volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DOPO IL SI’ DELL’UCRAINA ALLA PROPOSTA AMERICANA DI TREGUA PER 30 GIORNI, SI ATTENDE LA RISPOSTA DI PUTIN - I FALCHI DEL CREMLINO VANNO IN PRESSING SU “MAD VLAD”: “E' UN ACCORDICCHIO”. DOPO L’ATTACCO CON I DRONI DI KIEV, LA PORTAVOCE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI LAVROV, MARIA ZAKHAROVA, SBRAITA SULLA “NATURA TERRORISTICA” DEGLI UCRAINI – PUTIN HA SEMPRE DETTO NO ALLA TREGUA: C’È L’IDEA CHE POSSA ACCETTARE MA FISSANDO DELLE CONDIZIONI. UN NETTO RIFIUTO FAREBBE ABORTIRE IL CANALE DI DIALOGO APPENA AVVIATO CON L’AMMINISTRAZIONE TRUMP - MARKOV, EX CONSIGLIERE PUTINIANO: “SAREBBE STATO MEGLIO SE I NEGOZIATI FOSSERO FALLITI, IL CESSATE IL FUOCO E' UNA TRAPPOLA. ZELENSKY E' UN MANIACO DELLA GUERRA. L’EUROPA È BUGIARDA, CHIEDE UNA TREGUA, MA LO FA SOLTANTO PER PRODURRE CARTUCCE E PROIETTILI” – TRUMP PRONTO A CHIAMARE PUTIN…

Rosalba Castelletti per repubblica.it - Estratti

putin trump

Il disorientamento è palese. Quando da Gedda arrivano le notizie di una rinnovata intesa tra Usa e Ucraina e la loro proposta di una tregua di trenta giorni, i commentatori televisivi russi sbraitano. Dicono che si tratta di un’offerta «estremamente svantaggiosa» per Mosca, ma non escludono un «gesto di buona volontà» da parte di Vladimir Putin.

 

È chiaro che non è ancora arrivata alcuna indicazione dall’alto e che nessuno si vuole sbilanciare, anche se sono tutti nettamente contrari a un cessate-il-fuoco. «La palla», dicono il segretario di Stato Marco Rubio e il presidente francese Emmanuel Macron, «adesso è nel campo di Vladimir Putin» e c’è chi ironicamente si chiede come il judoka se la caverà a tennis. La riposta potrebbe arrivare a breve.

 

volodymyr zelensky donald trump

Il presidente statunitense Donald Trump fa sapere che chiamerà Putin «in settimana» e il giornalista del pool del Cremlino Dmitrij Smirnov commenta che «la conversazione avrà luogo venerdì e sarà più di una semplice telefonata» alludendo a quello che sarebbe il primo faccia-a-faccia tra i due leader dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca.

 

Ieri, mentre i colloqui di Gedda erano ancora in corso, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, si era astenuto dal dare risposte sulla disponibilità russa a una tregua. «È del tutto impossibile parlare di posizioni per ora, senza sapere fino a che punto l’Ucraina sia pronta per la pace».

 

vladimir putin

E aveva fatto notare che il numero record di droni lanciati nella notte da Kiev contro la Russia, ben 343, di cui 92 nella regione di Mosca fino a lambire il Sud della capitale e a provocare tre morti, non deponeva a favore di future trattative. Il segretario Osce Feridun Sinirliogu era in visita a Mosca ed era stato dimostrativamente portato nella città di Vidnoe a vedere i danni causati a un condominio. Una prova, secondo la portavoce della diplomazia Maria Zakharova, della «natura terroristica» di Kiev.

 

Il leader del Cremlino è ora stretto tra due fuochi. Da un lato, i falchi che da giorni non fanno che respingere ogni ipotesi di dogovornicjok, “accordicchio”, come lo chiamano mutuando nel lessico politico il termine sportivo che sta ad indicare le partite truccate.

 

Dall’altro, gli imprenditori che invece sperano in una revoca delle sanzioni da parte di Trump. Putin stesso non ha fatto che ribadire che non può esserci alcuna tregua finché non verranno concordati i parametri di un accordo generale in grado di fornire le basi per una pace duratura.

 

marco rubio negoziati con l'ucraina a gedda

E ora sarebbe dura accettare un cessate-il-fuoco senza perdere la faccia. D’altro canto, un netto rifiuto farebbe abortire il canale di dialogo appena avviato con l’amministrazione Trump. Tanto che qualche commentatore ipotizza che la risposta potrebbe essere un «Sì, ma…». Soprattutto se alle pressioni di Trump si sommassero quelle di preziosi partner del Sud del mondo.

 

(…)

 

MARKOV

Rosalba Castelletti per la repubblica.it

 

Che cosa intende?

SERGEY MARKOV

«Se le trattative fossero fallite, lo stop statunitense agli aiuti a Kiev sarebbe diventato definitivo e l’esercito russo sarebbe potuto avanzare più rapidamente. Alla fine, anche l’Europa sarebbe stata costretta a premere per una pace perché da sola non sarebbe riuscita a farsi carico del sostegno all’Ucraina e, insieme agli Usa, si sarebbe disfatta di questo Volodymyr Zelensky che è oramai diventato un maniaco della guerra. Dopo un certo inasprimento delle ostilità in primavera-estate, verso la fine dell’anno ci sarebbe potuta essere una pace totale».

