pensione

LA TRUFFA PIÙ FACILE AL MONDO? FREGARE LE PENSIONI AI PENSIONATI D'ORO! - ''AHO, QUELLO PIGLIA 99MILA EURO DI ASSEGNO!'' ARRESTATI PADRE E FIGLIO CHE DA ANNI DIROTTAVANO SUI LORO CONTI VITALIZI DI MANAGER COME VITO GAMBERALE, PRENDEVANO PRESTITI DA DECINE DI MIGLIAIA DI EURO A NOME DI ORSI E ZAPPA (FINMECCANICA), CIUCCI (ANAS), SENTINELLI (TELECOM), PURE L'EX SINDACALISTA BONANNI. ''QUELLO PIJA 4MILA EURO, POCHISSIMO, NON VALE LA PENA'' - GAMBERALE: ''È LA QUARTA VOLTA CHE MI RUBANO L'IDENTITÀ''. ECCO COME FACEVANO…

 

 

1. DIROTTAVANO SUI LORO CONTI LE PENSIONI DEI TOP MANAGER

Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della sera

 

vito gamberale foto di bacco

La scintilla era stata la pubblicazione di un' inchiesta sulle pensioni d' oro. Così padre e figlio, Luigi e Mirko Pisano avevano deciso di dirottare quelle cifre sui propri conti correnti. Da ieri Pisano senior, 70 anni, è in carcere per truffa mentre il figlio e altri due complici sono ai domiciliari con la stessa accusa. Le vittime sono alcuni tra i più famosi ex top manager d' Italia, come Vito Gamberale (Autostrade), Giuseppe Orsi (Finmeccanica), Mauro Sentinelli (Telecom), Pietro Ciucci (Anas) e altri.

 

I ruoli erano suddivisi con precisione: a parte il «coordinamento» dei Pisano c' era chi, come Sandro Gangale, estraeva dal sistema del Comune i dati necessari ad accedere a prestiti e finanziamenti e chi come Felice De Simone (ora deceduto) si introduceva abusivamente nella banca dati dell' Inps per ricavarne i codici previdenziali e modificarli a proprio vantaggio. Ad Antonio Cirilli, infine, era delegato il compito di rintracciare nomi e coordinate (anche bancarie) delle potenziali vittime.

 

L' inchiesta coordinata dal pm Antonio Clemente è partita dalla denuncia di Vito Gamberale, ex numero uno di Autostrade del quale avevano intercettato una mensilità della pensione, 24mila euro, dirottandola su un conto corrente in Germania. Non solo. Dagli approfondimenti dei carabinieri del Nucleo investigativo è emerso che Pisano e soci si erano già presentati in una filiale della Credem per ottenere a nome di Gamberale un prestito da 103mila euro.

 

vito gamberale

Gli episodi denunciati sono molti. In possesso dei dati rubati a Massimo Sarmi, già manager dell' autostrada Milano Serravalle, Pisano e gli altri davano il via a un prestito di 10mila 421 euro presso la Deutsche Bank a suo nome. E ancora: «Grazie alla posizione previdenziale di Pietro Ciucci, manager Anas, riuscivano a convincere Findomestic a farsi erogare un finanziamento da circa 3mila euro per acquistare un televisore, un cellulare, una consolle della playstation e due videogiochi».

 

Allo stesso modo hanno attivato «un' utenza cellulare a nome di Giuseppe Orsi» e fatto «emettere due carte PostePay a titolo di Giorgio Zappa» già direttore generale di Finmeccanica. E ancora, hanno aperto un conto corrente postale a nome di Germano Fanelli, ex manager Telecom, e chiesto un finanziamento a nome Luigi Angeletti, ex segretario Uil.

 

 Un tentativo di truffa si registra anche sul profilo di Raffaele Bonanni, l' ex numero uno Cisl, al quale Pisano «cercava di accreditare l' esigenza di un prestito da 55mila euro presso Findomestic» e di Mauro Sentinelli, già manager Telecom. «La condotta - conclude la gip Mara Mattioli - è risultata talmente sistematica da assurgere a regola di vita».

 

 

Giuseppe Orsi

2. LA BANDA DEI LADRI DI PENSIONI D' ORO COSÌ I TOP MANAGER SONO FINITI NELLA RETE

Dall'articolo di Maria Elena Vincenzi per ''la Repubblica''

 

Trovare le vittime è stato facile: «Vabbè, tu basta che guardi in Internet i pensionati più ricchi d' Italia e ti escono fuori», spiega il capo della banda intercettato dai carabinieri. Le loro vittime stavano lì, messe nere su bianco, online.

 

(…)

 

La lista dei raggiri è lunga, la banda era parecchio attiva. E anche piuttosto ambiziosa: tra le vittime figura anche l' ex manager Telecom e inventore delle schede ricaricabili, Mauro Sentinelli, noto come il pensionato d' oro di Italia con i suoi oltre 90mila euro. Una cifra che aveva fatto esultare i truffatori: «Pija 99 mila euro de pensione!». Soldi che, in alcuni casi, il gruppetto, con la complicità di un dipendente Inps che nel frattempo è morto, cercava di girare sui loro conti correnti. Meglio, su conti correnti intestati alle vittime e aperti con i loro documenti falsificati ma che, in realtà, erano in uso ai truffatori.

