giuseppe conte dario franceschini renata polverini

“QUESTA È LA VOLTA BUONA?” – SORGI RACCONTA L’INCONTRO TRA UNA PICCOLA PATTUGLIA DEI RESPONSABILI GUIDATA DA RENATA POLVERINI HA INCONTRATO DARIO FRANCESCHINI: PER ORA È TUTTO CONGELATO DAL CORONAVIRUS, MA DIETRO LE QUINTE CI SI MUOVE MOLTO – LE QUATTROCENTO NOMINE DA FARE, LE MOSSE IN RAI E LA GRANDE PERPLESSITÀ: CHE FARÀ RENZI? CONTINUERÀ A SPARARE A SALVE?

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

giuseppe conte dario franceschini

Sono usciti alla chetichella 13 dal palazzone del Collegio Romano, alle spalle del Pantheon, in cui ha sede il ministero dei Beni culturali. La piccola pattuglia dei Responsabili, guidata dall'ex-presidente della Regione Lazio Renata Polverini, radici a destra con Fini e da tempo traghettata in Forza Italia, aveva preso impegno solenne di tenere la bocca chiusa. Ma come succede sempre, qualcuno ha parlato: «Questa sì, è la volta buona». E in effetti, dopo gli abboccamenti falliti delle scorse settimane con il premier Conte, che avevano provocato l'ira di Matteo Renzi e il suo sostanziale passaggio all'opposizione, si sono trovati davanti a Dario Franceschini.

luigi di maio dario franceschini

 

RENATA POLVERINI

Quel Franceschini, che del governo è una sorta di amministratore delegato e anche il più testardo sostenitore dell'alleanza giallorossa, per il gruppetto di deputati e senatori di centrodestra stufi di stare all'opposizione e alla mercé di Salvini rappresentava una grande occasione. Franceschini è l'ultimo esponente di rilievo di una tradizione democristiana sopravvissuta alle tre Repubbliche italiane.

 

renzi franceschini by osho

Si vede da come parla: s'ispira a Moro, che non diceva mai né di sì né di no. La telefonata con cui ha invitato nel suo ufficio di ministro i Responsabili, era soltanto per uno scambio di idee. Ma quelli, convocati in sede istituzionale, e da un uomo maniacalmente cauto come il capo delegazione del Pd al governo, hanno capito subito che il gioco si fa serio. Si tratta di una partita molto dura, specie da quando, all'ombra dell'emergenza coronavirus, il tentativo condotto in tandem dai due Mattei, Renzi e Salvini, è arrivato al Quirinale, dopo l'incontro rappacificatore di mercoledì tra il Presidente Mattarella e il Capitano leghista.

 

FRANCESCHINI RENZI

Un altro ribaltone? Perché al di là delle difficoltà evidenti - "no" di Pd, 5 stelle e Fratelli d'Italia all'iniziativa del "governissimo", fondata sulla necessità di affrontare con un esecutivo sorretto da un largo appoggio parlamentare la recessione e la crisi economica in arrivo, il movimento in corso riguarda le due incerte alleanze - meglio sarebbe definirle per quel che sono, minoranze - che si confrontano nel Parlamento esausto di metà legislatura.. quella giallo-rossa, privata ormai concretamente dell'appoggio di Renzi, con l'eccezione delle votazioni unitarie di questi giorni di emergenza anti-virus; e quella, assai pe-nitente, di centrodestra, a cui mancano una cinquantina di voti alla Camera e poco più di una ventina al Senato, che potrebbero venire dallo stesso leader di Italia viva, se capace di un altro ribaltone, o da una scissione grillina, se gli Stati Generali del Movimento, al momento rinviati, non dovessero trovare una sintesi tra l'a-la parlamentare schierata a favore del governo e della coalizione con il Pd, e l'altra che ancora rimpiange l'asse con Salvini.

