renzi boschi pd

LA STRATEGIA DI RENZI E BOSCHI E’ QUELLA DI MINACCIARE GLI AVVERSARI CON I “PIZZINI” - MARIA “ETRURIA” FA SAPERE DI AVER CONSERVATO SMS DI VEGAS E DI ESPONENTI DEL MONDO DEL CREDITO E DEL GIORNALISMO. IL BULLETTO FA INSINUAZIONI SUGLI STRANI AFFARI DI UN COLLABORATORE DI LUIGI DI MAIO - MARIO GIORDANO: “DALLA ROTTAMAZIONE ALL'INTIMIDAZIONE: AVEVANO PROMESSO IL RINNOVAMENTO. SI FERMANO ALL'AVVERTIMENTO"

MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI VICINI VICINI

1 - UOMINI DI STATO

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

Santo cielo, che bell’arietta. Ha cominciato Matteo Renzi: «Mi colpisce che Di Maio non voglia fare un confronto con me. Potrei domandargli come spiega l’attività in questo settore (delle fake news) di uno dei suoi principali collaboratori. Diamo tempo al tempo e vedrete a cosa mi riferisco».

 

Poi ha continuato Marco Agnoletti, che di Renzi è il portavoce: «Sarebbe interessante - in varie sedi - aprire un dibattito sulle acquisizioni precedenti di Banca Popolare di Bari. Ma di cui i vertici di Banca d’Italia sono più informati dell’allora governo Renzi». C’è anche un Agnoletti bis: «Su Monte dei Paschi, di cui sarebbe interessante parlare sin dai tempi delle acquisizioni di Banca 121 o Antonveneta...».

 

MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI

E a chiudere una simpaticissima Maria Elena Boschi: «Ho conservato gli sms di Giuseppe Vegas perché non cancello spesso gli sms. Ne ho quindi molti in memoria, anche con altri esponenti del mondo del credito e del giornalismo...».   

 

Ora, la cosa più ovvia sarebbe chiedere a Renzi, Agnoletti e Boschi che diavolo stanno dicendo. Sarebbe ovvio chiedergli chi è e che ha fatto l’amico di Di Maio, chi c’è dietro le acquisizioni delle banche pugliesi e perché sono così interessanti, che conterrà mai il telefonino di Boschi da avvertire il mondo intero. Se siano cose private (e allora perché parlarne pubblicamente) o se siano pubbliche (e allora perché insinuare invece di spiegare). Questa sarebbe la cosa più ovvia. Però, vista l’arietta, meglio far finta di niente e girare alla larga. 

giuseppe vegas

 

2 - PER INSABBIARE IL DOSSIER MARIA ELENA IL PD MANDA PIZZINI AGLI AVVERSARI

Mario Giordano per “la Verità”

 

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Gli altri si affidano ai pizzini. Fa un certo effetto leggere in simultanea, sui giornali di ieri, le due interviste di Matteo Renzi (Corriere della Sera) e di Maria Elena Boschi (Il Messaggero), e la lunga lettera che il portavoce del segretario nazionale del Pd, Marco Agnoletti, ha scritto al Fatto Quotidiano. Tutte e tre, infatti, contengono larvate minacce, allusioni, dico-non-dico, messaggi in codice che sinceramente sembrano appartenere a un'altra era della politica. O forse, non sembrano nemmeno appartenere alla politica.

abbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi

 

Dalla rottamazione all'intimidazione: è imbarazzante scoprire che la nuova linea di comunicazione del Pd passa attraverso toni più vicini a Gava che ai nuovi social. Avevano promesso il rinnovamento. E invece si fermano all' avvertimento.

 

Il pizzino di Renzi (copyright Corriere della Sera) è rivolto al leader dei cinque stelle. «Mi colpisce che Di Maio non voglia fare un confronto con me», dice il segretario Pd. «Gli chiederei degli 80 euro e del Venezuela, certo. Ma potrei domandargli come spiega l' attività in questo settore di uno dei suoi principali collaboratori».

MARCO AGNOLETTI

 

Ora un giornalista normale avrebbe interrotto Renzi per chiedergli: a quale attività si riferisce? Chi è il collaboratore? Qual è l' accusa che deve rivolgere? Ma l' intervistatrice è Maria Teresa Meli, in arte Tappetino, una donna un megafono, e dunque si limita a registrare la minaccia renziana («Diamo tempo al tempo e vedrete a cosa mi riferisco») e poi cambia argomento, con una delle sue ficcanti domande: «Su che cosa si vince, allora la battaglia elettorale?».

