galan via col veneto

LA VERSIONE DI GALAN - “MAI PRESO TANGENTI. IL CONSOLE DI SAN MARINO ME LO PRESENTÒ GHEDINI, E MANTOVANI HA TUTTI GLI APPALTI PERCHÉ È IL MIGLIORE”

Ma.Bo. per il “Corriere del Veneto

giancarlo galangiancarlo galanvenezia progetto mose cantieri x venezia progetto mose cantieri x

Onorevole Giancarlo Galan lei conosce William Colombelli, il faccendiere di San Marino al centro dell’inchiesta di Venezia e Padova?
«Sì, me lo presentò Niccolò Ghedini durante una cena a casa sua. Avevano in comune la passione per le automobili ma non so bene che rapporti vi fossero tra loro. E’ passato molto tempo, doveva essere l’inizio del 2000. Non vorrei sbagliarmi, ma era presente anche il ministro di San Marino Fiorenzo Stolfi».


Che impressione le fece?
«Era un tipo simpatico e brillante».


Ha mai intrattenuto con lui rapporti d’affari, è mai stato suo socio?
«Non sono mai stato socio in affari con Colombelli e non sono mai entrato nel suo ufficio a San Marino. Solo una volta gli ho chiesto un favore, di farmi sapere dove potevo comprare un motorino a poco prezzo. Lui me l’ha trovato, io l’ho pagato. Era stato costruito in Cina, non ha mai funzionato».

Giancarlo Galan Giancarlo Galan


Perché nel 2011, durante una visita a San Marino in veste di ministro, lei preferì la vettura privata di Colombelli a quella messa a sua disposizione dalla Repubblica del Titano?
«Era un amico, a lui faceva gioco di fronte alle autorità locali, ci faceva bella figura a portarmi in giro. Perché avrei dovuto negargli un favore?».


Era un amico ed anche un tramite politico: prima di diventare console onorario, nel 2005, non fu lui a curare la firma dell’accordo tra la Regione Veneto e San Marino, nel 2004? Qual era la ratio dell’accordo?
«Nel 2000 avevo presentato il nuovo statuto del Veneto, dove avevamo previsto la possibilità per la Regione di stipulare accordi con Stati esteri senza passare per Roma. L’allora ministro Agazio Loiero disse che quel testo gli evocava tintinni di sciabole jugoslave e così, per pura polemica politica, decisi di avviare l’iter per la stipula di un patto con San Marino. Insomma, fu tutta scena».

san marinosan marino


San Marino è nella black list del Fisco. Perché voleva portare lì «una folta platea di imprenditori veneti potenzialmente interessati ad investire»?
«Per la stessa ragione per cui li ho accompagnati in Carinzia: per aiutarli a fare impresa con meno tasse e meno burocrazia».

ghedini consiglio nazionale forza italia foto lapresse ghedini consiglio nazionale forza italia foto lapresse


Ha presentato lei Colombelli a Piergiorgio Baita?
«Lo escludo nel modo più assoluto. Penso che a metterli in contatto sia stata Claudia Minutillo, che conosceva molto bene Colombelli».


Sapeva che i due erano soci (anche se Minutillo ora nega) in Bmc?
«Mi dissero che la loro società si occupava di import a San Marino e sfruttava i vantaggi fiscali offerti dalla piccola Repubblica in una cornice di assoluta legalità. E ora scopro queste cose…».


Minutillo fu la sua assistente personale dal 2000 al 2005. Perché la allontanò all’improvviso?
«Perché mia moglie la odiava e perché la mia segreteria non la sopportava più. Lavorava 24 ore su 24 ma era troppo imperiosa. L’allontanamento non fu indolore: lei voleva restare».

PIERGIORGIO BAITA PIERGIORGIO BAITA


E’ stato lei ad inserirla nella galassia Mantovani?
«No. Era una grande lavoratrice, Baita la conosceva e capisco perché abbia voluto portarla con lui. E poi che doveva fare la Minutillo, la pensionata?».


