donald trump giorgia meloni volodymyr zelensky friedrich merz

TROVATE LE DIFFERENZE – LA “TRUMPETTA” GIORGIA MELONI HA DIFESO IL PIANO DI “PACE” RUSSO-AMERICANO SOSTENUTO DA TRUMP, SOTTOLINEANDO LA “DISPONIBILITÀ” DEL PRESIDENTE AMERICANO – IL CANCELLIERE TEDESCO FRIEDRICH MERZ, INVECE, METTE NERO SU BIANCO: “LE CONDIZIONI NON NEGOZIABILI SONO SENZA DUBBIO L'INTEGRITÀ TERRITORIALE DELL'UCRAINA E IL DIRITTO DEL PAESE A ESISTERE. SU QUESTO NON SI PUÒ TRATTARE…”

 

1 - KIEV, IL PIANO EUROPEO MELONI: “PARTIRE DA TRUMP È DISPOSTO A TRATTARE

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

giorgia meloni punto stampa al g20 in sudafrica 8

[…] La bozza portata all'attenzione degli americani […] è il frutto di un'operazione di sintesi avvenuta a livello E3, il formato diplomatico composto dai governi di Parigi, Berlino e Londra.

 

Da quanto risulta, l'Italia non è stata coinvolta nella stesura. Questo non vuol dire, ovviamente, che non abbia contribuito ai suggerimenti.

 

Cosa che sembra confermare Meloni, mantenendo una sua linea di equilibrio tra Europa e Stati Uniti e rivelando gran parte del contenuto della telefonata avvenuta con Trump e il presidente finlandese Alexander Stubb.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI

Il G20 sudafricano si è appena concluso quando la premier raggiunge la stampa al Marriott Hotel di Johannesburg. La leader non è contraria alle correzioni proposte dai partner europei, ma frena sull'ipotesi di costruire da zero un nuovo piano che suoni come alternativo a quello di Trump: «Il tema – spiega – non è lavorare su una totale controproposta. Ci sono molti punti del progetto americano che ritengo condivisibili».

 

Anche per una questione «di tempo ed energia», aggiunge, è meglio partire da una base che già esiste e «concentrarsi sulle parti dirimenti».

 

Si sofferma su tre punti, quelli considerati i più problematici da Kiev e dalle capitali europee: integrità territoriale, finanziamenti per la ricostruzione ed esercito ucraino.

 

vladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria

Nella telefonata a tre avuta con Trump, Meloni racconta di aver trovato «disponibilità» da parte del capo della Casa Bianca.

 

D'altronde, il magnate repubblicano aveva già tranquillizzato gli alleati il giorno prima, sostenendo che il testo non fosse intoccabile. Il metodo è sempre lo stesso: Trump minaccia, dà ultimatum, poi si ritrae, offre spazi di compromesso.

 

 E magari l'indomani rilancia ancora, con toni che sanno essere impietosi, come ieri quando è tornato ad attaccare l'Ue e «la leadership ucraina».

 

Meloni lo conosce e non si scompone. Considera «molto positivo» il passaggio sulle garanzie di sicurezza, «che prevede il coinvolgimento degli Stati Uniti e riprende la proposta italiana», di usare il modello dell'articolo 5 della Nato, per fare da scudo all'Ucraina, senza il suo ingresso nell'Alleanza Atlantica, che non vogliono né Vladimir Putin né Trump.

 

DONALD TRUMP - VOLODYMYR ZELENSKY - CASA BIANCA, 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE

Sulle pretese dei russi Meloni si sofferma un paio di volte. «Devono dare anche loro un segnale concreto di voler arrivare alla pace». Per esempio, cedendo sul cessate il fuoco, come chiedono tutti i leader europei. Ha chiesto a Trump di insistere su questo con il Cremlino: «Sarebbe una buona cosa, e ne abbiamo parlato nella telefonata, capire se si riesce a ottenere almeno quello temporaneo sulle infrastrutture strategiche e civili che i russi continuano a bombardare».

 

La premier si dice convinta che Putin «non abbia una reale volontà di chiudere la guerra, o di farlo in tempi brevi. Penso – aggiunge – che questo bluff si debba andare a vederlo».

 

MEME SU DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI BY EMILIANO CARLI

[…] Meloni parla per quasi mezz'ora. Di fatto è una conferenza stampa, la seconda del 2025 di questa durata. […]

 

2 - MERZ "KIEV HA DIRITTO A MANTENERE I TERRITORI QUESTA È LA LINEA ROSSA"

Estratto dell’articolo di Jan Philipp Burgard per “Die Welt”, pubblicato da “la Repubblica”

 

Cancelliere Merz, per porre fine all'aggressione russa all'Ucraina gli Stati Uniti hanno elaborato un piano in 28 punti, che in parte gli europei disapprovano perché prevede significative concessioni territoriali a Mosca e la riduzione dell'esercito di Kiev. Quanto spera di poter ancora dissuadere Trump da questa impostazione?

«Negoziati sono in corso a Ginevra, dove i nostri rappresentanti si sono riuniti e stanno conducendo trattative difficili, il cui esito è più che incerto».

 

[…] Il presidente Zelensky ha affermato, riguardo al piano in 28 punti, che l'Ucraina ora deve scegliere se perdere la sua dignità o il suo partner chiave più importante. Riesce a comprendere la disperazione che Zelensky sta esprimendo?

VOLODYMYR ZELENSKY - FRIEDRICH MERZ - FOTO LAPRESSE

«Posso comprendere la disperazione dell'intera Ucraina, perché questa guerra dura ormai da quasi quattro anni, ed è per questo che il presidente Zelensky ha una posizione così netta. Non può abbandonare il Paese e noi lo sosteniamo in questa posizione».

 

Lei afferma di sostenerlo, ha anche detto di aver presentato una sua proposta: per lei quali sono le condizioni che l'Ucraina non dovrebbe assolutamente accettare?

«[…]  Le condizioni non negoziabili sono senza dubbio l'integrità territoriale dell'Ucraina e il diritto del Paese a esistere. Su questo non si può trattare e quindi noi, e io personalmente, sosteniamo la posizione negoziale del governo ucraino».

 

[…] Questi negoziati si stanno ora concentrando in particolare sulle garanzie di sicurezza che possono essere offerte all'Ucraina. Quale ruolo concreto potrebbe svolgere l'Europa a questo riguardo? Cosa si può offrire all'Ucraina?

giorgia meloni friedrich merz foto lapresse

«Abbiamo già discusso di possibili garanzie di sicurezza qualche settimana fa a Washington. Sono grato che gli americani abbiano nuovamente manifestato la loro disponibilità a partecipare alla fornitura di garanzie di sicurezza, il ruolo degli Stati Uniti è indispensabile. Ecco perché ne stiamo discutendo con gli americani, ma ora non è il momento giusto per speculare sui dettagli». […]

 

3 - MERZ, LA RUSSIA DEVE VENIRE AL TAVOLO

(ANSA) - "La Russia deve venire al tavolo. Noi vogliamo iniziare un processo ma la Russia deve venire al tavolo". Lo ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz, parlando a Luanda. Il Kanzler ha anche detto di sapere che "la pace in Ucraina non può arrivare da un giorno all'altto"

friedrich merz giorgia meloni conferenza per la ricostruzione in ucraina foto lapresseGIORGIA MELONI VOLODYMYR ZELENSKY

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...