alessandra moretti

SOTTO LA CERETTA, NIENTE – LA TRISTE PARABOLA DI “LADYLIKE” MORETTI, PARTITA DAL VENETO E TORNATA IN VENETO, A FARE IL CONSIGLIERE REGIONALE DI OPPOSIZIONE – OCCHIO, BERSANI, CHE QUESTA RITORNA…

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera

 

ALESSANDRA MORETTI LADYLIKEALESSANDRA MORETTI LADYLIKE

È stato come attraversare i binari mentre arriva un Freccia Argento. Adesso bisogna avere rispetto. Perciò smettetela con questa storia di «Ladylike». È pura cattiveria continuare a ricordargliela. Lo sa anche lei che i suoi guai sono cominciati davanti ai microfoni di corriere.it . 


L’estetista una volta alla settimana, le donne che in politica devono essere «belle, brave, intelligenti ed eleganti», la spiacevole allusione allo stile «più austero» di Rosy Bindi. 
Va bene, d’accordo: Alessandra Moretti straparlò e non gli fu perdonato. «Ladylike» è diventato il terrificante soprannome di una intera campagna elettorale. Certo nessuno avrebbe però immaginato un epilogo simile. 

ALESSANDRA MORETTI ALESSANDRA MORETTI


Letteralmente: lui al 50,1%, lei ferma al 22,8%. 
Dev’essere arrivato con un sibilo, lo spostamento dei voti come uno spostamento d’aria. 
Una notte per riordinare le idee. Poi la conferenza stampa a Padova. Potreste pensare che adesso avrebbe davvero bisogno di una brava estetista per eliminare le occhiaie, il pallore della stanchezza, le grinze sul viso che resta bellissimo anche dopo aver visitato tutti i 579 comuni del Veneto, percorso oltre 30 mila chilometri, aver munto una mucca su una chiatta affollata di allevatori davanti a piazza San Marco, aver visitato mercati e fabbriche, stazioni ferroviarie e ospedali, e poi cenato e pranzato con preti, ambulanti, alpini, disoccupati, maestre d’asilo e agricoltori che l’hanno costretta a vuotare damigiane di prosecco e ad assaggiare l’aglio polesano. 

ALESSANDRA MORETTI ALESSANDRA MORETTI


Tutto inutile. 
E lei sa dire anche perché. 
«Qui ha trainato Zaia, Salvini e la Lega non c’entrano. Qui il primo partito è quello di Zaia, siamo di fronte ad un grande voto personale e noi abbiamo perso male, proprio male… ci sono numeri inconfutabili». 


Le responsabilità: forse sarebbe il caso di essere più precisi. «Qualcosa evidentemente non ha funzionato e nei prossimi giorni avremo la lucidità per fare una riflessione complessiva che riguarda sia il partito nazionale, sia la segreteria regionale. Certo su di me ha pesato anche un giudizio sull’operato del governo». 
Questo è un attacco, durissimo, a Matteo Renzi (ma cambia discorso e torna sulla questione «Ladylike»). 


«Direi che è evidente come e quanto sia stata presa di mira dall’opinione pubblica. Io, quando attacco un avversario, lo faccio sempre sui contenuti: gli attacchi che ho invece subìto in queste settimane hanno riguardato soprattutto la sfera personale». 

alessandra moretti gilettialessandra moretti giletti


Ha 41 anni, ha due figli, è avvocato, è stata vicesindaco di Vicenza, poi portavoce di Pier Luigi Bersani dicendo che da giovane «era bello come Cary Grant», nemica di Matteo Renzi dicendo che è «una primadonna, egocentrico e maschilista», quindi cuperliana dicendo che «Gianni intende la sinistra come piace a me». Quando infine concluse la capriola atterrando tra i renziani, con una certa disinvoltura annunciò di aver cambiato ufficialmente idea, solo «perché Matteo è un vero fuoriclasse della politica». 


Il guaio è che lui, Renzi, è notoriamente poco propenso a dimenticare. Ti sorride, ti guarda con complicità: ma ha una memoria di ferro. Così, due settimane fa, non rinunciò a una battuta lugubre: «Le elezioni regionali? Vinciamo 6 a 1». È andata molto peggio, ma è chiaro che la sconfitta in Veneto il capo l’aveva messa nel conto. 


Ecco, appunto: cosa deciderà adesso il capo? Quando leggerà le ruvide riflessioni della Moretti sulle ragioni della sconfitta, come reagirà? 
Lei, che obbligata a candidarsi a governatrice del Veneto fu costretta a lasciare l’incarico di europarlamentare a Strasburgo, si prepara al peggio. 

alessandra moretti con fabio volo alla leopoldaalessandra moretti con fabio volo alla leopolda


«Ai miei elettori prometto di impegnarmi con grande rigore in consiglio regionale…». 
Cronisti, in conferenza stampa, con sguardi che sono un miscuglio di stupore e dubbio. 
«Prometto di impegnarmi e di continuare a fare politica qui, vigilando affinché chi ora si trova alla guida di questa regione sia trasparente nella gestione dei soldi pubblici…». 


Dal Veneto era partita, in Veneto si ritrova. Chiaro che in politica certe parabole devi sempre pensare che possano toccarti. Ma quando ci finisci dentro, è dura. Per capirci: il giorno che sono andate a salutarla sul palco dell’ultimo grande comizio le sue colleghe famose del Pd, i fotografi hanno scorto nella smorfia della Moretti la vertigine tipica del panico da invidia. Lei in mezzo a Deborah Serracchiani, governatrice del Friuli Venezia Giulia, e tre ministre: Marianna Madia, Roberta Pinotti e Maria Elena Boschi (con scarpe rosse e tacco a spillo di almeno 14 centimetri). La foto ricordo con la Boschi, completa di abbraccio e bacino di buon auspicio sulla guancia, è stata struggente. 

alessandra moretti oggialessandra moretti oggi


Potete trovarla sul web: dove, in queste ore, sono impietosi. 
Vero che il web aiuta anche tanti poveri disgraziati a scaricare frustrazioni e invidie, ma con lei, con Alessandra, stanno un poco esagerando. Non le perdonano niente. Una ferocia assoluta. C’è uno, su Twitter, che è arrivato persino a ricostruire la sua ultima gaffe, di pochi giorni fa: quando ha firmato il manifesto delle associazioni Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersexual) giusto un mese dopo aver sottoscritto con una certo trasporto gli impegni a favore della famiglia naturale proposti dal Forum veneto delle famiglie. 

renzi moretti 3renzi moretti 3


Comunque ormai è andata, Alessandra. 
«Ringrazio tutti, siete stati splendidi». 

matteo renzi e alessandra moretti all incontro con i grillinimatteo renzi e alessandra moretti all incontro con i grillini

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....