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UNITED COLORS OF ITALY - ALBANESI E MAROCCHINI ARRIVATI 10 ANNI FA: SONO LORO I NUOVI ITALIANI - NEGLI ULTIMI 5 ANNI È BOOM DI NON COMUNITARI CHE OTTENGONO IL PASSAPORTO: LE REGIONI CON IL TASSO PIÙ ALTO SONO LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA, VENETO

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Gabriele Martini per “La Stampa”

 

Hamid, figlio di marocchini, fresco maggiorenne, sogna di diventare biologo. Mariela invece di anni ne ha 43 e il suo futuro lo immagina a Milano, la città che l' ha accolta quando nel 2003 lasciò l' Ucraina. Sono loro i nuovi italiani. Negli ultimi 5 anni è più che triplicato il numero di persone non comunitarie che ottengono la cittadinanza: dai 50 mila del 2011, si è passati a quasi 159 mila del 2015. Si tratta soprattutto di albanesi (35.134) e marocchini (32.448), che insieme rappresentano oltre il 42% del totale.

 

Al 1° gennaio 2016 erano 3 milioni e 931 mila i cittadini non comunitari con un regolare permesso di soggiorno in Italia, numero stabile rispetto all' anno precedente. La principale novità della fotografia annuale dell' Istat è invece la progressiva acquisizione della cittadinanza per alcune comunità «storiche».

 

Perché a fronte di decine di migliaia di migranti sbarcati negli ultimi mesi con la speranza di raggiungere il Nord Europa, ce ne sono altrettanti - arrivati nel primo decennio degli Anni Duemila - che si stabilizzano. Lavorano, pagano le tasse, si sposano, fanno figli. E dopo 10 anni, come prevede la legge, diventano cittadini italiani.

 

Tra il 2014 e il 2015 è diminuita la fetta degli stranieri che ottengono la cittadinanza per matrimonio, dal 14% al 9%. Per le donne si è passati dal 25% al 16%. Il 42% dei nuovi connazionali ha meno di 20 anni. Coloro che acquisiscono la cittadinanza per trasmissione dai genitori e coloro che, nati nel nostro Paese al compimento del 18° anno di età, scelgono di diventare italiani sono passati da circa 10 mila del 2011 a oltre 66 mila dello scorso anno.

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La presenza non comunitaria risulta sempre più stabile. I soggiornanti di lungo periodo rappresentano il 59,5% del totale. I processi di stabilizzazione e i nuovi flussi stanno infatti cambiando volto all' immigrazione. In generale, diminuisce il numero di nuovi permessi di soggiorno concessi a cittadini non comunitari. Durante il 2015 ne sono stati rilasciati 238.936, il 3,9% in meno rispetto al 2014.

 

La flessione riguarda in particolare gli ingressi per motivi di lavoro, scesi del 62% (35 mila in meno); e se nel 2014 rappresentavano il 23% dei nuovi ingressi, nel 2015 sono scesi al 9%. Di fatto, i decreti flussi del Viminale hanno imposto una stretta. Ma questa diminuzione va imputata anche alle acquisizioni di cittadinanza. Significa che sempre più spesso marocchini, albanesi, romeni, ucraini e moldavi diventano italiani ed escono quindi dal conteggio dei permessi di soggiorno.

 

Al Nord si conferma la maggiore presenza di cittadini non comunitari con il picco del 36,6% al Nord-Ovest, il 26,8% nel Nord-Est e il 23,5% al Centro. Solo il 13,2% ha un permesso rilasciato o rinnovato al Sud.

 

Le regioni con il tasso più alto sono Lombardia (26,3%), Emilia-Romagna (11,7%) e Veneto (11%). Un quinto degli immigrati vive tra Milano (12,1%) e Roma (8,7%). Le donne rappresentano il 48,7% delle presenze non comunitarie ma, per la prima volta, nel 2016 si registra una flessione (6.742 permessi in meno rispetto al 2015) in gran parte dovuta al calo dei nuovi ingressi.

 

La componente femminile è molto variabile a seconda delle nazionalità considerate: prevalente per Ucraina (79,2%) e Moldova (66,9%), in netta minoranza per Bangladesh (28,4%), Pakistan (30,4%) ed Egitto (30,7%).

 

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Nel 2015 prosegue l' aumento dei flussi provenienti dalla Nigeria, che crescono di quasi 6 mila unità (+53,5%) portando il paese africano alla seconda posizione della graduatoria dei nuovi ingressi, poco più in basso del Marocco che resta in testa alla classifica nonostante i flussi siano in diminuzione (-15,2%). Calano anche gli ingressi dalla Cina (-12%), superata dall' Albania, che registra invece un aumento dell' 8% di nuovi permessi sul 2014.

 

 A ridosso delle prime quattro cittadinanze si colloca il blocco del subcontinente indiano, che alimenta ormai con continuità da diversi anni i flussi in ingresso: nel 2015 il 15% dei nuovi migranti con regolare permesso di soggiorno proviene da Bangladesh, Pakistan e India.

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