democrazia capitalismo

"IL CAPITALISMO NELLE SUE TRASFORMAZIONI LASCIA SUL CAMPO MOLTE VITTIME E I CITTADINI CREDONO SEMPRE MENO NELLA DEMOCRAZIA" - LO STORICO DONALD SASSOON SPIEGA LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA: "SERVONO PROVVEDIMENTI DRASTICI CHE ELIMININO VERAMENTE LE DISEGUAGLIANZE. I VERI RICCHI, QUELLI DA TASSARE, SONO DIFFICILMENTE RAGGIUNGIBILI PERCHÉ TRASFERISCONO I LORO QUATTRINI NEI PARADISI FISCALI - LA SINISTRA PURTROPPO NON HA SAPUTO GESTIRE IL GLOBALISMO CHE HA AUMENTATO LA FRAGILITÀ SOCIALE. E DUNQUE DILAGA IN TUTTA EUROPA LA DISAFFEZIONE VERSO IL VOTO…"

Mirella Serri per "la Stampa"

 

donald sassoon

«Il concetto di democrazia? E' sempre in divenire. Si trasforma e muta anche velocemente, proprio come avviene per il socialismo, il cristianesimo o per il capitalismo, sistema proteiforme che si riadatta continuamente. Il presidente degli Stati Uniti, aprendo il summit per la democrazia, ha esortato i partecipanti a riflettere sulla "recessione globale delle democrazie" e a ritrovarsi in nome di valori unitari.

 

Diciamolo chiaramente: Joe Biden ha una visione arcaica e superata della democrazia. Astratta ma anche funzionale al suo obiettivo principale: ridare smalto all'immagine degli States dopo il disastro di Kabul. I valori democratici, gli obiettivi comuni bisogna ridefinirli. Ma lo deve fare Biden in casa sua come pure noi qui in Europa».

 

xi jinping joe biden

No, non ha dubbi uno dei maggiori storici contemporanei, Donald Sassoon: inutile cimentarsi in appelli, sono lontani i tempi delle certezze sulle sorti progressive della democrazia. Allievo di Eric J. Hobsbawm, Sassoon è professore emerito di Storia europea comparata presso la Queen Mary University of London ed è in procinto di pubblicare Il trionfo ansioso. Storia del capitalismo. 1860-1914 (a metà gennaio per Garzanti). Ed è convinto che la sfida dei sistemi democratici contro i moderni totalitarismi e le autocrazie si possa vincere solo con analisi approfondite ma con lo scetticismo contro i proclami globali.

 

BIDEN XI JINPING

Professor Sassoon, siamo al capezzale di un malato, la crisi attuale dei valori democratici è connessa al rallentamento dello sviluppo economico negli ultimi quarant'anni?

«Alla fine della seconda guerra mondiale vi furono i tre splendidi decenni, dal 1945 al 1975, che gli storici francesi definirono i Trente Glorieuses, durante i quali i Paesi sviluppati, come la Germania occidentale, l'Italia e il Giappone crebbero notevolmente nel quadro del piano Marshall.

 

harry truman george marshall e basil o connor

La prosperità economica si combinò con un'elevata produttività, con ottimi salari medi, con l'espansione dei consumi e con un importante sistema di benefici sociali. Era assai diffusa la convinzione, sbagliata, che il progresso non dovesse finire mai e che fossero in crescita anche i diritti dei cittadini e le possibilità di influire attraverso le elezioni sulla gestione e l'andamento degli stati nazionali».

 

Dopo i "Glorieuses" sono arrivati gli ultimi quarant' anni segnati da tante turbolenze. È finita l'era delle illusioni?

«È un madornale errore stabilire un rapporto diretto tra sviluppo del capitalismo ed evoluzione delle istituzioni democratiche. In Europa, per esempio, in questi ultimi decenni il numero degli Stati democratici è cresciuto. Come mai? C'è stato il crollo dei regimi comunisti. Corea del Sud, Taiwan e altri Paesi hanno iniziato la loro corsa verso il benessere. Ma lo hanno fatto sotto regimi dittatoriali.

 

annuncio del piano marshall harvard 1957

La Cina, che non è un Paese democratico, ha un tenore di vita molto più alto di quello indiano, Paese governato tramite elezioni ma dove muoiono di fame milioni di persone. Oggi il borsino dei valori democratici ha visto un calo precipitoso: come risulta da una recente ricerca fatta dall'università di Cambridge su circa quattro milioni di persone e 150 paesi, il 60 per cento degli intervistati si dichiara insoddisfatto della tenuta della democrazia nel mondo».

