toti salvini

UNO PER TUTTI, TOTI PER UNO – IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA SPARA A PALLETTONI CONTRO FORZA ITALIA: “SERVE UNA COSTITUENTE, ANZI UNA RICOSTITUENTE. DENTRO IL PARTITO LE PERSONE SONO INTOCCABILI. NON VOGLIONO RENDERSI CONTO CHE CON IL 4 MARZO IL MONDO È CAMBIATO. CONTINUIAMO A PERDERE ELEZIONI E NON CAMBIAMO NULLA” – SOGNA DI COSTRUIRE UNA SECONDA GAMBA SOVRANISTA PER RIMANERE A GALLA

 

1 – BERLUSCONI: INUTILE DIVIDERCI ORA MA IN FORZA ITALIA È SCONTRO SU TOTI

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 3

«Qualcuno sperava che Fratelli d' Italia ci sorpassasse, per dichiarare morta FI e buttarci tra le braccia della Lega. Spiace per lui, ma siamo sopravvissuti...». È un sospiro di sollievo quello con cui i big azzurri accolgono il risultato dell' Abruzzo, e primo fra tutti Silvio Berlusconi che ribadisce come «senza di noi non esiste un' alternativa di centrodestra, Salvini oltre una certa soglia non può andare, siamo essenziali per costruire la coalizione che gli italiani sentono come naturale».

 

giovanni toti in tuta con berlusconi

Arretramento c' è stato - quasi 5 i punti persi rispetto alle Politiche -, ma nessun sorpasso da parte di FdI. E, se si sommano a quelli di FI i voti delle liste centriste che alle Europee convergeranno con gli azzurri, il partito è «ben oltre il 10%», quota considerata essenziale per esistere e resistere. La linea di Berlusconi al termine di un vertice con i fedelissimi è chiara: «Non dobbiamo più permettere la creazione di liste minori che, come è accaduto ieri, sottraggono voti a FI. Succederà anche in Sardegna ed è molto grave perché ci indebolisce. Dovremo pensare a sanzioni per chi non rispetta le regole del partito».

 

MARCO MARSILIO

Così l' affondo dell' anima critica di FI, Giovanni Toti, suscita la reazione indignata di quasi tutto il resto del partito, e dello stesso Berlusconi che oggi a pranzo riunirà lo stato maggiore ad Arcore per un vertice e trova «inutile» e «masochistico» dividersi ora. Proprio nel giorno in cui riceve una telefonata «cordiale e amichevole» da Salvini per congratularsi reciprocamente del risultato e rinnovare l' alleanza per le prossime regionali di Sardegna (si vota domenica 24), Basilicata e Piemonte.

 

TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO

«La Lega vola, FdI cresce, cresce persino l' Udc, FI cala ancora. Ma guai a chi dice qualcosa, guai a chi pensa di cambiare qualcosa. La decrescita felice non è più programma del Cinque Stelle, è il programma della nostra classe dirigente. Sveglia!!!», è l' accusa del governatore della Liguria, che invoca «dimissioni» da parte dei graduati azzurri e da mesi propone la costruzione di una seconda gamba del centrodestra assieme alla Meloni con posizioni più vicine al sovranismo di Salvini.

GIORGIO MULE MARIA STELLA GELMINI

 

Ma al richiamo di Toti replicano i big del partito convinti che la linea di Berlusconi sia l' unica percorribile: sì al centrodestra unito ma con FI distinta da Lega e FdI, dura opposizione al governo e approccio più moderato in Europa. Su queste posizioni e sostenendo il leader azzurro che si candiderà alle Europee, è la speranza, si può superare la soglia del 10% che renderebbe il partito «essenziale» per alleanze future.

