bergoglio nelle filippine

IL PAPOCCHIO DEI SERVIZI SEGRETI - “I TERRORISTI ISLAMICI PROGETTAVANO UN ATTENTATO A BERGOGLIO DURANTE LA VISITA A MANILA”. MA LA SICUREZZA VATICANA NON FU AVVERTITA

Iacopo Scaramuzzi per http://vaticaninsider.lastampa.it

 

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Un gruppo di terroristi di matrice islamista legato ad al Qaida, Jemaah Islamiyah, avrebbe pianificato un attentato ai danni di Papa Francesco nel corso del suo recente viaggio nelle Filippine (15-19 gennaio), secondo quanto affermato durante un'audizione al Senato da Getulio Napenas jr, capo delle forze speciali (Special Action Force), recentemente rimosso dopo la "strage di Mamasapano" (25 gennaio) che ha visto la morte di un noto terrorista malese, Zulkifli "Marwan" Bin Hir, decine di sospetti islamisti, diversi civili e 44 poliziotti.

 

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I servizi di sicurezza vaticani, a quanto apprende Vatican Insider, non erano stati avvisati di alcune minaccia nei confronti del Papa e il programma del viaggio non ha subito alcuna modifica. E non sono stati avvisati della presunta minaccia neanche dopo, tanto che la notizia riferita da Napenas jr è stata appresa dagli uomini che si occupano della sicurezza del Pontefice attraverso i giornali. Ragioni che invitano a valutare con molta cautela le affermazioni dell'ex capo delle forze speciali filippine.

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«Recentemente, durante la visita di Papa Francesco nelle Filippine, abbiamo ricevuto informazioni che la Jemaah Islamiyah, in coordinamento con Marwan, aveva pianificato di costruire una bomba da far esplodere al passaggio del corteo papale lungo T.M. Kalaw street a Manila, il 18 gennaio», ha detto Napenas jr nell'audizione odierna. «Queste informazioni - ha aggiunto - non sono state né confermate né smentite dalla polizia filippina nazionale. Resta il fatto che queste informazioni esistono». Dopo aver elencato informazioni raccolte in merito ad altre minacce, l'ormai ex capo delle teste di cuoio ha chiosato: «Questi fatti e informazioni innegabili mostrano chiaramente il pericolo che il terrorista malese Zulkifli “Marwan” Bin Hir rappresentava per il pubbico. Questo pericolo non esiste più».

 

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“Marwan”, considerato un esperto di bombe e ordigni esolosivi, è stato ucciso in un raid compiuto dalla polizia il 25 gennaio scorso a Tukanalipao, municipio di Mamasapano, provincia meridionale, a maggioranza musulmana, del Maguindanao. Si è trattato, ha scritto nei giorni scorsi il New York Times, della «più ampia perdita di vite umane della polizia filippina nella storia recente e la prima interruzione di un cessate-il-fuoco che durava da quasi un anno con i ribelli musulmani conseguenza di un fragile accordo di pace con il governo».

 

Il raid, che secondo il quotidiano statunitense ha causato la morte di un «indeterminato numero di ribelli» del Bangsamoro Islamic Freedom Fighterse e del Moro Islamic Liberation Front (250 vittime secondo fonti di stampa filippine), sarebbe costata la vita, sempre secondo i giornali locali, anche a diversi civili. Morti, inoltre, 44 poliziotti dello Special Action Force. Nel raid - lo ha confermato anche l'Fbi - è morto Zulkifli "Marwan" Bin Hir, bersaglio dell'operazione. La strage ha sollevato molte critiche e richieste di indagini.

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E' intervenuto anche il presidente Benigno Aquino per ammettere il disfuzionamento dell'operazione e indire il 30 gennaio scorso come giornata di lutto nazionale. Il capo delle Forze speciali, Getulio Napenas jr, è stato rimosso ed è stato chiamato a rispondere, oggi, davanti al Sen

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