Il rapporto privilegiato con lei certo era un altro buon biglietto da visita.
«Non dico di no».


Le pare normale che Minutillo abbia poi continuato a lavorare con la Regione, tramite la Bmc, ad esempio per l’allestimento del celebre buffet da 85 mila euro al Porto di Venezia?
«L’ho scoperto solo dopo e non ho gradito. Secondo lei il presidente della Regione si occupa dei buffet?».


Non sapeva nulla neppure della campagna informativa da 130 mila euro per l’Smfr, affidata sempre a Bmc?
«Idem come sopra».

GIANCARLO GALAN GIANCARLO GALAN


Il «Giancarlo» citato nelle intercettazioni e lei?
«Non lo so, non ci si capisce nulla ma è probabile che sia io. Non me ne vengono in mente altri di Giancarlo».


Lei sa che gli inquirenti indagano su un sospetto giro di tangenti?
«Indaghino, io sono sereno. Non ho mai preso niente di niente».


Mantovani ha mai finanziato le sue campagne elettorali?
«(Galan chiama le segretarie e verifica con loro. Poi risponde) No, mai».

Giancarlo GalanGiancarlo Galan


E’ per caso intervenuta nel restauro della sua abitazione, Villa Rodella?
«Tutte le fatture sono già state verificate, sono tranquillo».


Il coinvolgimento di Veneto Strade, una società della Regione, la stupisce?
«Sì, non mi pare per nulla normale. E’ un punto che va chiarito fino in fondo».


Baita e Mantovani erano il perno del «sistema Galan»?
«Questo del sistema Galan negli appalti della Regione è un teorema dal quale non ho modo di difendermi. Se io fossi stato il garante di una pax tra i costruttori veneti, tutti a spartirsi la stessa torta, Baita sarebbe, come in effetti è, contro Gemmo? E tutti e due sarebbero contro Sacaim? Mazzi sarebbe alleato di Mantovani? E Guerrato sarebbe contro Gemmo? Io non ho mai letto in vita mia un bando: c’è stato chi ha vinto e chi ha perso, le carte sono conservate negli archivi della Regione».

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Nulla di strano, dunque, che Mantovani abbia costruito mezzo Veneto nei 15 anni della sua presidenza.
«Mantovani ha sempre avuto il management migliore di tutti, punto. In 4 anni mi ha fatto il Passante, si rende conto? E l’appalto all’Expo di Milano? Gliel’ho fatto vincere io?».


Secondo lei cosa voleva dire Baita, dopo l’incontro con Berlusconi per perorare la sua ricandidatura a presidente, quando ha commentato: «Io non difendo la persona ma il sistema»?
«Il sistema Galan è il sistema del Veneto che funziona, che fa il Passante, il rigassificatore, gli ospedali. Ci credo che gli industriali fossero con me».


E’ vero che Baita le ha «insegnato» cosa sono i project financing?
«L’ho imparato da solo, alla Bocconi. Baita mi teneva aggiornato sulle novità legislative. Sia chiaro, però, che "project" non è sinonimo di intrallazzi e pastette: per anni è stato l’unico modo per fare delle opere in questo Paese».

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E i project li faceva tutti Mantovani.
«Perché è il più intelligente».


Il governatore Zaia ha spesso sottolineato la discontinuità rispetto al suo modus operandi. Secondo lei perché?
«Si è barricato in ufficio e il Veneto si è fermato. Basta vedere l’ospedale di Padova».


E’ preoccupato?
«Mi imbarazza il clima di sospetto».

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Cosa ha pensato alla notizia degli arresti?
«Mi sono molto dispiaciuto».


E si è stupito?
«Beh, le voci giravano, c’era stato un accertamento della Finanza… se davvero quel che ho letto è vero, hanno commesso degli errori marchiani».

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