 

Per questo a Toti replica Mariastella Gelmini: «Puntuale come un film già visto, parla per scoraggiare e non costruire. Non si può continuare a sparare nel mucchio senza avanzare uno straccio di proposta concreta». Critica Mara Carfagna: «Non ha senso proporre un modello di sudditanza verso Salvini: serve l' esatto contrario». Non certo «il tafazzismo di Toti», lamenta Giorgio Mulé.

BERLU E CARFAGNA

 

2 – "TROPPI INTOCCABILI IN FORZA ITALIA. COSÌ REGALIAMO I MODERATI ALLA LEGA"

Luigi Pastore per “la Repubblica”

 

Per il governatore della Liguria Giovanni Toti Forza Italia è all' anno zero. Va rifondata, anzi ricostituita, e tutta la classe dirigente deve mettersi in discussione. Il Movimento 5 Stelle ha fallito, e il centrodestra dovrà essere «composto da due gambe, una è quella di Salvini, l' altra quella di un partito moderato, che però capisca una volta per tutte che dopo il 4 marzo il mondo è cambiato».

 

Toti, i suoi colleghi di Forza Italia l' accusano di essere disfattista.

SALVINI MELONI TOTI

«Io sono preoccupato. Si vede una classe dirigente che non ha alcuna intenzione di comprendere le ragioni di una costante emorragia di voti, e l' unico pretesto per zittire chi chiede un confronto, è tacciarlo di filo salvinismo, quando sono loro con il loro atteggiamento ad aver consegnato il polo moderato alla Lega».

 

In che senso?

«Se fossi Salvini, farei un monumento all' immobilismo dei nostri dirigenti che gli hanno consentito di passare dal 4% al 30% dei consensi. Nel frattempo noi purtroppo ab biamo collezionato continuamente sconfitte, dalle elezioni politiche a quelle amministrative, basti pensare a quanto è accaduto in Trentino Alto Adige e nei giorni scorsi in Abruzzo».

 

Come?

il selfie di matteo salvini dall abruzzo nella neve

«Dentro Forza Italia le persone sono intoccabili, non si discute di organigrammi e di come selezionare una nuova classe dirigente. Non vogliono rendersi conto che con il 4 marzo scorso il mondo è cambiato e siamo entrati in una nuova era. Continuiamo a perdere elezioni e non cambiamo nulla. Einstein diceva che il primo passo verso la follia è fare sempre le stesse cose aspettandosi risultati diversi».

 

Questa è la diagnosi, governatore. E la terapia?

«Intanto, per curarsi, la malattia bisogna cominciare a riconoscerla, non accusare di disfattismo il dottore. Poi bisogna mettere in discussione la classe dirigente del partito aprendosi all' esterno, non facendo decidere simulacri di congressi. Serve una partecipazione vera, larga».

 

Ad esempio le Primarie?

matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2

«I metodi si possono discutere, quel che è evidente è che dobbiamo rivolgerci ad una platea vasta, a quelli che non ci votano più o a altri che potrebbero essere interessati al nostro progetto. E poi bisogna coinvolgere chi lavora sul territorio, non è possibile che un nostro sindaco o assessore di un paese non abbia la possibilità di dire la sua e di essere ascoltato».

 

sara marcozzi con luigi di maio sulla neve

Il partito è da rifondare?

«Serve una costituente, anzi una ricostituente, azzerando tutte le cariche, escluso il fondatore, dietro il cui ombrello continuano a nascondersi in troppi. Rispettare Silvio Berlusconi non vuol dire continuare a portarci dietro tutta la corte».

 

Secondo lei il futuro è ancora in questo centrodestra?

«Il M5S ha fallito alla prova del governo, come era prevedibile, promettendo cose irrealizzabili.

Io vedo un centrodestra a due gambe, ma la forza delle due gambe la decidono gli elettori. E noi con Salvini dobbiamo poter essere competitivi. Ma per farlo serve cambiare tutto o molto. Agli amici che mi chiedono impegno rispondo che ci sono, ma non so se ci stanno loro ad aprire un dibattito vero davanti al Paese».

 

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