 

(…)

 

mauro sentinelli

Chi dichiarava di dover comprare elettrodomestici, chi di avere bisogno di denaro per cure mediche o dentistiche. È il caso dell' ex sindacalista Raffaele Bonanni che a giugno dello scorso anno ha ricevuto una lettera di Findomestic che gli comunicava l' accettazione di un prestito da 55 mila euro. Ma lui non aveva mai fatto domanda. L' ex segretario della Cisl, peraltro, non convinceva i "furbetti": «Pija pochissimo, Bonanni non vale manco la pena...4mila euro prende...».

 

(…)

 

 

 

3. GAMBERALE "TRUFFATO 4 VOLTE TROPPO FACILE RUBARE L' IDENTITÀ"

Francesco Manacorda per ''la Repubblica''

 

 

(…)

 

Quante volte le hanno rubato nome e dati, ingegner Gamberale?

«La prima volta nel 2011, quando un gruppo di truffatori siciliani chiese al direttore delle Poste di piazza Bologna, a Roma, di dirottare tutta la mia corrispondenza a un indirizzo di San Vito lo Capo. Chi lo fece utilizzò una carta d' identità falsa con i miei dati e approfitto di un servizio delle Poste che si chiama "Follow me" e che consente appunto al destinatario di trasferire l' invio a un altro domicilio. Ma la cosa sorprendente è che nessuno a me disse nulla. La posta non arrivava più, il postino sapeva del cambio di indirizzo, ma a nessuno venne in mente di chiederne conferma al diretto interessato».

 

E lei come si accorse del colpo?

«Proprio perché non ricevevo più posta. Protestai e seppi quello che era avvenuto. Il gruppo che lo aveva fatto non aveva colpito solo me: c' erano una quarantina di persone coinvolte, compresi noti manager».

 

Vito Gamberale

Con quale obiettivo?

«Attraverso la posta volevano carpire altri dati sensibili, come numeri di conto, per poi utilizzarli».

 

E qui finisce il primo capitolo. Poi che succede?

«Che nel 2016, nel 2017 e nel 2018, sempre per iniziativa di questo signor Pisano che adesso è stato arrestato, accadono altri episodi analoghi».

 

Sempre lui? Una persecuzione

«Io non lo conosco, ma a dire della Guardia di Finanza - che ha operato in modo molto efficace - è davvero un truffatore seriale. Peraltro pare che disponga anche di un patrimonio importante, compresa una villa».

 

Ci racconti gli episodi.

«La prima volta si presentò alle Poste con una carta di identità mia, ma con la sua fotografia. I funzionari delle Poste si insospettirono e chiamarono i Carabinieri. Fu arrestato, ma il giorno dopo era libero».

 

E non redento

«La seconda, a inizio 2017, si presentò a una società finanziaria per chiedere un credito, penso una cessione del quinto. Anche qui fiutarono la truffa e avvertirono sia me sia la Guardia di Finanza e così fu di nuovo scoperto».

 

Poi il gran finale.

pietro lunardi, gian maria gros pietro, silvio berlusconi, gilberto benetton e vito gamberale

«La richiesta alle Poste di versare la mia pensione su un conto di Amburgo, presso la filiale tedesca di una grande banca americana. Anche qui nessuno mi aveva avvertito. Se non avessi controllato il mio conto non me ne sarei accorto».

 

Che lezione ne trae: i controlli funzionano visto che le tante truffe sono state sventate, o invece non ci sono abbastanza controlli?

«È incredibile, ma ho l' impressione che vicende come queste stiano più a cuore alle forze dell' ordine che non alla magistratura. In tutti i casi che le ho citato ho sporto denuncia e alcune volte ho anche cercato di parlare con il magistrato. Ma la risposta che ho avuto è che di casi così ce ne erano tanti... Ho avuto l' impressione che si applicasse alla lettera il detto "de minimis non curat praetor". Insomma, non ne è mai venuto fuori un granché. Spero che questa volta i truffatori vengano messi a posto».

 

Insomma, spera nel lieto fine?

pensione

«Non è bello sapere che la propria identità è stata rubata. Penso che si debba dare grande attenzione a questo tipo di criminalità, spesso legata all' informatica. E penso anche un' altra cosa. Non è un caso se assieme a me sono stati truffati altri manager come Massimo Sarmi o Pietro Ciucci».

 

Non è un caso perché avete pensioni o stipendi a tanti zeri?

«Quello che è accaduto mi sembra anche l' effetto di una criminalizzazione di redditi, come le pensioni, che uno riceve dopo aver pagato tutti i contributi, e magari contributi aggiuntivi, e tutte le tasse dovute. Quindi redditi perfettamente leciti».

 

Sta dicendo che le campagne sulle "pensioni d' oro" contribuiscono a questi reati?

«Dico che c' è una distorsione terminologica e fattuale di quello che avviene, che è in parte responsabile. La privacy dovrebbe valere sempre e per tutti».

 

INPS PENSIONI

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO