giorgia meloni donald trump ursula von der leyen

UNO SPETTRO ALEGGIA A BRUXELLES: I “DAZI ASIMMETRICI” DA PARTE DI TRUMP – CIOE’ L’IPOTESI CHE LA CASA BIANCA DIVIDA I PAESI EUROPEI IN “BUONI” E “CATTIVI”, APPLICANDO TASSAZIONI SOLO AD ALCUNI – URSULA VON DER LEYEN HA AVVISATO I CAPI DI GOVERNO, MELONI INCLUSA: “RESTIAMO UNITI”- RISPONDERE A TRUMP IN ORDINE SPARSO INDEBOLIREBBE LA REAZIONE E SAREBBE UN DANNO ALLA STESSA UNIONE - URSULA CONFIDA NELLA MEDIAZIONE DELLA MELONI, CHE HA I RAPPORTI MIGLIORI CON TRUMP. MA SE L’ITALIA FOSSE ESCLUSA DALLA “BLACK LIST” LA PREMIER ITALIANA, GIA’ SOSPETTATA DI “COLLABORAZIONISMO” CON LA TECNO-DESTRA, NON SARÀ UTILE - SUL TAVOLO DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI DOMANI VERRANNO POSTE CONTROMISURE “BELLIGERANTI” (CONTRO-DAZI) E ALCUNE “DIALOGANTI”, COME LA DISPONIBILITÀ AD AUMENTARE GLI ACQUISTI DAGLI STATES DI ARMI, AUTO E GAS LIQUIDO…

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

Lo spettro europeo si materializza intorno a due parole: «Dazi asimmetrici». Nell’Ue l’allarme per la guerra commerciale confermata dal presidente Usa, Donald Trump, cresce di giorno in giorno. Ma c’è una paura che negli uffici della Commissione preoccupa ancora di più. La possibilità che l’Amministrazione di Washington imponga le sue misure sull’import discriminando tra “buoni” e “cattivi”.

 

Applicando le nuove tassazioni solo ad alcuni dei Paesi del Vecchio Continente salvando gli altri. Facendo una distinzione tra “amici” e “nemici” sulla base della vicinanza politica.

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

Per questo domani, al Consiglio europeo informale, inevitabilmente i 27 saranno chiamati a parlare anche della possibile risposta da inviare alla Casa Bianca. Sebbene all’ordine del giorno del summit ci sia solo il tema di come incrementare la Difesa, il nodo-dazi sarà posto dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

 

Il rischio, infatti, dei «dazi asimmetrici» è ben presente a Palazzo Berlaymont. E la leader dell’esecutivo comunitario intende mettere in guardia i capi di Stato e di governo: «Restiamo uniti». Il senso delle riflessioni in corso in queste ore, infatti, si concentra sulla necessità di rispondere a Trump in maniera compatta. Perchè andare in ordine sparso non solo indebolirebbe la reazione ma potrebbe assestare un colpo alla stessa Unione.

ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse

 

Eppure tutti sanno che dinanzi ad una scelta di questo genere da parte della presidenza statunitense, sarà davvero molto complicato impedire agli Stati esentati dalle penalità fiscali di proteggere il vantaggio. Come spiegare infatti all’opinione pubblica o al sistema industriale del proprio Paese che bisogna reagire unitariamente anche a rischio di affrontare la battaglia dell’import- export?

 

[…] la Commissione ha iniziato a studiare le possibili repliche. L’idea di mettere in campo dei veri e propri “contro-dazi” da novembre scorso è analizzata dagli uffici di von der Leyen. Tutto si basa sul precedente del 2020. Quando l’Ue reagì proprio dai dazi di Trump con una misura uguale a contraria che valeva oltre 4 miliardi di euro. […] La presidente della Commissione vuole evitare però la “guerra commerciale”, così come intende scongiurare uno showdown sia la Francia di Macron (che ha già invitato Trump a Parigi) sia la Germania ancora impegnata in campagna elettorale.

 

DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MARCO RUBIO

Von der Leyen […] confida dunque in una mediazione di Giorgia Meloni, che tra i capi di governo è quella che al momento ha i rapporti migliori con la Casa Bianca. Ma nello stesso tempo è consapevole che se l’Italia fosse esclusa dalla “black list” - sospetto non infondato - l’amicizia con la premier italiana le sarà molto meno utile. Sul tavolo allora verranno poste alcune contromisure “dialoganti” e alcune “belligeranti”.

 

Tra le prime la disponibilità del Vecchio Continente ad aumentare gli acquisti dagli States di armi, autovetture e soprattutto gas liquido. Tra l’altro proprio su quest’ultimo punto la presidente della Commissione intende insistere per non fare retromarcia sulla rinuncia al metano russo. Sebbene alcuni Stati - come l’Ungheria - stiano spingendo per riaprire i rubinetti dei metdanodotti putiniani, von der Leyen lo considera inaccettabile e giudica inammissibile rimettere in discussione il cuore del “RepowerEu”, uno dei provvedimenti principali del suo precedente mandato.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

 

Tra le misure “belligeranti”, invece, ci potrebbe essere proprio l’incremento di acquisti di gas da partner come Algeria e Tagikistan. E poi […] la guerra del commercio rafforzerebbe la Cina. E probabilmente i Paesi più deboli dell’Unione sarebbero costretti a riaprire o ampliare il dialogo degli affari con Pechino.

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...