renzo bossi

IL TROTA PERDE LE SQUAME MA NON IL VIZIO - ''QUELLI DEL 'FATTO' MI VOGLIONO ROVINARE LA VITA''. RENZO BOSSI IRROMPE NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' PER ANTICIPARE UNA STORIA CHE USCIRÀ SUL GIORNALE DI TRAVAGLIO, SUGLI STRANI TRAFFICI DALL'AFRICA CON IL SOLITO EX TESORIERE LEGHISTA BELSITO. ''MA NO, IO VENDO PRODOTTI AGRICOLI E LUI MI HA CHIESTO UN FAVORE. L'HO FATTO PER CARINERIA. STAVO REALIZZANDO UN CASEIFICIO INDUSTRIALE IN CECENIA E…'' (ANNAMO BENE)

 

Pietro Senaldi per “Libero quotidiano

 

renzo bossi universita' kristal tirana

«Qui mi vogliono fregare. Sono stato assolto da ogni accusa, da otto anni sono fuori dalla politica e sto cercando di ricostruirmi una vita come imprenditore insieme a mio fratello, eppure i giornalisti non mi lasciano in pace. Mi telefonano, me li ritrovo sotto casa, mi intimidiscono. Sono convinti che voglia far rientrare in Italia i famosi 49 milioni di rimborsi della Lega Nord, ma quei soldi io non li ho mai visti, erano tutti sul conto del partito quando mio padre ha lasciato la segreteria. Sono stati spesi nel tempo, per le esigenze della Lega, come è giusto che fosse, ma quando io ormai ero fuori dal giro. È tutto documentato».

 

Renzo Bossi decide di giocare d' anticipo. Il figlio del Senatur, ex consigliere regionale in Lombardia, è spaventato e si è presentato ieri alla sede di Libero. «Si sono inventati una storia e vogliono farmela scoppiare in faccia, ma io ho la coscienza a posto, non ho fatto nulla e ho deciso di giocare d' anticipo. Ci ho impiegato otto anni per difendermi dall' accusa di appropriazione indebita di 150mila euro di rimborsi elettorali della Lega e ora che ce l' ho fatta voglio stare tranquillo, anche perché per provare che sono innocente ho speso 60mila euro in avvocati».

 

Cosa è successo?

«Mi sono trovato due giornalisti del Fatto sotto casa.

Mi hanno detto che avevano delle carte su di me, ma non hanno nulla, parlavano per farmi cadere in contraddizione».

 

Di cosa la accusano?

renzo bossi e francesco belsito in tribunale

«Di essere in affari con l' ex tesoriere della Lega, Belsito, e di organizzare con lui strani traffici dall' Africa».

 

È vero?

«Per sette anni non ho mai parlato con Belsito. Il giorno della mia sentenza d' assoluzione abbiamo fatto cinque ore di sala d' aspetto insieme e abbiamo fatto due chiacchiere. Mi ha chiesto cosa facevo nella vita e gli ho risposto che ho un' azienda agricola, produco salumi e formaggi e mi occupo di sviluppare progetti di export in tutto il mondo, sempre nel settore agroalimentare».

 

E Belsito cosa disse?

«Che anche lui era nel settore e poteva mettermi in contatto con imprenditori che sarebbero potuti diventare miei futuri clienti. Poi però il favore me lo ha chiesto lui».

 

Cosa le chiese in particolare?

«Successivamente a questo incontro Belsito mi contattò varie volte per presentarmi diversi imprenditori e per sottopormi dei prodotti per l' export, dal parmigiano reggiano in Italia al rame dal Congo. Poi mi chiese se fosse possibile fargli avere un preventivo per trasportare della merce per un museo della Costa d' Avorio in Turchia e mi mostrò tutta la documentazione timbrata e vidimata dalle autorità locali, sulla base della quale io gli presentai vari preventivi. Si trattava di maschere africane e alla fine si optò per uno spedizioniere russo».

umberto e renzo bossi

 

Un traffico curioso quello di opere d' arte dalla Costa d' Avorio in Turchia, per di più via Russia, non trova?

«Dei traffici di Belsito non so nulla. Quanto alla Russia, io ho delle conoscenze laggiù perché sto cercando di espandere i miei affari e mi sono limitato a metterlo in contatto con chi poteva curare la sua spedizione».

 

Una consulenza gratuita?

«Non ho preso soldi, anche perché la spedizione non si è mai fatta».

 

Anche lei in Russia: certo che quel Paese è una maledizione per la Lega. Che ci faceva?

«Proprio in quel periodo, come noto anche dalle pubblicazioni quotidiane sui miei social, viaggiavo spesso in Russia perché seguivo lo sviluppo di un nuovo progetto per la creazione di un caseificio industriale in Cecenia, la regione più a Sud del Paese. Mentre mi trovavo in Russia per lavoro feci degli incontri per capire quanto poteva costare il trasporto della merce proveniente dal museo con un cargo russo. Belsito, valutate le offerte economiche, decide di proseguire con il soggetto russo».

