sergio mattarella

I PALETTI DEL COLLE - DA DI MAIO A ZINGA, TUTTI SPERANO CHE SIA MATTARELLA A TIRARLI FUORI DAI GUAI. MATTARELLA PERÒ NON È GIORGIO NAPOLITANO. NIENTE GOVERNICCHI, NESSUN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INCARICATO CHE VADA A CACCIA DI VOTI IN PARLAMENTO - COSÌ, SE NON CI SARÀ “L'ACCORDO ALTO” PER IL GOVERNO DI LEGISLATURA, LA STRADA APPARE GIÀ SEGNATA: UN ESECUTIVO DI GARANZIA ELETTORALE, CON UN PREMIER TECNICO, CHE PORTI AL VOTO A FINE OTTOBRE

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

salvini mattarella

«La vedo grigia, con l'aria inciucista che tira finiremo senza governo e senza elezioni», confida a metà pomeriggio Gian Marco Centinaio. A dare sostanza al pessimismo del ministro leghista è ciò che è successo ieri in Senato e ciò che accadrà oggi quando, per respingere la richiesta di Lega, Forza Italia e Fdi di celebrare domani e non martedì prossimo il dibattito sulla sfiducia al premier Giuseppe Conte, si materializzerà una maggioranza formata da 5Stelle, Pd, Leu, +Europa, Autonomisti e peones di ogni colore, capace per ora di ritardare e frenare la corsa di Matteo Salvini verso le elezioni. Ma, al momento, incapace di dare vita a un governo alternativo.

 

Armata PD - Renzi Zingaretti

Dopo anni di insulti e con i parlamentari grillini che nella lunga assemblea-sfogatoio hanno invocato (ad esempio) lo stop alla Tav, non è facile mettere insieme i cocci. E provare anche solo a immaginare un programma comune. In più, sia Beppe Grillo che Luigi Di Maio sono tornati a scandire i vecchi slogan contro Matteo Renzi, diventato a sorpresa il più convinto tifoso di un governo con i 5Stelle.

 

martina minchella nicola zingaretti

L'ultima novità però è che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, per evitare la scissione minacciata dall'ex premier e per prendere in mano il timone della crisi, ha deciso di giocare la carta del governo politico di legislatura. Con poca convinzione: «Non credo andrà in porto, trovare un'intesa con quei pazzi dei grillini è praticamente impossibile», ha confidato. Ma con l'«onestà intellettuale» di «provarci fino in fondo».

 

grillo fico di maio

Spiega Roberto Morassut: «Potremmo dire sì a un governo di legislatura solo se fondato sulla serietà, un respiro ampio, una base parlamentare molto larga e se guidato da una personalità di alto livello istituzionale. Se il presidente Mattarella lo accetterà, lo sosterremo».

 

ALLA CORTE DEL COLLE

Già, il capo dello Stato. Tutti, inclusi Di Maio e Zingaretti, sperano che sia Sergio Mattarella a tirarli fuori dai guai, a spazzare via le ambiguità, i giochini interni e a togliergli l'imbarazzo di annunciare urbi et orbi di essere pronti a governare assieme a chi, fino a ieri, era il nemico giurato.

 

grillo renzi

Mattarella però non è né Giorgio Napolitano, né Oscar Luigi Scalfaro. Ha dato al suo settennato un'impronta di neutralità, ha scelto un ruolo di arbitro e notaio, e non intende rinnegare questa linea. Chi ha avuto modo di parlare con il capo dello Stato, lo descrive attestato perciò su una posizione molto lontana da quella auspicata da 5Stelle e Pd. Tanto più che Salvini continua a pressare il Quirinale: «Mi affido alla saggezza del Presidente, è evidente che non c'è altra maggioranza. Si vada a elezioni, subito!».

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

 

Mattarella, ancora in vacanza alla Maddalena, attenderà martedì il concretizzarsi della crisi con le probabili dimissioni del premier Giuseppe Conte, e poi aspetterà che siano i gruppi parlamentari durante le brevi consultazioni a fornire le indicazioni sul dopo. Il capo dello Stato non ha intenzione di lavorare a un governo del Presidente. Non fornirà soluzioni o costruirà ipotesi. Attenderà, appunto, che siano i 5Stelle, il Pd e le altre forze politiche a dire cosa vogliono fare. E a certificare quali numeri hanno in Parlamento.

CONTE E MATTARELLA

 

«I partiti devono essere protagonisti, non spettatori. Se si aspettano indicazioni da Mattarella, attenderanno inutilmente», dice chi ha avuto un colloquio con il Presidente. E aggiunge: «Chi pensa a un governo di legislatura deve dimostrare di avere una maggioranza politica e la possibilità di stringere un accordo programmatico serio che riguardi anche l'economica e la politica estera».

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

Niente governicchi, insomma, per Mattarella. Niente pasticci. Nessun presidente del Consiglio incaricato che vada a caccia di voti in Parlamento. Così, se non ci sarà «l'accordo alto» per il governo di legislatura (c'è chi fa il nome di Raffaele Cantone), la strada appare già segnata: un esecutivo di garanzia elettorale, con un premier tecnico, che porti al voto a fine ottobre.

 

In questo quadro, però c'è chi tra i renziani si dice convinto che Mattarella un «aiutino» lo darà. Perché non «si può consegnare l'Italia a Salvini, che la porterebbe fuori dall'Unione europea». E «perché tra il governo breve proposto da Renzi e un esecutivo di legislatura, il Presidente in nome della stabilità opterebbe per il secondo».

 

GIORGETTI MATTARELLA

ADDIO GOVERNO BREVE

Di certo c'è che ieri, dopo lo strappo di Renzi, è stata archiviata l'ipotesi del governo breve. E se mai un esecutivo diverso da quello di garanzia elettorale dovesse nascere, questo durerà fino al 2023, termine naturale della legislatura. Con due problemi. Il primo, il più importante: la tenuta dei 5Stelle, che è più o meno come fare sei al Superenalotto e le divisioni nel Pd.

 

giuseppe conte maria elisabetta alberti casellati sergio mattarella

Il secondo: il restringimento della base parlamentare di questa iniziativa come conseguenza della sortita renziana, come dimostra la sponda di Forza Italia a Lega e Fdi nelle battaglia per il calendario del Senato. Silvio Berlusconi oggi vedrà Salvini e spera di siglarci un patto elettorale per la rinascita del centrodestra: «Matteo però dovrà mettermelo per iscritto davanti a un notaio, delle parole non mi fido».

 

In tutto questo, si innesca il probabile nuovo strappo di Salvini. Questa mattina il capo del Carroccio deciderà se far dimettere i suoi ministri per accelerare lo show-down e provare a evitare il dibattito in Parlamento. Ma Conte già fa sapere che «nulla cambierebbe»: per rendere efficaci le dimissioni servirebbe un decreto del presidente della Repubblica. Il premier è determinato a non rinunciare alla «parlamentarizzazione della crisi» (cosa gradita anche al Quirinale).

sergio mattarella luigi di maio

 

Conclusione: «Martedì 20 parlerò in Senato e farò la mia operazione verità sulle bugie di Salvini». Poi, prendendo atto di non avere più la maggioranza, salirà sul Colle per dimettersi. Di Maio spera e tenta un altro epilogo: il via libera di palazzo Madama a una risoluzione 5Stelle a sostegno del premier. Ma è difficile che, anche se determinati a non andare a elezioni, i renziani, Leu, +Europa etc. accettino di tenersi «l'avvocato del popolo».

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?