TANTO SUDARIO MONTI PER NULLA? - JENA: “MONTI HA GIÀ NOMINATO TRE SOTTOSEGRETARI: ALFANO, BERSANI E CASINI” - FERRARA: “AI MERCATI NON INTERESSA UN GOVERNO TECNICO, CON LA DEMOCRAZIA SOSPESA E LA POLITICA IMPICCATA. LA CRISI DI FIDUCIA RIGUARDA L’EUROPA E IL GOVERNO DELL’EURO - UNA MAGGIORANZA TRIPARTITA CHE SI VERGOGNA DI ESSERLO CHE COMBINA VERTICI SEGRETI A PALAZZO GIUSTINIANI (IL LUOGO GIUSTO, IL PALAZZO DELLA MASSONERIA)”…

1- TRE
Jena per La Stampa.it -
Monti ha già nominato tre sottosegretari: Alfano, Bersani e Casini.

2- UN PESE IMBOCCONITO
Giuliano Ferrara per Il Foglio

Ai mercati non interessa un governo tecnico, con la democrazia sospesa e la politica impiccata. La crisi di fiducia riguarda l'Europa e il governo dell'euro, cosa che questo giornale in corsa solitaria contro il luogo comune fazioso antiberlusconiano ha ripetuto per mesi. Ma la grande menzogna è passata, è stata perfino ingurgitata da chi al massimo grado doveva difendersene e difenderci, Berlusconi in persona. La situazione è surreale e drammatica.

Ed è una lezione per tutti quei gentiluomini che fanno del cinismo opportunista, e del suo corredo di moralismo punitivo, la regola e la guida della loro rinuncia a pensare i problemi in vista di un interesse nazionale ed europeo, non di parte. Eccoci dunque con i rendimenti raddoppiati dei titoli a breve, una piccola catastrofe ingigantita dalla mortifera situazione borsistica, e con Lady Spread che scorrazza per ore oltre quota cinquecento, tranquilla, elegante e molto eloquente.

Se fossimo in campagna elettorale, con garanzie aperte e bipartisan di responsabilità nazionale, saremmo per lo meno a un passo dal consolidamento di argini difensivi, e una spirale di tensione politica virtuosa costringerebbe tutti a discutere con il paese la giusta dose e ripartizione di rinunce, ma soprattutto la giusta dose di incazzatura italiana con il governo più stupido che l'Europa abbia mai conosciuto in una prova del fuoco, il governo dell'imbelle direttorio ridens.

Se fossimo in campagna elettorale, la questione della Banca centrale che non tutela le finanze di una moneta comune, e i suoi rischi di mercato, sarebbe al centro di una grande esperienza di democrazia europea. E così per gli eurobond. E si farebbe sul serio, sarebbe in gioco l'identità di una nazione non minore, capace di reagire, e il futuro concreto di questa costruzione monetaria in grave crisi di identità e funzionalità.

Invece siamo nel fondo di un pozzo politico dal quale risalire sarà arduo. Una maggioranza tripartita che si vergogna di esserlo (nata com'è all'insegna della rinuncia alla sovranità politica democratica), che combina vertici segreti a Palazzo Giustiniani (il luogo giusto, il palazzo della Massoneria) con il Preside del consiglio di facoltà, un tris di segretari impotenti (Bersani, Alfano, Casini) che passa da dietro, dalle porte laterali, per non farsi sorprendere.

E che maneggia goffamente la sottoquestione sottogovernativa dei sottosegretari, svelando che dietro la restaurazione della politica parlamentare, dietro il rinnegamento del maggioritario, ci sta la logica e la lingua del pizzino di Enrico Letta, "dall'esterno e riservatamente", ma ora non più solo un Letta, i capi di ciò che resta di movimenti e partiti scrivono pizzini segreti e li recano personalmente al professore incaricato dal Presidente della Repubblica di risolvere con tutta calma un'emergenza vistosa e tremendamente fuori controllo. Per poi smentire ridicolmente l'accaduto, irridendo la pubblica opinione.

Ci voleva più politica, più sovranità nazionale, più democrazia. Negli anni Settanta con l'emergenza economica e l'emergenza terrorismo fu praticato il compromesso storico. Una cosa grande, a confronto con questo tripartitismo di sottogoverno che si presenta in scena e si annuncia nel peggiore dei modi.

Berlinguer e Zaccagnini per lo meno si incontravano apertamente, Moro offriva motivazioni politico-strategiche a quanto pensava di dover promuovere, e lo stesso il segretario dolente del Pci. I delegati a trattare, i compianti Fernando Di Giulio e Franco Evangelisti, si vedevano in Parlamento, alla Camera, e discutevano le bazzecole del potere sotto una luce politica che era il prodotto di quel modo di organizzarsi, sia pure in emergenza, della democrazia dei partiti.

Qui ogni dignità politica è volata via, è morta. Ogni luce è spenta. Il dramma continua, e lo si recita come fosse una farsa. Un Monti impacciato fa il bravo scolaretto davanti ai due già ilari direttori didattici dell'Europa virtuosa, il ritmo della danza è pachidermico, e tutti stanno zitti, tutti (tranne pochi che si rendono conto della qualità dell'aggressione dei mercati finanziari alla governance sbilenca dell'Unione) giocano ai finti tonti, ai sobri, ai lodenvestiti che tra una Trilateral e l'altra stanno facendo strame di un paese imbocconito. Disastro.

 

MERKEL - MONTI - SARKOZYbersani alfanoMONTI SUONA LA CAMPANELLAPIERLUIGI BERSANI RINO FISICHELLA PIERFERDINANDO CASINI ANGELINO ALFANO VIGNETTA BENNY - MONTI MASSONEVIGNETTA MANNELLI MONTI IL MAZZO E IL MESSAGGIO MONTI HA VOLUTO PASSERA

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?