trump coronavirus

“SE NECESSARIO TAGLIEREMO I VOLI CON L’ITALIA” - TRUMP FA IL PUNTO SUL CORONAVIRUS: “I RISCHI PER GLI AMERICANI SONO MOLTO BASSI, ABBIAMO REGISTRATO SOLO 15 CASI E TUTTI I PAZIENTI SONO QUASI TUTTI GUARITI. CI POTRÀ ESSERE UNA FORMA PIÙ SEVERA O PIÙ LIEVE. NOI COMUNQUE SIAMO PREPARATI A QUALUNQUE EVENIENZA” - CINQUE UNIVERSITÀ HANNO CANCELLATO I PROGRAMMI NELLE NOSTRE CITTÀ…

Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

Donald Trump lo dice quasi alla fine di una lunga conferenza stampa alla Casa Bianca sul coronavirus, quando è già notte in Italia. «Abbiamo già intensificato i controlli sulle persone che arrivano da Paesi dove il virus si è diffuso. Certo l’Italia è un problema. Faremo controlli...». Poi il presidente si volta verso gli esperti schierati alle sue spalle: «Vedremo, se è necessario a un certo punto dovremo anche “tagliare” (“cut off”), come abbiamo fatto con la Cina». Il riferimento è ai collegamenti aerei interrotti quasi subito con le città cinesi, proprio per prevenire l’importazione dell’epidemia.

 

CORONAVIRUS A MILANO BY SPINOZA

Dunque anche i viaggiatori provenienti dall’Italia rischiano di essere “tagliati fuori” dagli aeroporti americani. Nulla di ufficiale, sia chiaro, però la possibilità è allo studio. Così come Trump ha consigliato agli americani che devono programmare le vacanze «di starsene a casa per un po’» e di evitare «sicuramente la Cina» e «altri Stati alle prese con il virus». La sensazione è che il leader della Casa Bianca, come spesso gli capita, sia andato oltre lo schema di comunicazione previsto. Ha parlato per quasi un’ora cercando di minimizzare l’emergenza: «Siamo a un livello molto basso di allerta. Abbiamo registrato solo 15 casi e tutti i pazienti sono quasi tutti guariti».

giuseppe conte e donald trump al vertice nato di londra

 

Il presidente ha anche contraddetto Nancy Messonier, direttrice del National Center for Immunization and Respiratory Diseases, l’agenzia di Atlanta specializzata nel contrasto alle malattie infettive, che ieri 25 febbraio aveva commentato con i giornalisti : «Non è un problema di se, ma di quando l’epidemia di coronavirus esploderà negli Stati Uniti» . Per Trump, invece, «non c’è nulla di inevitabile; ci potrà essere una forma più severa o più lieve. Noi comunque siamo preparati a qualunque evenienza». L’evoluzione del contagio sarà seguita dal «team di scienziati migliore del mondo», con il coordinamento del vice presidente Mike Pence.

 

CORONAVIRUS

Sono all’esame misure drastiche: chiusura delle scuole, telelavoro, e soprattutto sospensione dei «raduni di folla» che significherebbe far saltare i comizi della campagna elettorale in corso. Le strutture sanitarie si stanno attrezzando. Per ora sono solo 12 gli Stati americani e i dipartimenti territoriali in grado di eseguire i test sui campioni prelevati dai pazienti. L’allarme, però, si sta diffondendo nel Paese. London Breed, sindaco di San Francisco, ha dichiarato «lo stato di emergenza» nella città californiana.

 

E al di là delle parole di Trump, ci sono già i primi rimbalzi che toccano l’Italia. Cinque università hanno cancellato i programmi nelle nostre città. Centinaia di studenti statunitensi della New York. Anche la Florida International University ha annullato cicli di formazione in Italia, oltre che in Giappone e Corea del Sud. Sul sito della Cdc, c’è un capitolo dedicato in modo specifico ai viaggiatori di rientro dalla Penisola: per il momento si suggeriscono solo misure volontarie di prevenzione. Il Dipartimento di Stato consiglia «di aumentare la cautela» a chi vuole partire per il nostro Paese. Ma il «Travel Advisory» resta stabile al livello 2, ancora un gradino al di sotto del consiglio: «Riconsiderate l’idea di andarci».

 

ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus

Intanto a Orlando, la direzione del parco Disney World ha deciso di mettere in quarantena sei dipendenti italiani di rientro da Milano. Ma per ora neanche sull’emergenza Covid-19 la politica americana riesce a trovare un accordo minimo. Trump, in realtà, teme di giocarsi addirittura la rielezione, visto che il rischio di recessione fa parte del novero delle possibilità. Al Congresso si litiga anche sui fondi, con esiti paradossali. L’amministrazione chiede 1 miliardo e 250 milioni di dollari. Come dire: niente panico, abbiamo già quello che ci occorre. L’opposizione democratica ne vuole stanziare 8,5 miliardi, con un messaggio esplicito: il governo Trump è in grave ritardo su tutti i fronti, tocca a noi mettere in sicurezza gli americani.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…