 

 

 

Che pensa di quest’intesa?

marco rubio negoziati con l'ucraina a gedda

«Come dicevamo da bambini, hanno ingannato un idiota con quattro pugni. Il gambetto di Zelensky è riuscito. Ha teso un agguato a Donald Trump, proprio come negli scacchi. Insieme a Gran Bretagna, Francia e Ue, è riuscito a tirargli un bidone. È semplice: ha fatto finta di acconsentire a tutte le sue proposte, sapendo però che la Russia è contraria a una tregua. Ora Trump proporrà la tregua a Putin che dirà di no. A litigare stavolta saranno Trump e Putin e gli Usa rientreranno nuovamente nel Partito della guerra con l’Europa. È un piano progettato da Londra e Parigi. Hanno spiegato a Zelensky che non occorre litigare con Trump, bisogna prenderlo in giro facendo finta di dargli ragione su tutto».

volodymyr zelensky e donald trump allo studio ovale

 

L’attacco di droni ucraino contro la Russia ha influito sui colloqui?

«L’obiettivo era di certo influenzare i negoziati. La Russia, si sa, propone una pace onnicomprensiva. Trump proponeva di firmare una tregua terra, mare e aria, invece Zelensky solo aria e acqua. Dal momento che vuole e spera che la Russia rinunci alla tregua perché Mosca e non ne ha bisogno, con l’attacco voleva smentire che la Russia sia più forte nell’aria. Così quando Putin respingerà la tregua, potrà aizzare Trump contro di lui dicendo che è Mosca a non volere la pace. Ma l’attacco in realtà ha dimostrato l’efficacia della nostra difesa aerea».

 

Gli Usa dicono che ora la palla è nel campo russo. Putin può davvero permettersi di rifiutare la tregua?

«La Russia ha bisogno di una pace, non di una tregua. Siamo sicuri che una tregua sarebbe una bugia totale da parte di Kiev e dell’Europa. L’Europa ha già dimostrato di essere bugiarda quando i leader di Francia e Germania, come hanno detto loro stessi, hanno firmato gli Accordi di Minsk-2 per fregare la Russia e ridare fiato all’Ucraina mentre la riarmavano.

 

donald trump vladimir putin

Putin ha detto chiaramente che, quando gli cominciano a mancare proiettili e cartucce, il nemico comincia a chiedere una tregua, ma lo fa soltanto per produrre più cartucce e proiettili. Una tregua del genere non serve alla Russia. Non ci dobbiamo cascare. A meno che, durante la tregua, non venga introdotto l’embargo totale sulle forniture di armi da parte di tutti i 52 Paesi della Coalizione Rammstein, noi continueremo a combattere fino alla fine».

 

(…)

 

TRUMP

Estratti da repubblica.it

 

Sergey Markov

L’Ucraina ha accettato la proposta americana di un cessate il fuoco immediato, e in cambio gli Usa hanno riattivato gli aiuti militari e di intelligence. Così «la palla adesso passa nel campo della Russia», come ha commentato il segretario di Stato Macro Rubio, che deve accettare o rifiutare l’offerta.

 

È la mossa del cavallo orchestrata dall’amministrazione Trump durante i colloqui di oggi in Arabia Saudita, che potenzialmente mette in difficoltà Putin, perché in questo momento pensa di avere il vantaggio militare e potrebbe non ritenere conveniente fermare l’offensiva, lasciando la regione di Kursk sotto il controllo di Kiev, senza un accordo generale sul dopoguerra con Washington già pronto.

 

Il rischio che corre però è quello di urtare il capo della Casa Bianca con un rifiuto, spingendolo a potenziare le sanzioni a Mosca e le forniture militari all’Ucraina. Infatti Trump ha subito commentato così: «Ora dobbiamo parlare con la Russia, si spera che Putin sia d’accordo con il piano. Lo sentirò in settimana. Altrimenti la guerra andrà avanti».

DONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN DANZANO AL CHIARO DI LUNA - FOTO CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

 

 

Al tavolo di Gedda, verso mezzogiorno, si sono seduti il capo di gabinetto del presidente Zelensky, Andriy Yermak, il vice Pavlo Palisa, i ministri degli Esteri e della Difesa Andrii Sybiha e Rustem Umerov. La delegazione americana era composta da Rubio e dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Gli ucraini erano venuti con la proposta di un cessate il fuoco parziale, limitato alle operazioni navali nel Mar Nero e i droni, nella speranza di riconquistare la fiducia e l’appoggio di Trump, dopo lo scontro alla Casa Bianca con Zelensky. Durante i colloqui tanto la Casa Bianca, quanto Kiev, hanno lasciato trapelare segnali di ottimismo.

 

marco rubio negoziato usa ucraina a gedda

Poi, dopo circa otto ore di negoziato, Rubio e Waltz si sono presentati ai giornalisti per annunciare l’intesa che va anche oltre le attese: «L’Ucraina ha accettato la proposta americana di un cessate il fuoco immediato di trenta giorni, e l’avvio di negoziati di pace con la Russia. Di conseguenza, gli Stati Uniti revocheranno subito il blocco degli aiuti militari e di intelligence. I due paesi concordano di concludere l’accordo sui minerali il prima possibile, affidandolo a funzionari incaricati di finalizzarlo». Quindi Rubio ha aggiunto: «Ora la palla per la tregua in Ucraina è nel campo della Russia. Se dirà di no, sapremo purtroppo chi è l’ostacolo alla pace». Le comunicazioni con i russi sono già in corso, come ha confermato Trump, ma giovedì dovrebbe sbarcare a Mosca l’inviato speciale Witkoff per parlare di persona con Putin.

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