giorgia meloni a dritto e rovescio - 2

SLOGAN ED ELMETTO, CAMERATA PERFETTO – GIORGIA MELONI VA DA PAOLO DEL DEBBIO PER IL MONOLOGO PRE-ELEZIONI IN ABRUZZO E PARLA COME FOSSE ANCORA A COLLE OPPIO E NON A PALAZZO CHIGI DA UN ANNO E MEZZO: “DORMO CON L'ELMETTO, STA USCENDO LA NATURA LIVOROSA DEI NOSTRI AVVERSARI. MA NON MI PREOCCUPO PERCHÉ A ME INTERESSA IL CONSENSO” (E ALLORA SBAGLI) – POI SE LA PRENDE CON TUTTI: PRIMA ATTACCA DRAGHI SULLE MANGANELLATE DURANTE IL COVID, POI CONTE (“DI RADO MI SONO VERGOGNATA DI UNA PERSONA COME PER LUI”) E INFINE SCHLEIN (“IO MI OCCUPO DI LAVORO, LORO PARLANO DI COSE DI 70 ANNI FA”)

 

 

MELONI: CONTRO DI NOI AVVERSARI RANCOROSI ACCADRÀ UN PO’ DI TUTTO

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni a dritto e rovescio 7

La metafora dell’elmetto, quello che si è messa per la campagna elettorale, permane: «Lo porto anche quando dormo». Non c’è metafora invece per l’ex premier Giuseppe Conte: «Di rado mi sono vergognata di una persona come per lui, che andava dalla Merkel con il piattino in mano, a prendere ordini...». La sinistra di oggi: «Parlano di cose di 70 anni fa, non dei problemi della gente».

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MARCO MARSILIO

Giorgia Meloni su Rete4, ospite di Paolo Del Debbio, tocca quasi tutti gli argomenti di attualità. Si parte dalle Europee e dall’elmetto: «Ce l’ho perché sta uscendo una natura livorosa, rancorosa, dei nostri avversari e questo mi fa immaginare che accadrà un po’ di tutto, ma non mi preoccupa perché a me interessa il consenso». […]

 

"Dormo con l'elmetto. Stop ai professionisti del disordine pubblico"

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

cosi fan todde - meme by emiliano carli

Finisce con il conduttore Paolo Del Debbio che chiede a Giorgia Meloni di offrirgli una carbonara a Palazzo Chigi. Un altro salotto televisivo, un altro palco per un comizio senza vere domande. A tre giorni dal voto.

 

Questa volta la premier non mette al proprio servizio la televisione pubblica, come fece con Bruno Vespa su Rai 1 prima delle elezioni regionali in Sardegna. Si accontenta di Rete 4, del programma Dritto e Rovescio. È quasi un monologo, una difesa e un'autocelebrazione sulla sicurezza, sugli impegni internazionali, sui rapporti con l'Europa e gli Stati Uniti.

 

GIORGIA MELONI MEME

La versione di Giorgia parte dagli scontri di piazza, dai manganelli di Pisa, evita le polemiche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si concentra, ancora una volta, sugli avversari politici. «Le lezioni sullo stato di polizia dalla sinistra italiana no, perché quando i manganelli volavano alle contestazioni della Festa dell'Unità lì andavano bene e quando si sparava con gli idranti addosso ai lavoratori seduti a terra perfettamente fermi, che chiedevano il diritto di poter lavorare durante il Covid con il tampone non c'ero io al governo e sono stati tutti zitti».

 

È un riferimento a Mario Draghi, suo predecessore, senza mai nominarlo. "La sinistra" è la parola chiave su cui batte ripetutamente la premier, nella sua campagna elettorale senza fine. […]

 

GIORGIA MELONI . MEME SULLE ELEZIONI IN SARDEGNA

Meloni si sente a casa. È collegata da Palazzo Chigi con lo studio in cui conobbe e si innamorò del suo ex compagno Andrea Giambruno. Una delle ospiti più frequenti quando era una semplice leader della destra sovranista ed era molto più sicura nelle critiche all'Europa e ai democratici americani guidati dal presidente Joe Biden.

 

Ora invece il bersaglio è solo «la sinistra». Chiede di nuovo di sapere chi siano «i mandanti» del presunto dossieraggio, «bisogna conoscere i nomi e i cognomi» di chi, secondo la premier, ha spinto «alcuni funzionari dello Stato ad accedere a banche dati sensibili, utilizzate per combattere la mafia» per «mandare dossier a giornali, come quello di Carlo de Benedetti (Il Domani, ndr), tessera numero uno del Pd, e all'attuale responsabile comunicazione del Pd (Sandro Ruotolo, ndr), per lanciare campagne di fango su politici ritenuti avversari».

 

Del Debbio le facilita il lavoro contro gli altri leader. Mostra uno spezzone breve del congresso dei socialisti europei a Roma, riducendo ore di dibattito alle critiche, anche della segretaria Pd Elly Schlein, sul fascismo, e Meloni replica: «Io mi occupo di lavoro, di inflazione, di imprese, di grandi dossier industriali e cerco di dare risposte. Loro continuano a parlare di quello che è successo settanta anni fa».

giorgia meloni meme by edoardo baraldi

 

Infine, su Giuseppe Conte. Il presidente del M5S critica la «sudditanza» di Meloni verso Bruxelles e verso la Casa Bianca, e la premier lo liquida così: «La cosa più intelligente di politica estera che ho sentito dire da Conte è che Zelensky per far finire la guerra doveva mettersi in giacca e cravatta. Farmi dare lezioni dall'armocromista di Zelensky anche no». E pensare che aveva esordito in questo modo, alla prima sollecitazione di Del Debbio: «Dormo con l'elmetto anche perché si sta vedendo un po' di tutto da qui alle Europee. Sta uscendo la natura livorosa dei nostri avversari».

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