scontri al comizio di trump a san jose

‘HILLARY DEVE ANDARE IN GALERA’ - TRUMP MENA LA CLINTON AL COMIZIO DI SAN JOSE IN CALIFORNIA, MENTRE FUORI UN GRUPPO DI MANIFESTANTI MENA I SUOI SUPPORTER, LANCIA UOVA E BRUCIA I CAPPELLINI DELLA SUA CAMPAGNA - MA LO SPEAKER REPUBBLICANO RYAN SI CONVERTE AL TRUMPISMO: ‘LO VOTERÒ’

1.USA 2016: TRUMP, HILLARY DEVE ANDARE IN GALERA

uova e scontri contro i supporter di trumpuova e scontri contro i supporter di trump

 (ANSA) - "Dirò questo, Hillary Clinton deve andare in galera". Lo ha dichiarato Donald Trump parlando a un comizio a San Josè in California, come riferisce il sito della Cnn. "Gente, onestamente, lei è maledettamente colpevole", ha aggiunto Tump, riferendosi alla vicenda dell'uso di un server privato di email da parte di Clinton durante il suo incarico da segretario di stato. La candidata democratica alla nomination ieri aveva definito Trump "pericoloso" in politica estera e "caratterialmente inadatto" a fare il presidente.

 

scontri al  comizio di trump a san josescontri al comizio di trump a san jose

2.USA 2016: PROTESTE COMIZIO TRUMP A S.JOSE, UOVA SU SUPPORTER

(ANSA-AP) - Momenti di tensione ieri sera al comizio di Donald Trump a San Jose, in California. Un gruppo di contestatori ha aggredito i supporter del miliardario candidato alla Casa Bianca, che stavano uscendo, spintonandoli, lanciando uova e bruciando i loro cappellini della campagna. La polizia ha comunque evitato che la situazione degenerasse. Il sindaco di San Jose Sam Liccardo, sostenitore di Hillary Clinton, ha definito "irresponsabile il comportamento di Trump nella campagna elettorale", tra le altre cose per essere venuto in città dopo le sue prese di posizione contro i messicani.

scontri  al comizio di trump a san josescontri al comizio di trump a san jose

 

 

3.HILLARY ALL'ATTACCO, ELEGGERE TRUMP "ERRORE STORICO" - MA SPEAKER REPUBBLICANO CAMERA PAUL RYAN CAPITOLA, "LO VOTERÒ"

Anna Lisa Rapanà per l’ANSA

 

Eleggere Donald Trump presidente Usa, "nominarlo nostro commander in chief sarebbe un errore storico". Così Hillary Clinton sferra il suo duro attacco, il più energico fino ad ora, contro il rivale repubblicano, additandolo come un pericolo per la sicurezza dell'America e del mondo, con quelle sue idee "pericolosamente incoerenti". Lui, dice, che l'America non la "capisce. Non capisce il mondo", mentre la scelta a novembre "è tra un'America impaurita, meno sicura e una America forte che tiene il suo popolo al sicuro". Hillary decide di parlare sfidando adesso il rivale sulla politica estera.

scontri  al comizio di  trump a san josescontri al comizio di trump a san jose

 

Lo prende di petto per 'smascherare' il pericolo che a suo avviso si correrebbe nel consegnare le sorti dell'America, della sua posizione nel mondo, alla visione firmata Trump. E rilancia così la sua sfida al tycoon di New York e la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti dopo che da settimane gli occhi sono rimasti incollati sull' esuberante candidato repubblicano in pectore, per le sue uscite sopra le righe, come per quegli 'indici di gradimento' che non accennano a calare e che promettono uno showdown con la ex first lady senza esclusione di colpi.

scontri  al  comizio di trump a san josescontri al comizio di trump a san jose

 

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 Eccola quindi la 'dottrina Hillary' scandita punto per punto nell'atteso discorso pronunciato a San Diego, in California, dove il prossimo martedì 7 giugno si terrà l'ormai ultimo appuntamento con le urne che può incidere sulla corsa. La frontrunner democratica vuole tracciare una linea chiara tra la sua concezione dell'America nel mondo e quella proposta dal candidato repubblicano, facendo leva sulla sua esperienza e capacità di giudizio - da ex first lady, ex senatrice, ex segretario di Stato - per dimostrare in definitiva che Trump "non solo è impreparato, ma è per temperamento inadeguato", decisamente "non colui a cui affidare" i codici di lancio nucleari.

 

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E sferra l'offensiva contestando la convinzione espressa da Trump, secondo cui è il momento di rivedere il ruolo degli Usa nella Nato; la proposta di lasciare che Giappone, Corea del Sud e Arabia Saudita si dotino dell'arma nucleare; l'intenzione di costruire un muro al confine con il Messico, quella di bandire l'ingresso dei musulmani negli Stati Uniti e di ricorrere alla tortura contro terroristi. Ai cavalli di battaglia di Trump, Hillary Clinton contrappone il suo curriculum da segretario di Stato.

 

Come capo della diplomazia americana dal 2009 al 2013 può 'rivendicare' di aver 'assistito' il presidente Barack Obama nel processo che ha portato alla eliminazione di Osama bin Laden; può raccogliere credito per il lavoro preparatorio che ha poi portato alla firma dell'accordo sul nucleare iraniano, può citare anche quel 'reset' con la Russia che aveva consolidato un processo di disgelo con Mosca e di riavvicinamento alla Nato, sebbene oggi se ne riscontrino evidenti rallentamenti.

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C'è però anche Bengasi, la Siria e l'emergere dell'Isis, oggi minaccia principale che Hillary ha già più volte additato con la promessa di annientarla ma con una 'nuova guerra' soltanto come ultima risorsa. Ha dovuto quindi limarlo bene questo suo 'manifesto', perché ancora la nomination democratica ufficialmente in tasca non ce l'ha. E anche perché a novembre avrà bisogno pure dei voti più liberal cui fino a ora Bernie Sanders ha fatto da calamita e per questo troppo 'falco' non può apparire.

proteste contro trump a san josproteste contro trump a san jos

 

I giochi saranno pressoché fatti martedì dopo il voto in California, dove però i sondaggi prospettano un testa a testa tra Hillary e Bernie pericoloso per la ex first lady, che non può permettersi di 'vincere male'. Trump però intanto incassa una importante vittoria: dopo lunghi tentennamenti e non senza duri botta e risposta a distanza, lo speaker della Camera, Paul Ryan, il più alto dirigente repubblicano eletto, ha annunciato che voterà per il candidato presidenziale Donald Trump, dicendosi "fiducioso" che trasformerà in legge l'agenda del Grand Old Party. Garantire l'unità del partito, ha poi affermato, è la priorità.

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