LA TULLIANI ERA LA GARANTE PER LE BANCHE PER LA CASA DI MONTECARLO - SECONDO LA GUARDIA DI FINANZA, LA COMPAGNA DI FINI ERA COINVOLTA NELLE SOCIETA’ OFF SHORE CHE HANNO COMPRATO L’APPARTAMENTO EREDITATO DA AN - IL FRATELLO METTEVA A DISPOSIZIONE LE SUE SOCIETA’ PER FAR TRANSITARE I SOLDI DI CORALLO

 

1. ELISABETTA SAPEVA TUTTO DEGLI AFFARI DEL FRATELLO

 

Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera

 

elisabetta tulliani gianfranco finielisabetta tulliani gianfranco fini

Per aprire i conti correnti delle società offshore che hanno acquistato la famosa casa di Montecarlo ereditata da Alleanza nazionale, c' era bisogno di referenze che Elisabetta Tulliani - sorella di Giancarlo e compagna di Gianfranco Fini, all' epoca leader di An e presidente della Camera dei deputati - chiese e ottenne dalla banca Unicredit e da un avvocato. La prima è del 25 agosto 2008, indirizzata direttamente alla signora, scritta in inglese.

 

«Su sua richiesta e per l' uso consentito dalla legge italiana», sottoscrive il funzionario per conto di UniCredit Banca di Roma Spa, si certifica che i rapporti della signora Tulliani con l' istituto di credito «sono stati caratterizzati da correttezza, puntualità e reciproca soddisfazione».

GIANFRANCO FINI ED ELISABETTA TULLIANI GIANFRANCO FINI ED ELISABETTA TULLIANI

 

La seconda, datata 15 settembre 2008, proviene dallo studio legale milanese dell' avvocato Luigi Giuliano. Il quale ringrazia la «gentile collega» Elisabetta «per le collaborazioni svolte», e attesta: «La Tua attenzione e diligenza manifestano una non comune capacità professionale, nonché una particolare sensibilità (anche umana) alle questioni affrontate».

 

Le due missive, trovate nell' archivio elettronico dell' imprenditore Francesco Corallo, il «re dei video-poker» arrestato martedì alle Antille Olandesi per riciclaggio, peculato e altri reati, permettono di dire agli investigatori dello Scico della Guardia di finanza che anche la compagna di Fini «appare essere coinvolta nelle società offshore Printemps Ltd e Timara Ltd», cioè le due sigle che hanno fatto da schermo all' acquisto della casa di Montecarlo da parte dei Tulliani.

 

FINANZIATO CON I SOLDI DI CORALLO.

LA FOTOCOPIA DEL PASSAPORTO DI ELISABETTA TULLIANI SPEDITA DA CORALLO A WALFENZAO jpegLA FOTOCOPIA DEL PASSAPORTO DI ELISABETTA TULLIANI SPEDITA DA CORALLO A WALFENZAO jpeg

 

La Printemps ha comprato l' appartamento di Boulevard Princesse Charlotte 14 per 300 mila euro l' 11 luglio 2008, che da questa viene trasferito alla Timara il 15 ottobre successivo, per 330 mila euro. In mezzo ci sono le referenze sollecitate e rilasciate a Elisabetta Tulliani, da cui deriva il «sicuro coinvolgimento» della donna nelle due società, come afferma la Procura di Roma titolare dell' inchiesta in cui sono indagati (per riciclaggio) Giancarlo e Sergio Tulliani, quest' ultimo padre di Giancarlo e di Elisabetta.

 

Sempre dall' archivio elettronico di Corallo è saltato fuori un altro documento del 10 gennaio 2014, «in cui si rilevava che la signora Tulliani Elisabetta concedeva una procura legale relativa agli interessi propri e della Timara Ltd all' avvocato Izzo Carlo Guglielmo», nonché una copia del passaporto autenticata da un notaio. Quasi due anni più tardi, nell' ottobre 2015 - riferisce un' informativa della Finanza al pm romano Barbara Sargenti, allegata agli atti dell' inchiesta - la Timara ha venduto l' appartamento monegasco al prezzo di un milione e 360 mila euro.