 

Di che cifra stiamo parlando?

«Cento-centoventimila euro».

 

renzo bossi armi

E com' è finita con le maschere ivoriane?

«Direi che Belsito mi ha messo in imbarazzo con la società russa, tant' è che nel luglio scorso, dietro richiesta degli spedizionieri, che non avevano più avuto riscontri, abbiamo avuto un incontro chiarificatore a Istanbul, dove io mi sono arrabbiato con l' ex tesoriere. Da allora non ne ho saputo più nulla, fino a quando mi sono trovato i giornalisti sotto casa».

 

Ma lei perché è rientrato in contatto con Belsito, anziché fuggirlo come la peste?

«Per carineria».

 

Come carineria, Belsito ha fatto male alla Lega, non ce l' ha con lui?

«Otto anni fa ricominciare con un altro lavoro è stata dura. La gente mi guardava con diffidenza. Io mi sono rivisto in lui e ho voluto aiutarlo. Lui ha gestito male i soldi della Lega come tesoriere, ma non ha rubato e poi con lui i bilanci del partito erano comunque migliori rispetto agli anni successivi».

 

Cosa vogliono da lei i giornalisti del Fatto?

«Montare su un' inchiesta contro la Lega. Sono alla caccia dei 49 milioni di rimborsi elettorali».

 

Già, che fine hanno fatto quei soldi?

«Sono sempre rimasti sul conto della Lega. Quando mio padre lasciò la guida del partito c' erano tutti, come risulta dai bilanci».

renzo bossi portaborse fuori montecitorio 6

 

Non lo ha detto a quelli del Fatto?

Certo, ma quelli sono dei complottisti, anche se in mano non hanno nulla. Si figuri che Belsito, che ho sentito ieri dopo essere stato intimidito, mi ha detto che gli stessi giornalisti a lui avevano detto che erano disposti a soprassedere sulla vicenda ivoriana se lui gli avesse fornito dei documenti sui 49 milioni della Lega».

 

Che idea si è fatto della vicenda?

«Che è tornato di moda screditare la Lega e la stampa anti-salviniana ci sta investendo molto. I due giornalisti del Fatto sono stati in Costa d' Avorio due settimane, alla ricerca di chissà che cosa. Sono convinti che nelle maschere ivoriane Belsito volesse nascondere dei quattrini».

 

I famosi 49 milioni da far rientrare in Italia?

renzo bossi portaborse fuori montecitorio 2

«Tesi ridicola; comunque i giornalisti mi hanno detto che alla fine della spedizione non si è fatto nulla perché Belsito ha avuto problemi con le autorità locali».

 

Perché è venuto a raccontarmi questa storia?

«Per provare a fermare le tonnellate di fango che temo vogliano scaricarmi ancora addosso. Io giro l' Italia con il furgoncino a vendere i miei prodotti. Ci metto la mia faccia nel lavoro. Se mi sputtanano ancora, sono rovinato».

 

Qual è la sua situazione oggi con la giustizia?

renzo bossi

«Assolto per la vicenda dei rimborsi della Lega: tutte le spese considerate incriminate sono partite dal mio conto corrente, non da quello del Carroccio. Ancora sotto processo invece per i rimborsi da consigliere in Regione».

 

Ne approfittava?

«In quell' inchiesta sono coinvolti tanti. La gente è convinta che la cassa regionale fosse un bancomat; in realtà i miei rimborsi erano tutti autorizzati».

 

Vota ancora Lega?

«Eh certo, come si fa a non votarla? Sarebbe impossibile».

 

E la politica?

renzo bossi

«Quello è un dramma perché è una droga, ti entra dentro e non te ne liberi più. Da ragazzo giravo le sezioni come un matto, avevo fatto la patente apposta. Ho rischiato la vita tante volte, tornando a casa la notte. Guidavi solo magari per trecento chilometri, quante volte mi sono svegliato a due metri dalla macchina davanti. Ma valeva la pena, per me era la vita.

Per ora però sto alla finestra».

 

Cosa pensa della Lega di oggi?

«Fa delle battaglie giuste, che le portano molto consenso. In questi 15 anni però il modo di far politica è cambiato. Chi grida più forte, la vacca è sua, come dicono i legnanesi. Un tempo c' era più progettualità. Tutti sapevano che la Lega voleva un Paese federalista, oggi non è chiara l' idea di Italia di nessuno. Ma la politica è ciclica, tornerà il tempo della riflessione e dei grandi ideali».

renzo bossi francesco belsito in tribunalelega ladrona bossi belsito foto e baraldi UMBERTO BOSSI E BELSITO roberto maroni matteo salvinifrancesco belsito in tribunale 1renzo bossi in tribunale

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....