alfredo mantovano guido crosetto

SULL’INTELLIGENCE È BRACCIO DI FERRO TRA CROSETTO E MANTOVANO – IL MINISTRO DELLA DIFESA TORNA A CHIEDERE UNA RIFORMA DEI SERVIZI SEGRETI. NELLA RELAZIONE CHE ACCOMPAGNA IL BILANCIO DEL SUO DICASTERO, INVOCA LA NASCITA DI UN NUOVO BRACCIO DELL'INTELLIGENCE, CONTROLLATO DALLA DIFESA – È DA TEMPO CHE CROSETTO VUOLE ALLARGARE AI MILITARI ALCUNE DELLE COMPETENZE E DEI POTERI OGGI IN MANO AGLI 007, COORDINATI SOTTO L'OMBRELLO DI PALAZZO CHIGI DAL SOTTOSEGRETARIO CON DELEGA ALL'INTELLIGENCE, ALFREDO MANTOVANO – MELONI FRENA: HA PAURA DI RIAPRIRE IL VASO DI PANDORA DEI SERVIZI SEGRETI, DOPO IL CASO PARAGON, IL PASTICCIO ALMASRI…

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “Il Messaggero”

 

GUIDO CROSETTO ALFREDO MANTOVANO

Un nuovo fronte. Si apre su un terreno politicamente delicatissimo. Guido Crosetto torna in pressing per chiedere una riforma dei Servizi segreti. A invocare, di fatto, la nascita di un nuovo braccio dell'intelligence, controllato dalla Difesa.

 

Lo fa scrivere nero su bianco il ministro di Fratelli d'Italia, nella relazione che accompagna il nuovo bilancio di previsione del suo dicastero, letta dal Messaggero.

 

«In Italia fra le poche realtà nel panorama mondiale l'intelligence militare è stata nel tempo di fatto anemizzata, venendo esclusa dal Sistema di informazione per la sicurezza» l'accusa. Di qui l'appello agli alleati al governo: «I tempi sono quindi maturi per avviare una riflessione aggiornata sugli strumenti del comparto militare, individuando soluzioni legislative e organizzative più efficaci e, al tempo stesso, garantendo al personale le necessarie tutele funzionali».

 

guido crosetto e giorgia meloni alla camera foto lapresse

Tradotto: è il momento di allargare al settore della Difesa alcune delle competenze e dei poteri oggi in mano agli 007 italiani, coordinati sotto l'ombrello di Palazzo Chigi. Crosetto lo chiede da mesi, se non anni.

 

[…]  Senza le "garanzie funzionali" degli agenti segreti italiani - ovvero la possibilità di commettere reati in servizio senza essere inquisiti dalla magistratura - come possono i militari italiani prevenire in tempo le minacce, sventare un attacco cibernetico, sferrarne uno preventivo contro un nemico esterno?

 

Fin qui tutto chiaro. Se non fosse che da mesi, sulle competenze dei Servizi, è in corso un "derby" non privo di tensioni fra apparati dello Stato che ora entra in un secondo tempo. Da un lato Crosetto e le alte sfere della Difesa. Dall'altro Palazzo Chigi e il sottosegretario con delega all'intelligence, Alfredo Mantovano.

 

carlo nordio matteo piantedosi alfredo mantovano – foto lapresse

Che insieme alla premier Giorgia Meloni nutre molti dubbi sull'opportunità di aprire un calderone - una riforma, sia pure mirata, dei Servizi - potenzialmente esplosivo. Tantomeno a un anno e mezzo dalle elezioni politiche. […]

 

Cosa scrivono i tecnici di Crosetto nella Manovra? L'analisi parte larga. E il senso è il seguente: a fronte del moltiplicarsi di conflitti e crisi internazionali - Ucraina, Gaza, le tensioni nel Pacifico - diventa sempre più urgente «la disponibilità di un quadro informativo mirato, aggiornato e aderente agli obiettivi, anche tattici e dinamici, che si devono conseguire».

 

giorgia meloni con guido crosetto nella camionetta dell esercito 5

Sicché «l'intelligence militare a livello nazionale torna a configurarsi come fattore fondamentale» e «altri Paesi alleati non a caso hanno intrapreso un percorso di ulteriore potenziamento dei loro apparati informativi militari».

 

[…]  A metà agosto dai corridoi di Palazzo Chigi è spuntata una bozza di decreto, anticipata da questo giornale, che proponeva una maxi-riforma della Difesa italiana. Assicurando al ministero di Crosetto l'accesso ai registri segreti del "perimetro cyber", dati sensibili di aziende e pubbliche amministrazioni considerate essenziali per lo Stato oggi gestiti dai Servizi e dal Viminale.

 

LO SPIONAGGIO SUI GIORNALISTI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Intanto in Parlamento tre proposte di legge - graditissime alla Difesa e firmate dagli azzurri Mulè e Minardo e dalla meloniana Chiesa - propongono di creare un "esercito" di hacker dotati degli stessi poteri degli 007, sotto il controllo della Difesa.

 

Su entrambi i binari però, alla ripresa post-estiva, da Palazzo Chigi è arrivata una frenata. Meloni non intende riaprire il vaso di Pandora dei Servizi segreti, dopo mesi sull'altalena per il comparto, dal caso Almasri allo spyware Paragon.

 

Lo stesso Mantovano, ascoltato dal Copasir, ha fatto intendere in più occasioni che i tempi, oggi, non sono politicamente maturi per riformare l'intelligence tricolore. Per Crosetto invece sì, almeno per potenziare gli 007 della Difesa italiana. E lo ha fatto mettere agli atti, un'altra volta. Difficile che il caso si chiuda qui.

spyware ParagonALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...