hamas benjamin netanyahu israele

SULLA TREGUA HAMAS GETTA IL PALLONE NEL CAMPO DI NETANYAHU – L’ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA HA CONSEGNATO AL QATAR E ALL’EGITTO LA SUA RISPOSTA ALL’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO: OK AL RILASCIO DEGLI OSTAGGI IN TRE FASI MA PRETENDE LA FINE IMMEDIATA DELL’AZIONE MILITARE ISRAELIANA. PER TEL AVIV UNA CONDIZIONE “INACCETTABILE” – BLINKEN CAUTO: “C’È MOLTO LAVORO DA FARE MA ANDIAMO AVANTI” – PER “NEW YORK TIMES” SONO MORTI 32 OSTAGGI ANCORA NELLE MANI DEI RAPITORI

Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”

 

Ismail Haniyeh

Hamas annuncia di avere consegnato la sua risposta all’accordo per il cessate il fuoco al Qatar e all’Egitto, lo stesso accordo che è stato negoziato prima a Parigi dieci giorni fa e poi al Cairo. Il contenuto non è ancora pubblico e le reazioni di chi l’ha letta sono diverse. Il Qatar dichiara che ci sono ragioni per essere ottimisti, sostanzialmente Hamas accetta la cornice dell’accordo e lo restituisce «con annotazioni», ma è già successo in questi mesi di guerra che fonti del Qatar abbiano dato buone notizie che poi non hanno avuto riscontro nella realtà.

 

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che era in Qatar dopo una tappa al Cairo – quindi i due compagni di negoziato – quando è arrivata la risposta di Hamas, se la cava con una gradazione in meno di ottimismo e tanta diplomazia: «C’è ancora molto lavoro da fare, ma crediamo ancora molto nella possibilità di raggiungere un cessate il fuoco e lavoreremo senza soste per riuscirci».

 

antony blinken benjamin netanyahu

Hamas nella dichiarazione ufficiale include gli stessi paletti che per ora hanno impedito di arrivare al cessate il fuoco: «Abbiamo trattato in modo positivo la cornice, in modo da garantire la cessazione completa e definitiva dell’aggressione e la fine della guerra, la fornitura di aiuti umanitari e soluzioni per l’alloggio e la riabilitazione, la revoca del blocco e lo scambio di prigionieri».

 

[...] E una fonte del governo citata dalla stampa israeliana dice che la risposta di Hamas è da considerare negativa, perché le condizioni poste dal gruppo palestinese sono inaccettabili. Fonti dell’intelligence israeliana, da cui provengono i negoziatori che partecipano alle trattative, sono molto più aperte e dicono che stanno esaminando le annotazioni fatte da Hamas su ogni parte dell’accordo, per andare a nuove trattative, e l’ufficio del Primo ministro Netanyahu conferma: «I mediatori del Qatar hanno consegnato la risposta di Hamas al Mossad, che sta valutando con attenzione i dettagli».

 

SALEH AL AROURI ISMAIL HANIYEH

Il negoziato si muove mentre la guerra entra in una fase particolare sia per il governo israeliano sia per Hamas. Secondo un rapporto confidenziale d’intelligence visto dal New York Times, trentadue ostaggi israeliani dei centotrentasei ancora nelle mani di Hamas sono morti (il Wall Street Journal parla di 50 dall’inizio della guerra, contro i 29 già accertati) e questo mette molta pressione su Netanyahu, fautore di una linea molto aggressiva che si può riassumere così: più le truppe avanzano dentro Gaza, più riusciremo a liberare gli ostaggi.

 

parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 4

Per ora non è successo e le famiglie e una parte molto decisa dell’opinione pubblica pensano che un quinto degli ostaggi non tornerà perché ogni giorno senza un cessate il fuoco è un giorno perduto. Hamas, che adesso come la maggior parte della popolazione di Gaza è nel sud della Striscia, ha avuto molte perdite, controlla ancora l’arrivo e la distribuzione di cibo ma – come è chiaro dalle sue richieste ripetute – ha molto bisogno di una tregua, temporanea o permanente che sia.

 

[...] Secondo il Wall Street Journal, gli israeliani avrebbero detto agli Stati Uniti e alle Nazioni Unite che non vogliono che l’Unrwa cessi le sue attività per ora, ma che vorrebbero una nuova organizzazione a fare la stessa cosa. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi ha perso molti stati finanziatori per colpa di sei dipendenti accusati di avere partecipato alle stragi del 7 ottobre. [...]

manifestazione contro netanyahu in israele 6antony blinken benjamin netanyahu BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON IL LIBANOmanifestazione contro netanyahu in israele 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…