giorgia meloni e steve bannon

“MELONI UN PONTE CON LA UE? NON CI SERVE. LE RACCOMANDEREI: SII CIÒ CHE ERI QUANDO I FRATELLI D’ITALIA ERANO AL 3%” - STEVE BANNON LIQUIDA IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA RELEGANDOLA ALLA SUA IRRILEVANZA INTERNAZIONALE: “NEL MOVIMENTO MAGA, MOLTI PENSANO CHE MELONI SI È QUASI TRASFORMATA IN UNA NIKKI HALEY. È STATA TRA I PIÙ GRANDI SOSTENITORI DELLA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA IN UCRAINA. SE CREDE DAVVERO A QUELLO CHE HA DETTO NEGLI ULTIMI ANNI, DOVREBBE ESSERE PRONTA CON GLI ALTRI IN EUROPA A METTERCI I SOLDI - TRUMP VUOLE PORRE FINE A QUESTA SEMI-OSSESSIONE DI SPINGERE LA NATO IN TERRITORIO RUSSO. LEI È STATA AL GIOCO, AVEVA SCOMMESSO CHE TRUMP NON SAREBBE PIÙ TORNATO, SI VEDE DALLE SUE POLITICHE. LA SCOMMESSA ERA SBAGLIATA, NON HA PAGATO. IN EUROPA MOLTI SONO PREOCCUPATI PER I DAZI? DOVREBBERO ESSERLO. IL LIBERO MERCATO È FINITO, PERCHÉ L’EUROPA HA ABUSATO DI NOI…”

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

BANNON MELONI 4

Steve Bannon ci ha dato appuntamento alle 11 dell’11/11, l’ora e il giorno dell’armistizio che sancì la fine della Prima guerra mondiale. È Veterans Day, festa nazionale. […] L’ex stratega della vittoria di Trump nel 2016 guida il braccio mediatico del movimento Make America Great Again (Maga).

 

Dice che ora le priorità sono la «decostruzione dello Stato amministrativo» e il debito pubblico, «la principale minaccia alla sicurezza nazionale».

 

MELONI TRUMP 1

L’incontro Trump-Biden di domani?

«Una cortesia di Trump, sono contento che lo faccia, ma non ne ha bisogno. Io non inviterei Biden all’insediamento. Dicono che serve unità. Avremo l’unità dopo che abbiamo epurato i traditori».

 

A marzo lei ci disse che se Giorgia Meloni volesse essere riaccolta dopo la vittoria di Trump dovrebbe dimostrare di aver cambiato posizione sull’Ucraina.

«Parlavo del movimento Maga, non di Trump. Lui non fa queste richieste agli altri Paesi. Ma credo che molti, nel movimento qui, pensano che Meloni si è quasi trasformata in una Nikki Haley. È stata tra i più grandi sostenitori della continuazione della guerra in Ucraina.

Giorgia Meloni e Steve Bannon

 

Però l’Italia non ha fatto abbastanza per tenere il canale di Suez aperto per il commercio: tra i gruppi tattici di portaerei là, credo che ci sia solo una corvetta italiana. Comunque penso che il suo atteggiamento cambierà con l’arrivo del presidente Trump, che la convincerà. E che i Paesi della Nato saliranno a bordo abbastanza rapidamente.

 

Altrimenti, se crede davvero a quello che ha detto negli ultimi anni, dovrebbe essere pronta con gli altri in Europa a metterci i soldi, a staccare assegni grandi quanto i discorsi. Noi del movimento Maga siamo irremovibili, vogliamo tagliare al 100% i fondi per l’Ucraina alla Camera».

MELONI TRUMP

 

Quindi c’è una differenza tra quello che il movimento «Maga» e l’amministrazione Trump potrebbero chiedere alla premier Meloni?

