” È PRONTO AD AFFIDARE L’AMMINISTRAZIONE AD INTERIM DELLA STRISCIA A TONY BLAIR… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Freancesca Caferri per www.repubblica.it
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Prigioniero nella sua stessa terra, il presidente Mahmoud Abbas ha lasciato ieri via video messaggio un appello all’Onu in nome della Palestina. «Nonostante tutto ciò che il nostro popolo ha sofferto, respingiamo ciò che Hamas ha compiuto il 7 ottobre: tali azioni non rappresentano il popolo palestinese né la sua giusta lotta per la libertà e l’indipendenza», ha detto.
E poi: «Abbiamo affermato e continueremo ad affermare che Gaza è parte integrante dello Stato di Palestina e che siamo pronti ad assumerci la piena responsabilità del suo governo. Hamas non avrà alcun ruolo nel governo e, insieme ad altre fazioni, dovrà consegnare le sue armi».
Le parole di Abu Mazen (come tutti lo chiamano) suonavano ancora più disperate viste dalla sua terra: ieri la sbarra all’inizio della strada che da Gerico (la città più vicina al confine) portava verso la Giordania era abbassata.
Il valico è chiuso da giorni per decisione di Israele: non si tratta solo di un presidente che non ha potuto andare a parlare a New York perché gli Stati Uniti gli hanno revocato il visto, ma di un intero popolo che vive recluso, perché quello con la Giordania è l’unico confine che i Territori palestinesi hanno con il mondo esterno, se si esclude Israele. La sbarra – hanno annunciato ieri le autorità israeliane – tornerà ad alzarsi oggi, ma solo per le persone: non passeranno merci né aiuti umanitari.
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Il discorso di Netanyahu è l’appuntamento più importante di oggi all’Onu: il premier resterà poi negli Stati Uniti fino a lunedì, quando alla Casa Bianca incontrerà Trump per un appuntamento che, secondo il presidente americano, potrebbe portare a una svolta a Gaza. «Ho parlato con Bibi. Credo che siamo vicini a un accordo, forse anche alla pace. Stanno morendo molte persone ma noi rivogliamo gli ostaggi», ha detto ieri sera dopo aver ricevuto l’omologo turco Erdogan.
Il vertice potrebbe essere l’occasione in cui Trump annuncerà una scelta che – secondo il quotidiano Ynet – sarebbe già stata fatta: quella dell’ex premier britannico Tony Blair come capo dell’amministrazione a interim che dovrebbe guidare la Striscia alla fine della guerra. Mossa che si annuncia contestatissima, visto il pessimo ricordo che Blair ha lasciato fra i palestinesi quando era inviato speciale Ue.
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