woodcock e travaglio b

TRAVAGLIO CONTRO I GIORNALI – ‘’SAPETE PERCHÉ IL CSM "PROCESSA" WOODCOCK? PER AVER RICORDATO CHE I TESTI DEVONO DIRE LA VERITÀ, SENNÒ RISCHIANO L'ARRESTO. LO DICE LA LEGGE, LO FANNO TUTTI I PM - QUALCUNO CHIEDE SCUSA ALLA "MESSALINA" RAGGI ACCUSATA DI ABUSO D'UFFICIO PER LA NOMINA DI SALVATORE ROMEO A CAPO DELLA SUA SEGRETERIA, NOMINA AVALLATA DALL'AVVOCATURA CAPITOLINA E DELL'ANAC? CORAGGIO, RAGAZZI, LA CAMPAGNA ELETTORALE È QUASI FINITA’’

Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano

 

marco travaglio (2)

Per capire come vanno le cose nel Paese di Sottosopra, bisogna mettersi a testa in giù e guardare su. Altrimenti si rischia di impazzire.

 

Indovinate: chi attacca il sito Fanpage che ha scoperchiato lo scandalo delle tangenti sulla monnezza in Campania? La Repubblica, un tempo paladina del giornalismo investigativo e ora angosciata dai misteriosi "fini poco limpidi" dell' inchiesta e dall' uso di un ex pentito della camorra per offrire mazzette a politici e funzionari. E non invece dal fatto che questi, anziché metterlo alla porta a calci, gli abbiano spalancato le porte.

 

Intanto, siccome i fini sono poco limpidi, si dimettono tutti.

Sapete perché il Csm sta "processando" il pm Henry John Woodcock? Per non aver indagato subito Filippo Vannoni, il consulente di Renzi sospettato di essere una delle talpe dell' inchiesta Consip insieme a Lotti, Del Sette e Saltalamacchia. Avete capito bene: accusato per vent' anni di indagare troppa gente, ora Woodcock deve rispondere di non aver indagato qualcuno. Ma di averlo sentito come testimone.

HENRY JOHN WOODCOCK DAVANTI AL CSM

 

E di avergli ricordato che i testi devono dire la verità, sennò rischiano l' arresto. Lo dice la legge, lo fanno tutti i pm, ma Woodcock non può. Fra l' altro, che Woodcock abbia minacciato di spedire Vannoni in vacanza a Poggioreale lo dice Vannoni, ora indagato a Roma per favoreggiamento e pure per falsa testimonianza. E il Pg della Cassazione a chi crede, fra un pm irreprensibile e un indagato perché bugiardo? Al secondo. E perché i pm romani che non indagarono Renzi e De Benedetti dopo la denuncia Consob per l' insider trading sul decreto banche popolari non finiscono al Csm? Boh.

JOHN HENRY WOODCOCK DA GIOVANE

 

Ricordate l' inchiesta su Virginia Raggi, accusata di abuso d' ufficio per la nomina del dirigente Salvatore Romeo a capo della sua segreteria, nomina avallata dall' Avvocatura capitolina e dell' Anac? Per capire come mai la Raggi avesse scelto come segretario proprio Romeo e non, per dire, il Canaro della Magliana, la Procura di Roma fa accertamenti patrimoniali su Romeo e scopre che ha investito i suoi risparmi in una dozzina di polizze vita, indicando come beneficiari in caso di sua morte una decina di conoscenti, fra cui la Raggi. Nessuno di questi, a parte l' ex fidanzata, ne sa nulla.

virginia raggi romeo

La sindaca viene torchiata per 8 ore, manco fosse Totò Riina.

 

L' indomani la Procura precisa che la Raggi non sapeva nulla della polizze, che peraltro "non costituiscono fatto penalmente rilevante in quanto non emerge un' utilità corruttiva". Ma intanto Repubblica, Corriere, Stampa, Messaggero, Giornale e Libero lavorano di fantasia.

Repubblica paragona il caso a Tangentopoli ("mesto déjà vu di una stagione lontana, quella della Milano di Mani Pulite") e La Stampa a House of cards (dove Frank Underwood commette tre omicidi per diventare presidente).

 

RAGGI ROMEO

E giù piccanti allusioni all' intensissima attività sentimentale della Messalina del Campidoglio. Romeo, secondo Repubblica, ha un "legame privato, privatissimo con la Raggi, in pieno conflitto d' interesse", anche se "quelle polizze potrebbero avere un' origine non privata, ma politica una 'fiche' puntata su una delle anime del M5S romano, quella 'nero fumo'" perché Romeo sarebbe un uomo della "destra" romana, anche se "peraltro nato a sinistra" (testuale). Un "figuro" seduto a "un tavolo di bari". Libero sintetizza il tutto con un elegante titolo di prima pagina: "La patata bollente". L' assessore Paolo Berdini esce di testa e confida a un cronista de La Stampa: "Questi erano amanti".

 

virginia raggi sul tetto del comune con salvatore romeo

E i suoi deliri finiscono in prima pagina, con tanti saluti alla privacy, senza uno straccio di prova. Repubblica insiste sui "tesoretti segreti e ricatti" nascosti nelle polizze per "garantire un serbatoio di voti a destra" ai 5Stelle. Anche il Messaggero la sa lunga: "Spunta la pista dei fondi elettorali", "l' ombra dei voti comprati". "La pista che porta alla compravendita di voti", conferma il Corriere: "Il sospetto di finanziamenti occulti al M5S ". La Stampa evoca "l' accusa di corruzione", che è "vicina". Poi i giornaloni "garantisti", dando per scontato che sia colpevole, scrivono che la Raggi sta trattando con i pm per confessare e "patteggiare", sprofondata nell'"abisso giudiziario e politico" (Repubblica). Anzi "La Raggi teme l' arresto" (il Giornale).

 

GIORNALI 2

Poi la Procura chiede di archiviare sia la "corrotta" sia il "figuro": secondo i pm, la nomina era illegittima, ma mancava il dolo, cioè l' intenzione di commettere il reato. Ora il gip Annalisa Marzano ha archiviato tutto, ma ha stabilito che la nomina era perfettamente legittima, come peraltro era evidente fin dall' inizio: bastava leggere il Tuel (testo unico enti locali) e il via libera di Raffaele Cantone che "il sindaco, nella trasparenza del suo operato, interpellava".

 

Di qui "l' inconsistenza delle accuse mosse al sindaco Raggi che, con la nomina di Romeo, si era mossa lungo il solco già tracciato dai precedenti orientamenti dell' amministrazione capitolina nel genuino convincimento di non violare alcun dettato normativo". Non solo: "francamente appare stravagante e probatoriamente inconsistente conferire valenza illecita alle tre polizze Niente di più vero che Virginia Raggi non fosse neanche a conoscenza dell' esistenza delle tre polizze".

 

Dunque l' inchiesta è archiviata "per infondatezza della notizia di reato". Qualcuno chiede scusa alla "corrotta" e al "figuro"?

lilli garrone giovanna vitale

No, anzi. Sul sito di Repubblica la cronista Giovanna Vitale, visibilmente contrariata, spiega che "in realtà l' iter della delibera mostra diversi gradi di opacità della sindaca". Ecco: il giudice sentenzia che la Raggi è "trasparente", ma la Cassazione di Repubblica stabilisce che è "opaca". Coraggio, ragazzi, la campagna elettorale è quasi finita.

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…