«Al 100%. Ma Trump dirà che vuole la pace in Ucraina. […] vuole porre fine a questa semi-ossessione di spingere la Nato quasi in territorio russo. Lui non l’appoggerà, ma lei l’ha fatto, è stata al gioco. È piuttosto ovvio che aveva scommesso che Trump non sarebbe più tornato, si vede dalle sue politiche. La scommessa era sbagliata, non ha pagato. Ora che Trump è tornato, il movimento Maga è più forte che mai e ci prenderemo l’apparato della sicurezza nazionale e della politica estera».

meloni bannon

 

Meloni può essere un ponte tra America e Europa?

«Se resta fedele alle sue convinzioni fondamentali, sì».

 

Può essere d’aiuto?

«Non abbiamo bisogno di aiuto da nessuno in Europa. I populisti hanno preso questo Paese, Trump è un grande leader e sono certo che sarà magnanimo, ma il movimento Maga, che è più a destra di Trump, dirà che l’Europa non ha fatto nulla per gli Stati Uniti. Vi abbiamo salvati nella Prima e Seconda guerra mondiale, nella Guerra fredda e in Ucraina. Basta. Perché ci servirebbe un ponte? Abbiamo un modello, America First: riportare la sicurezza economica e lavorativa nel Paese. Se volete un partner, ok, sennò ok uguale. Al movimento Maga non serve un ponte, perché Le Pen, Farage e Orbán sono con noi. Raccomanderei a Meloni: sii ciò che eri quando i Fratelli d’Italia erano al 3%».

vistor orban marine le pen

 

È stato in contatto con Salvini?

«No, sono stato schierato al 100% nell’assistere Trump a tornare alla Casa Bianca: 20 ore al giorno per 4 anni, senza un giorno libero tranne quand’ero in prigione».

 

In Europa molti sono preoccupati per i dazi.

«Dovrebbero esserlo. Non pagheremo per la vostra difesa mentre lasciamo che ci colpiate con accordi commerciali sbilanciati. Sì, i dazi stanno arrivando, dovrete pagare per avere accesso al mercato Usa. Non è più gratis, il libero mercato è finito, perché l’Europa ha abusato di noi, come hanno fatto gli altri alleati».

 

GIORGIA MELONI E STEVE BANNON

Tornerà alla Casa Bianca?

«No, ho molto più potere qui. Servono media alternativi: podcast, streaming, Twitter hanno battuto i media tradizionali in questa elezione. Perché dovrei rinunciarci?».

 

Lei ha parlato di purghe al Pentagono. Cosa succederà ai funzionari pubblici?

«Dipende dal presidente e dalla sua cerchia ma è possibile eliminare interi dipartimenti. Sarà un’operazione aggressiva. E Stephen Miller, nuovo vicecapo dello staff per le politiche della Casa Bianca, sarà centrale».

 

MARINE LE PEN - VICTOR ORBAN

Chi sono le figure di peso nel team di transizione?

«Robert F. Kennedy, Tulsi Gabbard, Musk, Tucker Carlson, Don jr, 5 o 6 persone».

 

E lei non va a Mar-a-Lago?

«Non c’è bisogno, serve che io stia qua. E sono in contatto con loro 24 ore su 24».

 

Pompeo e Haley non torneranno al governo.

«La loro carriera politica è finita. Quel tweet del presidente Trump l’ha uccisa». […]

 

Ultimi Dagoreport

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?

lapo e john elkann lavinia borromeo

FLASH! - INDAGATO, GRAZIE A UNA DENUNCIA DELLA MADRE MARGHERITA AGNELLI, INSIEME AI FRATELLI GINEVRA E JOHN  NELL'AMBITO DELL'EREDITA' DELLA NONNA MARELLA CARACCIOLO, LAPO ELKANN E' STATO COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DELLA FONDAZIONE BENEFICA DE "LA STAMPA", ''SPECCHIO DEI TEMPI'', PER LASCIARE LA POLTRONA ALLA COGNATA LAVINIA BORROMEO... – LA PRECISAZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DI LAPO ELKANN: “LAVINIA HA ASSUNTO LA PRESIDENZA, MA LAPO RIMANE NEL CONSIGLIO DI ‘SPECCHIO’”