luigi di maio nicola zingaretti chiara appendino

UNA MOLE DI GUAI PER L’ALLEANZA PD-5 STELLE – CHIARA APPENDINO SI È FATTA DA PARTE PER FAVORIRE UN ACCORDO, MA I DIRIGENTI LOCALI NON NE VOGLIONO SAPERE: I CINQUE STELLE TORINESI SONO ANCORA RIMASTI AI NO-TAV E CONSIDERANO I DEM “L’ARCHITRAVE DELLA CUPOLA CRIMINOSA” CHE HA GOVERNATO LA CITTÀ PER VENT’ANNI. ANCHE DALL’ALTRA PARTE NON VA MEGLIO: IL PD TORINESE VUOLE FAR FUORI CON LE PRIMARIE LA CANDIDATURA CIVICA DEL RETTORE DEL POLITECNICO, GUIDO SARACCO…

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

CHIARA APPENDINO

 

Tanti cari auguri, con un bel dito medio alzato. L'inaugurazione del Premiato laboratorio politico torinese comincia con un gestaccio. È quello che consegna a Facebook la consigliera comunale Maura Paoli, una delle massime teoriche piemontesi del vaffa pentastellato, nemica acerrima della sua ormai quasi ex sindaca, considerata collusa con i poteri forti e troppo incline al compromesso.

 

CHIARA APPENDINO LUIGI DI MAIO NO TAV

Ci ha messo anche delle parole, comunque. «Chiara Appendino è stata spesso arrogante, miope e bugiarda, con chi si sarebbe tagliato un braccio per sostenerla». Detto questo, ha fatto anche cose buone. «Ma nonostante tutta la rabbia che ho nei suoi confronti, è indubbio che sia la migliore di tutti noi e che nessuno potrebbe sostituirla». I complimenti postumi alla carissima nemica sono un grande classico nostrano.

 

Daniela Albano

Daniela Albano, anche lei purissima e durissima, trasuda entusiasmo per una eventuale alleanza con il Pd. «Tra noi e loro le differenze di visione politica sono incolmabili. E l'idea di una alleanza per mera convenienza elettorale è intollerabile». I Cinque Stelle torinesi hanno sempre considerato il Pd come l'architrave della cupola criminosa altrimenti detta sistema Torino che aveva governato la città per oltre vent' anni.

 

IL DITO MEDIO DI MAURA PAOLI

È con queste parole d'ordine, da qui alle Amministrative del prossimo maggio varrà la pena ricordarlo, che nel 2016 Appendino espugnò l'ultimo villaggio di Asterix al di sopra del Po. La sindaca è poi scesa a più miti consigli, cambiando molte convinzioni iniziali ma senza mai trovare la forza per liberarsi dell'ala oltranzista alla quale doveva in gran parte l'elezione, e questo barcamenarsi ha prodotto figuracce epocali come quella delle Olimpiadi invernali.

 

stefano lo russo 1

Ma anche dall'altra parte non è che ci siano tappeti rossi pronti per l'uso. Torino non ha mai amato le soluzioni imposte da Roma. E questo vale anche per il Pd, dove in molti tacciono in attesa di capire le indicazioni del Nazareno. Ma sono gli stessi che ci tengono a far sapere come l'ultima candidatura torinese decisa nella Capitale fu proprio quella di Piero Fassino cinque anni fa, obbligato a ripresentarsi nonostante la poca voglia e i segnali inquietanti per lui che venivano dalle periferie. E non fu un trionfo.

 

guido saracco chiara appendino 1

Nel ruolo del kamikaze, ecco Stefano Lorusso, aspirante sindaco, capogruppo Pd in Comune e docente del Politecnico, quindi collega del suo rettore Guido Saracco, da tutti indicato come probabile candidato civico che potrebbe andare bene a tutti. «Gli elettori torinesi soprattutto quelli del Pd, non sono fessi» sostiene Lorusso.

 

stefano lo russo piero fassino

«Se qualcuno pensa che lo schema sia quello di Luigi Di Maio e che cioè il candidato lo debbano scegliere di fatto i grillini a Roma, lo dica alla luce del sole. Lo strumento per misurare davvero la forza di questo schema non possono che essere le primarie del centrosinistra. È li, dando la parola ai torinesi e non ai caminetti romani, che si può veramente individuare la candidatura migliore».

 

alessandro di battista chiara appendino

Lorusso non è certo un caso isolato. Gran parte del Pd torinese punta a fare fuori una candidatura civica facendola passare per le forche caudine delle primarie, per poi giocarsela in casa, dove al momento si contano minimo 6-7 candidati in pectore. È un ragionamento che si basa sul presupposto di un Pd ancora dominante in città, anche se la realtà e i flussi elettorali suggeriscono il contrario. «Saracco faccia come Sala» ha ammonito il segretario cittadino Mimmo Carretta, invitando così un professore universitario digiuno di politica a coinvolgere i partiti facendo opera di aggregazione in solitaria.

 

luigi di maio chiara appendino paola pisano

L'aria che tira è questa, non delle migliori. Sergio Chiamparino, che a Torino significa ancora molto, anzi parecchio, è l'unico a lavorare alla luce del sole per il rettore del Politecnico, che a parole andrebbe bene a tutti, ma nei fatti insomma. E se dovesse essere lui il candidato, contro un centrodestra che sembra unito dietro un altro civico, l'imprenditore e presidente della Film commission Paolo Damilano, la vittoria è tutt' altro che scontata. I tempi del villaggio di Asterix sono ormai un ricordo. Si scrive Torino, ma ci vuole poco per leggere Liguria.

guido saracco chiara appendino

 

guido saracco 1stefano lo russoguido saracco

 

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?