 

Ristrutturato nel 2009 nel periodo in cui Giancarlo Tulliani riceveva 200 mila euro su un conto corrente a lui intestato presso la Compagnie Monegasque de Banque, provenienti da un altro conto riferibile a Corallo. Il quale, secondo l' accusa che l' ha portato in carcere, ha beneficiato di almeno due decreti legge varati dal governo e approvati dal Parlamento in quegli stessi anni.

 

 

FRANCESCO CORALLOFRANCESCO CORALLO

2. VORTICOSO GIRO DI SOLDI TRA IL RE DELLE SLOT E TULLIANI

 

Massimo Malpica per il Giornale

 

Casa, soldi e società. I favori riservati da Francesco Corallo a Giancarlo e a Sergio Tulliani avranno avuto certamente una contropartita, ma l'unica che emerge dalle carte - ed è quello per cui i due «parenti» dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini sono indagati - è l'aver aiutato il re delle slot a riciclare, trasferendo all'estero somme di denaro, mettendo a disposizione i propri conti all'estero.

 

FRANCESCO CORALLO jpegFRANCESCO CORALLO jpeg

Ma se uno dei misteri residui è proprio la genesi dei rapporti tra Corallo e i Tulliani, anche lo sviluppo di questo legame riserva lati non chiarissimi, sui quali si interrogano persino gli inquirenti. Un esempio interessante è il sostegno materiale, amministrativo e finanziario, che l'imprenditore del gioco assicura a Tulliani jr nella creazione della rete di società offshore - utilizzando la Corpag di Walfenzao, del quale il suo gruppo era già fedele cliente - che gli serviranno a comprare da An la casa di Montecarlo, ricostruita dagli investigatori.

 

La prima email è del maggio 2008, spedita da Corallo al braccio destro Baetsen a cui chiede «di provvedere al pagamento di una fattura emessa dalla Corporate Agents Ltd per la costituzione della società (...) Jayden Holding», la terza offshore del giovane Tulliani. E Baetsen obbediva, saldando la fattura con 3,651.25 dollari dal conto di Atlantis.

 

giancarlo tullianigiancarlo tulliani

Un mese dopo, il 2 giugno, quando la moglie di Walfenzao, Cathy, apre un conto bancario a Saint Lucia intestato alla Jayden non è Tulliani che avvisa, ma Corallo. Che d'altra parte ad aprile 2008 aveva spedito dalla sua casa romana alla Corpag il modulo - firmato da Tulliani - per aprire quel conto corrente. Ad agosto, poi, è Tulliani che scrive a Corallo «per chiedergli di provvedere al pagamento delle fatture relative» alle offshore Timara (che di lì a poco avrebbe «ricomprato» la casa di Montecarlo dalla Printemps) e Jayden Holding. Chiarendo che «quando si sarebbero visti a Roma, avrebbe provveduto a restituire il dovuto».

 

GIANCARLO TULLIANI GIANCARLO TULLIANI

Corallo non fa una piega, incarica ancora Baetsen di chiedere alla Corpag «di inoltrargli tutte le fatture in sospeso concernenti le società che erano state costituite per Giancarlo Tulliani». Il conto ammontava a poco meno di 4mila dollari, e una volta ancora paga, o almeno anticipa, Atlantis. Una consuetudine, visto che quanto, di nuovo, a ottobre 2008 Cathy Walfenzao chiede a Tulliani 4.888 dollari come spese di gestione della Jayden, «Tulliani rispondeva chiedendo di inviare tutto a Rudolf (Baetsen, ndr), garantendo che lo stesso avrebbe provveduto a corrispondere quanto dovuto».

 

James WalfenzaoJames Walfenzao

La Walfenzao fa come indicato, e chiede a Baetsen «se inserire, anche, le spese riferite all'appartamento (vi è logico rimando alle transazioni immobiliari precedentemente citate)». Corallo, anche qui, risponde affermativamente: «Lo dedurremo da ciò che gli dobbiamo», taglia corto. E il gip così annota che «sul finire del 2008, vi era, quindi, consapevolezza piena in Corallo di essere in rapporti commerciali con Tulliani, cui avrebbe presto dovuto qualcosa». Il problema è cosa, visto che da quel che emerge i flussi sono tutti in una sola direzione: dai conti del Gruppo Atlantis a quelli dei Tulliani.

 

E, come rivelato dall'indagine, pure i soldi per la casa di boulevard Princesse Charlotte li mette Corallo. Che debito poteva avere con Tulliani?

 

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