 

I dubbi su Italia viva

dario franceschini paola de micheligraziano delrio dario franceschini

Nello studio di Franceschini si è parlato essenzialmente di questo. Con il ministro attento a non entrare in dettagli che avrebbero potuto mette-re in forse l'avvicinamento guardingo della pattuglia dei Responsabili, tra l'altro divisi al loro interno, all'universo giallo-rosso. E Polverini e i suoi curiosi di capire fino a che punto l'uomo chiave del governo era disposto a spin-gersi. Di fronte a Conte, nei precedenti colloqui, la perplessità maggiore dei Responsabili rispetto all'ipotesi di rompere gli indugi, allontanarsi dai partiti che li hanno eletti, formare gruppi parlamentari alla Camera e al Senato e prendere posto in maggioranza, era una sola: che ci veniamo a fare se Renzi resta con un piede dentro e uno fuori dal governo? Saremmo aggiuntivi e non indispensabili, alla fine serviremmo solo a rendere scarica la pistola di Matteo puntata su Palazzo Chigi e a prolungare una legislatura che, se interrotta, vedrebbe elezioni anticipate con una molto probabile vittoria del centrodestra.

roberto gualtieri e dario franceschini all'abbazia di contigliano

 

dario franceschini e nicola zingaretti alla finestra dell'abbazia di contigliano 5

Anche davanti a Franceschini la renitenza dei Responsabili si è manifestata in questi termini. Né è servita a diradarla la descrizione che il ministro, con il suo linguaggio avvezzo a continue divagazioni e a interrogativi che rimangono sospesi nel vuoto, ha fatto dei rapporti reali tra Renzi, il Pd e i 5 stelle. Con Zingaretti e il Pd, una scissione, pur dolorosa, che doveva essere consensuale, ha portato a un forte deterioramento dei rapporti.

luigi di maio vito crimi

 

Con Di Maio e adesso con Crimi, reggente addetto all'ordinaria amministrazione di qualcosa che ordinario non è, come la crisi di M5S, il rapporto non è neppure cominciato. E poi, Matteo, si sa, è impaziente, lo dicono anche quelli più vicini a lui: ha capito che a sinistra non sfonda e ha cominciato a guardare a destra.

 

Il giro di nomine e la Rai

Dietro le quinte c'è la grande trattativa, che parte dalle quattrocento nomine importanti negli enti di Stato e approda all'inevitabile rimpasto che seguirebbe alla nascita della nuova maggioranza per tenere in vita il Conte-bis. Su questo, stando al resoconto dei Responsabili, impressioni più che certezze, voci dal sen fuggite, Franceschini, più che prudente, è rimasto muto, limitandosi a delineare un largo orizzonte con un cenno della mano destra, e a sospirare, è tutto per aria. Ma nei ragionamenti successivi all'incontro, le ambizioni dei Responsabili hanno fatto presto a correre: se Renzi alla fine esce dal governo, si liberano due poltrone di ministri e quattro o cinque di vicemini-stri e sottosegretari.

RENATA POLVERINI

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGAN

E alle viste c'è il cambio di metà legislatura delle presidenze delle commissioni alla Camera e al Senato. Se anche le nomine in Eni, Enel, Finmeccanica (oggi Leonardo), Poste e così via, fino alle Autorità indipendenti, dovessero andare come sembra verso una riconferma (l'incertezza riguarda la posizione pentastellata a favore di un ricambio totale), restano un sacco di posti da assegnare nei consigli d'amministrazione. Ultima, ma non in ordine d'importanza, c'è la Rai. Per la quale da tempo, in mancanza di un vero ricambio, a partire dalle direzioni dei tg, corrispondente al ribaltone che ha portato al governo giallo-rosso, il Pd manifesta la sua insoddisfazione, mirata a un azzeramento dei vertici, che potrebbe partire con l'inserimento della partita sulla tv di Stato in quella più generale delle nomine.

GIUSEPPE CONTE AL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

 

Un banchetto luculliano di potere in tutte le salse, allineato sul tavolo della trattativa come un buffet. Roba da far venire l'acquolina in bocca ai Responsabili, che trascinano le loro giornate consumando le suole delle scarpe sui marmi del Transatlantico della Camera e tra le boiseries della Sala Garibaldi del Senato. E adesso che la trattativa è partita, davanti al GranVisir del governo, devono valutare se sono in grado di mettersi insieme una volta e per tutte per fare un passo avanti.

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?