erika mcentarfer donald trump

TRUMP PRENDE ISPIRAZIONE DA XI JINPING: SE I DATI SONO NEGATIVI, BASTA LICENZIARE CHI LI HA FORNITI – IL TYCOON CACCIA ERIKA MCENFARTER, RESPONSABILE DELLE STATISTICHE DEL DIPARTIMENTO DI LAVORO USA, NOMINATA DA BIDEN, ACCUSATA DI AVER DIFFUSO DATI FALSI. UNA DECISIONE CHE HA FATTO INCAZZARE ANCHE MOLTI PARLAMENTARI REPUBBLICANI, PREOCCUPATI PER LA DERIVA AUTORITARIA DEL PRESIDENTE – FIRMATO L’ORDINE ESECUTIVO SULLE TARIFFE: LE BORSE MONDIALI PERDONO 270 MILIARDI IN POCHE ORE…

TRUMP FIRMA: DAZI DAL 7 AGOSTO BORSE GIÙ, IN FUMO 270 MILIARDI

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

 

DONALD TRUMP MOSTRA LA TABELLA CON I NUOVI DAZI

Donald Trump firma l'ordine esecutivo che impone una raffica di dazi fra il 10% e il 50% a tutti i Paesi del mondo, sposta l'entrata in vigore dall'1 al 7 agosto per dare tempo alle dogane di prepararsi alla riscossione e fissa un'altra deadline: il 5 ottobre scatteranno le tariffe per le merci in arrivo negli Usa via nave. Unica condizione, entro giovedì prossimo i beni dovranno essere già «in viaggio» o in movimento. Ma per i pacchi più leggeri – vestiti, elettronica ad esempio – in arrivo con gli aerei, da venerdì partiranno i dazi.

 

ursula von der leyen e donald trump in scozia

Regge l'intesa con l'Europa, tariffe al 15%; così come con Giappone e Corea e gli altri cinque Paesi con cui è stato stretto un accordo quadro. Per quanto riguarda la Ue si lavora per allungare la lista di esenzioni. I vini per ora non sono compresi.

 

La stragrande maggioranza dei Paesi non è citata nell'ordine esecutivo: pagherà il 10%; circa 40 Paesi al 15% e poi ci sono le eccezioni negative. Brasile, Canada e Svizzera guidano – fra i paesi più grandi - la lista dei "puniti".

 

LE ENTRATE TARIFFARIE NEGLI STATI UNITI

Le ragioni sono diverse. Il Brasile, capofila dei Brics, paga appunto questa sua leadership di Paese anti-americano (così Trump) come il processo a Jair Bolsonaro, ex presidente amico e alleato di The Donald. Dazi al 50%. Il Canada, 35%, paga un surplus commerciale ampio, la scarsa cooperazione sul Fentanyl e anche la decisione di riconoscere lo Stato palestinese.

 

La Svizzera a sorpresa si vede alzare l'aliquota dal 31 al 39%, Trump li accusa di aver «rubato» 40 miliardi di franchi per le barriere messe ai beni Usa. Cosa che Berna smentisce dicendo che il mercato svizzero è persino più aperto di quello europeo. A rischio per l'import farmaci, caffè, orologi e oro.

 

[…] La replica delle Borse mondiali è all'insegna del negativo. I listini europei bruciano complessivamente 269 miliardi di dollari, con Milano che perde il 2,55% pari a 22 miliardi. Parigi -2,91%, Francoforte -2,65%. Male anche le piazze asiatiche.

 

Wall Street combina effetto tariffe e dati (pessimi) sul lavoro, apre in rosso e vi resta tutto il giorno. Il Dow Jones lascia oltre 500 punti (1,23), il Nasdaq perde 2,24%. Precipitano le obbligazioni del Tesoro sia decennali sia biennali. Il dollaro scivola a 1,16 sull'euro. Dall'inizio della presidenza Trump il biglietto verde ha perso oltre l'8%.

VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN

 

A complicare il risveglio americano sono stati i dati sul lavoro che mostrano un mercato indebolito negli ultimi 90 giorni. Nel mese di giugno la locomotiva America ha generato 73 mila posti di lavoro (le previsioni erano 110 mila), un successo se paragonato ai dati rivisti, nettamente al ribasso, di maggio e giugno.

 

Complessivamente sono stati aggiunti 33 mila posti di lavoro, non 291 mila. La disoccupazione segna un rialzo di 0,1% e si colloca a 4,2%. Davanti alle telecamere va il presidente del Consiglio Economico, Stephen Miran. Ammette che «i numeri non sono quelli che volevamo vedere».

 

Trump sembra furibondo e prepara il benservito a Erika McEnfarter, responsabile delle statistiche del Dipartimento del Lavoro, nominata da Biden. «Ho dato indicazioni perché questa nominata da Biden sia licenziata e sostituita da qualcuno più competente», scrive. E poi accusa: ha diffuso dati falsi per "fare apparire i repubblicani e me cattivi".

 

[…]

 

USA: SENATORI REPUBBLICANI PREOCCUPATI DA TRUMP DOPO LICENZIAMENTO PER 'DATI FALSI'

Erika McEntarfer

(Adnkronos) - Alcuni senatori repubblicani hanno sollevato preoccupazioni in merito al licenziamento da parte di Trump di Erika McEntarfer, funzionario del Dipartimento del Lavoro. Lo rivela Nbc news, raccogliendo commenti negativi dei repubblicani dopo la decisione presa dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di licenziare il capo del Bureau of Labor Statistics poche ore dopo la pubblicazione dei dati sull'occupazione di luglio che erano un po' ''deboli'', ma definiti dal presidente ''falsi''.

 

"Se il presidente licenzia lo statistico perché non gli piacciono i numeri, ma sono accurati, allora c'è un problema", ha affermato la senatrice repubblicana del Wyoming, Cynthia Lummis, che ha aggiunto: ''licenziare il commissario prima di sapere se i numeri sono inesatti è un po' impulsivo. Non è colpa dello statistico se i numeri non corrispondono alle aspettative del presidente".

 

Thom Tillis

Anche il senatore Thom Tillis, della Royal Navy, ha criticato duramente la decisione di Trump di licenziare McEntarfer: "Se è stata licenziata solo perché al presidente o chiunque altro non piacevano i numeri, allora dovrebbe crescere un po'", ha detto Tillis. L'ex commissario del Bls, William Beach, nominato da Trump e confermato dal Senato nel 2019, ha pubblicato un post su X definendo il licenziamento di McEntarfer "totalmente infondato" e "un precedente pericoloso" che compromette "la missione statistica dell'Ufficio".

 

donald trump - dazi

Una dichiarazione degli "Amici del Bureau of Labor Statistics", cofirmata da Beach, ha delineato l'accuratezza del lavoro dell'ufficio e in particolare di McEntarfer. Mentre Trump, dal canto suo, ha difeso la sua decisione, seppur senza presentare prove, sostenendo che i numeri del rapporto erano "falsi" e accusando McEntarfer di aver diffuso dati ''manipolati'' e favorevoli sull'occupazione prima delle elezioni per dare un vantaggio all'ex vicepresidente Kamala Harris.

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