
“IL REFERENDUM? VADO A VOTARE MA NON RITIRO LA SCHEDA”- LA PARACULATA DI GIORGIA MELONI SUI QUESITI DELL’8 E 9 GIUGNO E’ L’ASTENSIONE ATTIVA - ANDRA' AL SEGGIO MA SENZA RITIRARE LA SCHEDA E...RISULTERÀ NON VOTANTE. E DUNQUE, NON CONTRIBUIRÀ AL RAGGIUNGIMENTO DEL QUORUM - E' UNA FORMA DI BOICOTTAGGIO CAMALEONTICO: PERCHE', PUR NON VOTANDO, RESTERA' LA FOTO CHE LA VEDRA' IN CODA AL SEGGIO - IL MINISTRO DEGLI ESTERI TAJANI SPARA L'ENNESIMA FESSERIA: “NON FAR SCATTARE IL QUORUM È UN ALTRO MODO DI VOTARE” (A TAJA', MA CHE STAI ADDI'?)
Tommaso Ciriaco per "la Repubblica" - Estratti
giorgia meloni. parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
Vado a votare, ma non ritiro la scheda: è una delle opzioni».
In modo quantomeno estemporaneo, Giorgia Meloni comunica la propria strategia referendaria mentre passeggia su via dei Fori Imperiali per le celebrazioni della festa della Repubblica. È circondata dallo staff e dagli uomini della sicurezza, il sole picchia forte su Roma. Ciononostante, un cronista arriva a portata d’udito e domanda: si recherà alle urne? La presidente del Consiglio risponde: sì.
L’effetto, però, è identico a quello di chi resterà a casa: boicottare i quesiti dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza. L’unica novità è che in questo modo la premier sconfessa quanto dichiarato finora da diversi esponenti del governo, che avevano invitato a disertare l’appuntamento.
giorgia meloni e ignazio la russa 25 aprile 2025 altare della patria foto lapresse
Il risultato della mossa di Meloni, si diceva, sarà comunque identico a quello dei suoi compagni d’esecutivo: senza ritirare la scheda, infatti, risulterà non votante. E dunque, non contribuirà al raggiungimento del quorum. Certo, in più resterà il fotogramma che la vedrà ripresa in coda ad un seggio.
Non era previsto che decidesse di parlare proprio il 2 giugno, ma sicuramente la premier era avvertita del rischio di doversi esporre, prima o poi. La scelta di recarsi comunque al seggio, ponderata negli ultimi giorni dopo le pesanti polemiche sui suoi silenzi attorno al referendum, determina lo scavalcamento (e, almeno dal punto di vista formale, anche la sconfessione) di alcuni ministri e del presidente del Senato. Ignazio La Russa, infatti, aveva prima confidato di valutare la possibilità di votare, soprattutto in forza del suo ruolo («ero al Senato e mi ricordavo di essere presidente»).
giorgia meloni parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
Salvo poi rettificare nel corso di una convention di partito, anche a costo di generare un diluvio di critiche da parte delle opposizioni e dei sindacati: «Continuo a dire che ci penso – aveva detto - però di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa. Magari io poi ci andrò».
Non era stato l’unico, prima di Meloni, a esporsi. Anche Antonio Tajani era stato netto: «Noi siamo per un astensionismo politico, non di disinteresse nei confronti degli argomenti. In che senso? È una scelta pure non andare a votare. Se uno considera che i referendum non sono giusti, allora è giusto per lui che non raggiungano il quorum. Non c’è nessun obbligo di recarsi alle urne, è illiberale chi vuole obbligare a farlo».
ignazio la russa giorgia meloni 25 aprile 2025 altare della patria foto lapresse
(...) In vista di questo passaggio referendario è stato già pubblicato un rapido vademecum del ministero dell’Interno, che scioglie alcuni dubbi: l’elettore che rifiuta di ritirare tutte le schede – è precisato - non può essere considerato come votante e non deve quindi essere conteggiato tra i votanti. È il caso di Meloni, per intenderci. Diverso sarebbe, invece, se l’elettore ritirasse le schede e senza neppure entrare in cabina le restituisse al presidente di seggio, senza alcuna espressione di voto. In quest’ultimo caso, verrebbe conteggiato come votante, la sua scheda annullata. Farebbe quorum, dunque: proprio quello che la premier vuole a tutti i costi evitare.
CRAXI, BOSSI, COFFERATI: QUANDO I LEADER INVITAVANO A DISERTARE I SEGGI
Tommaso Labate per corriere.it - Estratti
giorgia meloni parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
(...) Giorgia Meloni ieri ha identificato nella formula «vado a votare ma non ritiro le schede» la sua inedita — almeno per un capo di governo italiano — via all’astensione referendaria. Il quando non è un aspetto secondario: andrà domenica, lasciando che la scena inedita della sua presenza al seggio ma senza schede faccia il giro delle tv e del web, scatenando un possibile effetto boomerang? Oppure lunedì, quando i giochi sull’affluenza rischiano di essere fatti? E qui anche i più ottimisti tra i referendari si fanno pessimisti («Andrà lunedì poco prima della chiusura delle urne», è la riflessione più gettonata).
giorgia meloni parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
giorgia meloni. parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani foto lapresse