TRAVAGLIO NON MANGIA “PIZZA”: “LA SCISSIONE DEL M5S A PARMA E’ UN CUPIO DISSOLVI DA SUICIDIO DI MASSA. SE MOLTI VOTANO PER I SINDACI A CINQUESTELLE. E’ ANCHE MERITO DI PIZZAROTTI CHE HA SMENTITO LE LEGGENDE SUI GRILLINI INCAPACI DI GOVERNARE”

Marco Travaglio per "il Fatto Quotidiano"

 

Renzi l’ha capito subito: “Non si vive più di rendita”. Dopo il trionfo alle Europee, sa benissimo che quel 41% è irripetibile. Ora dovrà fare delle scelte, che accontenteranno alcuni e scontenteranno altri. Dunque, anche se vincerà ancora, lo farà con numeri più contenuti e gli avversari gli rinfacceranno quel 41 per gabellare ogni suo eventuale successo per una mezza sconfitta. L’antipasto è stato servito ieri, quando il Pd ha confermato il trionfo quasi dappertutto, ma ha perso alcuni capoluoghi importanti.

certaldo pizzarotti nogarincertaldo pizzarotti nogarin

 

Livorno è quello che brucia di più, perché lì è nato il Pci, perché da 68 anni governava la sinistra e soprattutto perché il nuovo sindaco è un 5Stelle (se fosse di centrodestra, nessuno farebbe un plissè: la Banda Larga destra-sinistra non ammette intrusi).

 

L’elettorato italiano si conferma da 16 mesi liquido e fluttuante: nulla è scontato, ogni voto fa storia a sé, c’è speranza per tutti. Renzi la lezione l’ha capita, infatti è in perenne campagna elettorale anche dopo il voto. Purtroppo non si può dire altrettanto dei suoi oppositori – i 5Stelle e la sinistra raccolta attorno a Tsipras – che seguitano a litigare e a dividersi con cacofonie parallele degne della Prova d’orchestra felliniana.

 

È di ieri la notizia che a Parma un gruppo di iscritti M5S fedelissimi di Grillo e Casaleggio, non si sa quanto benedetti dai capi, sono passati all’opposizione del sindaco Pizzarotti. Per i 5Stelle, Pizzarotti non è uno qualunque: è il loro primo sindaco di una città capoluogo.

grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d

 

Passato lo psicodramma dell’inceneritore (aveva promesso di bloccarlo, non c’è riuscito per motivi giuridici e burocratici che prescindono da lui), si è guadagnato in città e anche fuori una fama di amministratore onesto, corretto e anche capace, compatibilmente con il buco di bilancio che lo costringe alle classiche nozze coi fichi secchi e il boicottaggio dei poteri forti, che prima erano pappa e ciccia con i sindaci degli scandali.

 

Se molti cittadini votano per un sindaco a 5Stelle, e addirittura a Livorno sono maggioranza, è anche perché “Pizza” ha smentito col suo lavoro faticoso e silenzioso il terrorismo delle leggende nere “M5S=caos e salto nel buio”, “sanno solo protestare, non governare”. Anziché stargli vicino e pungolarlo con critiche costruttive, i vertici stellati hanno aperto il tiro al bersaglio, minacciando la sfiducia degli iscritti e sbeffeggiandolo sul blog. Un cupio dissolvi da suicidio di massa.

 

Lo stesso, elevato all’ennesima potenza, si può dire di Tsipras: nemmeno il tempo di festeggiare il quorum del 4% raggiunto contro ogni previsione, ed ecco i partitocrati di Sel e in parte di Rifondazione – noti desertificatori di urne – avventarsi contro la prima artefice del successo: Barbara Spinelli, “rea” di aver prima annunciato la rinuncia al seggio e poi, mutate le condizioni di partenza, di aver accettato l’elezione.

cover libro pizzarotticover libro pizzarotti

 

Una decisione maturata non certo per amore della poltrona (Barbara ha una storia di giornalista e intellettuale di respiro europeo che parla per lei), ma per la valanga di preferenze (64 mila) e per il pressing di Alexis Tsipras, che l’ha candidata a vicepresidente del Parlamento europeo. Gli elettori non possono che esser orgogliosi di farsi rappresentare da lei. Ma i partitocrati rossi le sparano addosso, tirando volgarmente in ballo il padre Altiero, per la fregola di piantare le loro bandierine a Strasburgo.

 

GRILLO BACIAMANO VESPA GRILLO BACIAMANO VESPA

Quasi che il futuro d’Europa fosse compromesso dal mancato ripescaggio di tal Furfaro (24 mila preferenze), bravissimo ragazzo per carità, ma senz’alcun motivo di pretendere alcunché. Così come il suo capo Vendola, che dopo la nota telefonata ad Archinà dell’Ilva avrebbe dovuto nascondersi per il resto dei suoi giorni.

 

GIANROBERTO CASALEGGIO E ELENA SABINA DEL MONEGOGIANROBERTO CASALEGGIO E ELENA SABINA DEL MONEGO

Avevano ragione Flores e Camilleri, che fin dall’inizio misero in guardia il gruppo Tsipras dalla presenza dei revenants, artefici delle ultime disfatte della sinistra. E, vista l’ultima faida rossa, aveva ragione persino D’Alema, quando disse che “la sinistra italiana è una malattia che solo la presenza di B. può rendere tollerabile”. Se gli avversari di Renzi sono questi, bravissimi a opporsi soprattutto a se stessi, un altro ventennio non ce lo leva nessuno.

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