 

MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI

Ecco: magari la battaglia elettorale si vince anche evitando di parlare come un bullo di periferia con formule del tipo «La prossima settimana vedi che cosa ti succede», «Stai attento o il tuo amico finisce male», «Tuo cugino è un gran cornuto e lo sistemerò per le feste», oppure, per l' appunto, «Diamo tempo al tempo e vedrete». Tutta roba che sembra più adatta a un film sulle periferie disagiate che a un' intervista istituzionale al Corrierone. Anche perché delle due l' una: o il segretario del Pd sa qualcosa di rilevante che riguarda la figura di Di Maio e allora ha il dovere di parlare; oppure non lo sa e allora ha il dovere di tacere. Tertium figura di merdam.

 

BOSCHI RENZI

Uno potrebbe pensare che si tratti di un incidente di percorso, una scivolata estemporanea, un errore occasionale. Invece no: l' avvertimento a tutto campo deve proprio essere il nuovo modello di comunicazione del Pd. Infatti anche nella sua lunga lettera al Fatto Quotidiano, il portavoce Marco Agnoletti, a un certo punto manda un pizzino diretto a via Nazionale: «Sulle acquisizioni della Banca Popolare di Bari», scrive, «potrebbe essere interessante, in varie sedi, aprire un approfondimento. Ma sicuramente i vertici di Banca d' Italia sono più informati dell' allora governo Renzi». Ma che vuol dire? «Spero di aver aiutato a chiarire», chiude poi la sua lettera Agnoletti, con ottimismo francamente eccessivo. Chiarire cosa, di grazia? Che cosa ha fatto la Banca Popolare di Bari? Sai qualcosa? E non lo racconti?

boschi e renzi

 

E perché? Cos' è? Il mistero di Fatima? Stai davvero cercando di spiegare? O mandi soltanto segnali a riservati a chi deve capire? Tu chiamale, se vuoi, allusioni. Pratica nella quale eccelle ultimamente la regina decaduta Maria Elena Boschi. Quest' ultima dopo aver fatto capire di avere molti messaggi del presidente Consob, Giuseppe Vegas, oltre a quello che la invitava a casa sua alle 8 del mattino (uauuuu: siamo al piccante), è tornata alla carica nella già citata intervista al Messaggero: «Non cancello spesso gli sms», ha detto, «ne ho quindi molti in memoria». Non solo quelli con Vegas, insomma, ma anche «con altri esponenti del mondo del credito e del giornalismo». Evviva, evviva: non possiamo essere che felici di questa intensa e amorosa corrispondenza di sms di sua maestà detronizzata Boschi. Ma di che si tratta?

 

Auguri di Natale o proposte di acquisizione di banche? Convenevoli sul tempo o insider sui decreti del governo? E chi sono questi «esponenti» del mondo del credito e del giornalismo? Normali leccaculo o persone che hanno commesso delle irregolarità? Non sarebbe il caso di specificare?

RENZI BOSCHI

 

Non vorrei citare la solita frase di Agatha Christie, secondo la quale un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi e tre indizi sono una prova. Ma non posso farne a meno. Tre interventi nello stesso giorno, tutti e tre con lo stesso tono minaccioso, tutti e tre con dei non detti che suonano come avvertimenti, segnano un passaggio nella strategia di comunicazione del Pd.

 

maria elena boschi al lingotto

È come se il mondo renziano, nel prendere consapevolezza della sua caduta («il mio consenso è in calo»), inviasse messaggi in codice agli avversari: non ci faremo battere così, siamo pronti a reagire in ogni modo, apriremo gli archivi, solleveremo ondate di fango, trascineremo giù tutti quelli che riusciremo. Mandano a dire: perso per perso non ci fermeremo davanti a nulla. In fondo il senso dello Stato non è mai stato il loro forte, questo si sa. Però, ecco, c' è un limite a tutto.

 

RENZI BOSCHI

Perché se Renzi, Agnoletti e la Boschi sanno e possono documentare fatti rilevanti, messaggi imbarazzanti, questioni scottanti, se hanno notizie di reato o di inopportunità, se insomma conoscono qualcosa che è di rilevanza pubblica, lo devono dire prendendosi le loro responsabilità, come facciamo noi ogni giorno. Altrimenti parlino delle cose che sanno, se le sanno, senza mandare pizzini. Che non è cosa loro.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....