 

joe biden

È l'età del malessere economico che intacca il tasso di democraticità di un Paese?

«Non, come pensa Biden, in maniera meccanica, predeterminata. Non c'è dubbio che il sistema di produzione capitalistico, per esempio, tragga la sua legittimità dal fatto che 150 anni fa il 20 per cento della popolazione fruiva delle sue conquiste, mentre oggi è l'80 per cento che vive meglio di nonni e di bisnonni. L'incremento del tempo libero, la sanità e l'istruzione per tutti hanno potenziato la libertà dei singoli cittadini. Però il capitalismo nelle sue trasformazioni seleziona vincitori e vinti. Lascia sul campo molte vittime e i cittadini credono sempre meno nella democrazia».

DEMOCRAZIA MUMMIFICATA

 

È così difficile stabilire cos' è oggi la democrazia?

«Ogni persona ha un voto. Ma il potere di ciascuno dipende anche dal reddito. E il reddito di un cittadino britannico non è rappresentato solo da quanto guadagna ma anche da quanto spende per lui lo Stato, ad esempio in cure mediche. Per restare all'esempio, negli Stati Uniti la sanità pubblica non supporta i singoli, salvo casi limitati di molto anziani o molto indigenti. Quale sistema è più democratico? Eppure nel vecchio continente tanti votanti sono convinti che mettere la scheda nell'urna serva assai poco».

 

covid e capitalismo

Il cammino verso un'idea compiuta di cittadinanza è stato oggi rallentato della pandemia? In Italia pensatori e filosofi dicono che stiamo facendo passi indietro e agitano lo spettro della "dittatura sanitaria".

«In Europa gli Stati si sono affermati con la forza e l'autorità. Per esempio, le istituzioni statali gestiscono il potere fiscale oppure gli interventi in guerra e hanno sempre imposto limitazioni all'autonomia e all'indipendenza dei singoli individui. Ne condizionano la vita quotidiana. Le costrizioni originate dalla presenza del Covid hanno un analogo carattere.

 

Non c'è protesta di filosofo che tenga. Voglio aggiungere che il Covid e i provvedimenti che si sono resi necessari hanno attenuato la spinta neoliberista che aveva dominato fino a qualche anno fa. Allora esisteva la certezza che il capitalismo potesse irrobustirsi solo indebolendo la presenza dello Stato. Il diffondersi del virus ha dato il colpo di grazia a questa convinzione. E oggi c'è un maggior peso del ruolo pubblico».

DISUGUAGLIANZA ECONOMICA.

 

Il pensiero progressista e la sinistra riescono a tutelarci dall'aumento delle diseguaglianze?

«La sinistra purtroppo non ha saputo gestire il globalismo che ha aumentato la fragilità sociale. E dunque dilaga in tutta Europa la disaffezione verso il voto. Le istituzioni sovranazionali non contano nulla. L'Unione europea ha pochi poteri. Non ha una politica fiscale unica, non ha un esercito. Di recente si è detto che per eliminare le sperequazioni economiche in Europa bisogna puntare su un salario minimo. Ma può essere lo stesso in Italia e in Germania?»

 

Come si può dar vita a vere forme di democrazia?

DISUGUAGLIANZA ECONOMICA.

«Con provvedimenti drastici che eliminino veramente le diseguaglianze. In America e in Europa. Imponendo nuove tasse. Non è facile. I veri ricchi, quelli da tassare, sono difficilmente raggiungibili perché trasferiscono i loro quattrini nei paradisi fiscali e hanno mille modi per eludere il fisco. Inoltre non sono perseguiti adeguatamente. Si può cambiare».

 

Le nazioni democratiche riusciranno a mettere ordine in casa propria? La crisi dei partiti è collegata a quella della democrazia: si tratta di una carenza di leadership o di idee?

winston churchill

«Mancano entrambe le cose. Sia in America che Europa. In Italia c'era un solido sistema dei partiti, per decenni a governare sono stati sempre gli stessi fino a Tangentopoli. Da allora non si è più trovato un nuovo equilibrio di sistema. Non a caso nelle ultime elezioni c'è stata una crescita spaventosa dell'assenteismo. E' una tendenza non solo del Belpaese».

 

Esiste un modello democratico a cui guardare?

«Svezia, Norvegia, Danimarca. Questi Paesi mettono insieme un ottimo welfare e una saggia gestione politica delle libertà e dei diritti. "La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre sperimentate finora": condivido questa celebre affermazione di Churchill. La democrazia e il capitalismo vivono in uno stato di crisi permanente e per limitarne la crisi li dobbiamo continuamente reinterpretare».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…